Un po’ una soddisfazione, un po’ un’occasione perduta. E’ bello che un web-magazine conosciuto a livello mondiale come l’australiano Pulse Radio dedichi un focus all’Italia; è meno bello che questo focus venga tirato su un po’ sbrigativamente, con quel tipo di attenzione che siamo abituati a ricevere quando i media mainstream di casa nostra si occupano di musica elettronica, con qualche scivolone o qualche semplificazione di troppo.
Nulla da dire sulla rosa dei dieci (Carola Pisaturo, Marco Faraone, Davide Squillace, Mind Against, DJ Ralf, DJ Tennis, Ilario Alicante, Joseph Capriati, Tale Of Us, Marco Carola), pure se magari sarebbe stato bello aspettarsi qualche sorpresa in più, qualche dritta o scommessa da “insider” invece di un elenco dei soliti noti: anche perché si parla, nell’intro, di una “new generation of Italian heads”, e qua più che di “new” si parla di certezze belle e consolidate… chi da qualche anno, chi da decenni.
Ecco, proprio nella prospettiva storica ci sono alcune distorsioni che non possiamo non sottolineare: fai passare la techno napoletana come un fenomeno degli ultimi anni (dato che nei “last few years” c’è stata una “gradual explosion of the Neapolitan techno sound”, che è un po’ come dire che quest’anno al Chelsea si è segnalato un interessante allenatore emergente prima sconosciuto, tale Mourinho); oppure leghi Ralf al fenomeno della Italo Disco (è italiano e suona – anche – nelle discoteche, però ecco…).
La storia della club culture italiana, passata, presente e futura è molto più ricca di così: la generazione di “techno heads” napoletane era un fenomeno pazzesco ancora quindici anni fa, Marco Carola faceva cose incredibili ben prima di Music On (e forse all’epoca erano ancora più incredibili, ma lì si va anche a gusti), di Ralf si potrebbero dire mille cose ma il fatto che non sia di primo pelo non significa che allora per forza deve finire nel calderone Italo Disco. La consolazione è che tutti gli artisti segnalati in questa classifica sono persone di talento, che si danno da fare, che guadagnano risultati veri e concreti sul campo, che hanno spessore: insomma, poteva andare meglio ma poteva andare anche peggio.