La prima ondata di annunci aveva portato Disclosure, Skepta, A$AP Rocky, Paul Kalkbrenner Amelie Lens e Dixon fra i nomi più mainstream, e Floating Points, Lotic, Deena Abdelwaheed, Max Cooper, Nicola Cruz e K A R Y N N fra le cose più sotterranee. Ok, bene, ma in realtà ce ne aspettavamo almeno una seconda, di ondate, per arrivare ai livelli più abituali: ed eccola, infatti.
La prima cosa da dire, e sta diventando una piacevole normalità, è la presenza di italiani – per quanto in questo caso espatriati. Per Dj Tennis è un ritorno – e il suo set di qualche anno fa è uno dei migliori ricordi che ci portiamo dietro nell’ultimo lustro di festival catalano, fu davvero di altissimo livello – per Caterina Barbieri la giusta e meritata consacrazione (…e fanno sorridere quelli che lo mettono in dubbio e parlano di “sopravvalutata”). Per Joseph Capriati, una conferma: è entrato nel novero di quei nomi che sono così forti e così potenti che, pur avendo un appeal non “avant” o non storico, un posto nel Sónar Noche se lo meritano vista la vastità della loro popolarità e della loro capacità di rendere il dancefloor più technoso una faccenda da grandi platee festanti.
E sì, perché una delle chiavi del Sónar è sempre il giusto e non snobistico equilibrio tra festa e ricerca, con tutte le varie sfumature che ci possono essere fra questi due estremi. A celebrare la Santa Messa, quest’anno, ci saranno gli Underworld: il loro concerto sarà prevedibilmente un’euforica liturgia, con estasi da “Born Slippy” e la solita magia per cui un loro live se lo descrivi a parole pare una schifezza, se lo vivi in carne e ossa ti emozioni come per poche altre cose al mondo. Anni che è così, anni che funziona.
Altra aggiunta importante, in quota black, Vince Staples; e secondo noi è altrettanto importante Kaytranada (che presenterà il suo nuovo album), così come merita una di essere citato ed apprezzato anche il buon, vecchio Waajeed. Ci sono poi gli artisti che un tempo ci avrebbero strappato degli “Oooh” di meraviglia, solo in questi anni la scena della club culture e della musica elettronica in Italia è cresciuta talmente tanto che Four Tet, Arca, Dj Koze e Red Axes sono diventati delle presenze abituali. Menzione d’onore poi per il redivivo Erol Alkan (gli sarà affidato uno degli slot di chiusura festival, sempre una bella responsabilità), Leon Vynehall, Dengue Dengue Dengue, Masego, Rejjie Snow, Holly Herndon, Max Cooper. Della serie i “venerabili maestri”, in campo house chiamata alle armi per il collettivo Body & Soul (François Kevorkian, Danny Krivit e “tieni per favore le mani giù dal mixer” Joe Claussell), in campo più sperimentale per l’austriaco Fennesz, sempre bello incrociare la sua strada.
Di nomi ve ne abbiamo citato parecchi, ma in realtà ne abbiamo lasciato per strada più d’uno: sempre consigliato un check sul sito ufficiale del festival catalano. Solito promemoria per questo 2019: eccezionalmente, il festival si tiene a metà luglio (18, 19 e 20), un mese più tardi del solito. Poi col 2020 si tornerà presumibilmente al timing abituale.