Sono ormai quattordici anni che Kerri Chandler non fa uscire un album ma, ora lo possiamo dire, col 2022 quest’attesa finirà. Si tratta di pazientare ancora qualche mese, ma intanto le prime notizie e i primi suoni trapelano, entrano in circolo. E sono qualcosa di davvero molto, molto, molto significativo. Allora, diamo prima parola alla musica: ecco quanto è uscito oggi, antipasto di ciò che sarà l’album “Spaces And Places”.
…ma dopo la musica, è davvero importante spendere due parole sul concept che sta dietro a questo lavoro. “Spaces And Places”, appunto: se il primo “space and place” è quello del londinese Printworks, diventato in poco tempo un santuario assoluto (per bellezza del luogo, per qualità della programmazione), tutto l’album ha ogni singola traccia dedicata ad un luogo specifico. Attenzione: in realtà, non solo “dedicata”. Chandler infatti è andato molto più in profondità, nel processo produttivo.
In pratica, si è trovato ad usare i club dove andava a suonare come dei veri e propri studi di registrazione: col beneplacito e l’aiuto dei tecnici del suono locale per locale, è andato a “costruire” delle tracce, legate così indissolubilmente al qui&ora del luogo. Ogni singola traccia dell’album è stata concepita e creata in questo modo, venendo poi rifinita in un secondo momento con un’attenzione spasmodica alla componente della qualità e soprattutto spazialità del suono, lavorando col mixaggio in Dolby Atmos, in una maniera che ricreasse quella che può essere l’esperienza d’ascolto quando si sta nel bel mezzo di un dancefloor.
Troviamo tutto questo bellissimo. Troviamo bellissimo il processo; troviamo bellissima la lista dei club “coinvolti” (virgolette d’obbligo) nell’operazione, perché oltre al Printworks ci sono anche posti come il portoghese Lux, l’olandese Demarktkantine, il francese Rex e molti altri che sono leggenda, e in questo elenco gioca un ruolo pure l’Italia, con ben due spot: il milanese Magazzini Generali nelle serate targate Club Nation, il napoletano Basic dove regna NEUHM. Posti dove evidentemente Kerri si sente “a casa”.
Beh: è una soddisfazione.