Festival

Movement 2014: non perdiamoci di vista

Mancano circa 50 giorni all’inizio della nuova edizione di Movement, il festival che più di ogni altro oggi raccoglie ed accoglie al di là della “pozza” tutto il meglio che il panorama elettronico internazionale abbia (o abbia avuto) da offrire. Inutile ricordare quanto mantenere una manifestazione di questo genere sia salutare per gli Stati Uniti, una scena artistica e musicale che sta vivendo profondi e costanti cambiamenti dovuti a mode passeggere, fenomeni di costume costruiti a tavolino ancor prima di essere artisti, diatribe mediatiche, torte in faccia, mani a cuore e chi più ne ha più ne metta. Un “carrozzone” fatto di grandi investimenti sullo “spettacolo” che sembra però poter fare a meno di quello che (almeno per chi vive la musica in un certo modo) dovrebbe essere l’elemento fondamentale per la crescita di un ambiente artistico e culturale: l’innovazione, la ricerca e la passione che non sia riconducibile per forza al guadagno.

La cosa più importante però è che eventi come Movement riescano a dare visibilità ad una città profondamente toccata dalla crisi come Detroit, da decenni in grande difficoltà ed ancora segnata da un’amministrazione fallimentare (nel vero senso della parola) e con una popolazione passata dagli anni della Motown e della grande produzione a quelli delle file nei banchi dei pegni. Eppure sono stati proprio questi fattori di disagio che ne hanno fatto uno dei patrimoni inestimabili della musica elettronica. Per questo è così importante non dimenticarsene. E il Movement Electronic Music Festival è una buona occasione per fare il punto della situazione, vedere facce amiche e conoscerne di nuove, ascoltare della buona musica tutti insieme e tenere bene a mente cosa veramente conta oggi nel mondo dell’elettronica.

Ed è proprio da Detroit che arriva uno degli acts più rappresentativi della manifestazione, quegli Underground Resistance (che intervistammo tempo fa) che forse meglio di ogni altro collettivo rappresentano al 100% cosa vuol dire rifiutare la notorietà in cambio del rispetto, della coerenza e della qualità ad ogni costo. “Mad” Mike Banks ed i suoi amici presenteranno il nuovo progetto “Timeline” di fronte al pubblico di casa, inutile dire che sarà qualcosa da non perdere. Anche il pioniere della techno Kevin Saunderson (che ha firmato il podcast di Soundwall #190) proporrà l’esclusivo progetto “Origins” che si concentrerà sull’alchimia fra vecchia e nuova scuola della techno, grazie alla partecipazione di antiche leggende e nuovi talenti tutti provenienti (nemmeno a dirlo) dalle coste del lago Michigan. Non vi basta? Che problema c’è, avrete un altro centinaio di artisti fra cui scegliere nel corso di questa tre giorni da urlo. Elencarli tutti sarebbe impossibile, ma nomi come Anthony “Shake” Shakir, Kenny Larkin, gli Octave One, Delano Smith, Jeff Mills e Richie Hawtin quando sono così vicini a casa difficilmente possono deludere le aspettative.

Perciò l’appuntamento è fissato per il weekend del 24-26 Maggio all’Hart Plaza di Detroit, i biglietti standard e VIP (rispettivamente a 110 e 230 dollari) sono già in vendita sul sito ufficiale ed il resto degli ingredienti ve lo abbiamo già elencato. Non perdetevi l’occasione di essere ancora (o diventare) parte di qualcosa che merita di essere preservato ed alimentato. Su la testa, Detroit!

[Photo credits: Douglas Wojciechowski]