Ho inziato una dozzina di volte questa frase e, nonostante i ripetuti tentativi, non so ancora se sono partito col piede giusto. Eh sì, Frank Wiedemann e Kristian Beyer hanno detto tanto e tanto ancora hanno da dire, troppe cose ben fatte hanno caratterizzato la carriera ormai decennale del progetto Ame, per permettermi di seguire un filo logico lineare. Sì perché quando pensiamo a questo duo abbiamo il dovere di guardare oltre l’intramontabile “Rej” o il remix di “Envision”, dobbiamo essere in grado di cogliere tutte quelle sfumature che rendono la sua musica unica. Jazz, funk e soul, il tutto amalgamato da una sana dose di Detroit-techno, fanno di questo progetto musicale una delle cose più belle partorite dalla musica da ballo (e non solo) di questo inizio di secolo: decine e decine di dischi, innumerevoli esibizioni in tutto il mondo e, forse più importante, la creazione di un suono che firma e che aiuta a definire un’era della musica elettronica.
“Ame: Live” è il continuous mix che celebra tutto questo, i dieci anni più belli ed importanti di Frank e Kristian. “Ah, siamo qui a parlare dell’ennesima compilation!” direte voi, ma no, mi spiace deludervi, non è una semplice compilation. Basta scorrere la tracklist, basta tenere a mente che tutte le tracce presenti nel cd sono state ritoccate e riviste per l’occasione, per renderci conto che “Ame: Live” è un’esperienza. Settantasette minuti di techno agile ed erudita, un percorso che mostra la grande varità dei a disposizione del duo tedesco. Si tratta di un tuffo in un oceano di colori: “Ku Kanjani”, frutto della collaborazione con i sudafricani Amampondo, ci ricorda come Innervsions sia una label dalle grandi, grandissime, vedute; “Where We At” e “D.P.O.M.B.” (firmate dal tridente Henrik Schwarz/Ame/Dixon) suonano in modo sorprendentemente dirompente, neanche fosse la nostra prima volta insieme; mentre i remix per Unkle, Underworld, Roy Ayers e Rodamaal (chi si fosse perso “Insomnia” deve, categoricamente, andarsela ad ascoltare), oltre al già citato capolavoro per Osunlade, sono il chiaro esempio delle qualità di Frank e Kristian nelle vesti di remixer.
Chiudono il cerchio “Nia”, “Enoi”, “Setsa” e “Junggesellenmaschine”, quest’ultima perla mozzafiato che nei suoi ultimi due minuti nel mix ci catapulta in un’altra dimensione. Il consiglio è quello di chiudere gli occhi e spegnete i pensieri.
E dire che c’è stato pure chi, in quel maggio di tre anni fa, si è divertito a lanciare bottigliette sul palco durante la loro esibizione a Dissonanze. A quei geni consiglio l’ascolto di “Ame: Live”: non è mai troppo tardi per ricredersi e chiedere scusa.