Liberato a Milano? Oh sì. 9 giugno. Tanto di quell’hype, da star male: perché provate ad immaginavi il progetto italiano con più hype addosso che va a finire nella città dove gli hype – più che da altre parti – si creano, si nutrono, si flebizzano con robuste iniezioni di branding. Da star male. O da star bene, sinceramente, se si guarda soprattutto alla musica e non (solo) al chiacchiericcio su web.
Poi c’è un’altra questione, per aggiungere pepe al tutto: Liberato è il progetto italiano – piaccia o meno – più “nuovo”, esattamente come Radar Festival, che si svolge negli stessi giorni, 8 e 9 giugno – è il festival italiano di musica elettronica-e-dintorni più nuovo. Un derby notevole, visto che per entrambi si parla di Milano. O, come piacerà dire a qualcuno, una cruenta e crudele sfida all’ultimo sangue tra chi vuole segnare il territorio sulle direzioni musicali più hip da prendere nel campo degli eventi in Italia. Col rischio magari che qualcuno lasci anche le proprie spoglie sul campo (…speriamo di no, e francamente è un peccato che anche solo possa esistere questo rischio, magari lo si poteva evitare).
Certo: in quanti a questo punto si scateneranno nella caccia ad esserci, da Liberato, più perché vogliono far parte di un “evento” e meno perché realmente interessati al discorso musicale? Finto problema, se il punto è solo questo. Che ognuno affronti le cose di musica come meglio crede, in fin dei conti. Noi possiamo dire che Liberato, che pochi giorni dopo il 9 giugno milanese se ne salperà per il Sonar, più prove probanti percorre in festival di pregio più dimostra di poter essere un progetto che non nasce solo un bel Tumblr e da video fatti alla grande, ma da una ricetta stilistico-musicale che sa interpretare bene la contemporaneità, rendendo “sexy” la tradizione più pop(olare). Questo sì.
Vedremo come andrà a finire. I rumours, per Liberato, parlano della Barona – già sede del Red Bull Culture Clash l’anno scorso – come venue designata; notizia comunque ancora tutta da confermare.