Le anteprime qui, da queste parti, le selezioniamo: il criterio non va in base a “chi arriva prima”, o chi magari ci garantisce il maggior numero di condivisioni da parte di mamme, fratelli, zii, cugine. Ma ogni tanto ci sono anteprime che sono più anteprime di altre: è così nel caso di “Flowsane” di FunkRimini, in uscita domani venerdì 19 ottobre per la sempre benemerita Fresh Yo!. Un po’ perché la premiere non riguarda una traccia sola ma l’intero album e un po’, un po’ molto perché è un lavoro veramente, veramente ma veramente bello.
FunkRimini sono stati a lungo un piccolo best kept secret locale: musicisti della zona di Rimini con un sacco di esperienza e soprattutto un amore viscerale per il funk. Ma un amore non da museo: l’hanno tirato fuori dalle ingiallite foto ricordo e dalle sterili copie calligrafiche per renderlo invece vivo, pulsante, perfettamente contemporaneo.
Ma non basterebbe mettere due, tre suoni equalizzati bene su un funk riverniciato per avere il nostro amore incondizionato. Già nell’EP di due anni fa lo si capiva, ma ora la conferma sulla (impegnativa!) lunga distanza dell’album è chiara: non solo suonare, sanno anche scrivere. Maledettamente bene. “Flowsane” infatti è pieno di riff azzeccati, di linee di basso interessanti, di passaggi armonici non scontati. Non è facile muoversi sul territorio del (p-)funk; anche uno che lo fa tanto e spesso come Dam-Funk ogni tanto cade nel prevedibile e nella scrittura un po’ “piatta”, da quanto aderisce a modelli originali clintoniani e dintorni.
(Ecco l’ascolto di “Flowsane” in anteprima; continua sotto)
FunkRimini no. “Flowsane” può permettersi di attraversare territori che vanno da Jay Dee (“New York”, “So Many Times”) ai Blur di “13” (“Little Pieces”), fino addirittura arrivare alla canzone in italiano, bella bella, quella “Senza Delay” che ricorda un po’ i Blindosbarra (una delle band più sottovalutate d’Italia, con la colpa di essere stati anche loro innamorati del funk-soul quando esserlo era addirittura molto meno di moda di adesso). Non manca il dancefloor: la già sentita “Just Another Show”, solidissima; la “Fools Ride” costruita con la collaborazione di Rame dei Pastaboys (due dei FunkRimini, Ricky Cardelli e Franz Crimson, condividono con lui la sapida navicella house Capofortuna); “Just Another Show”, che è un trattato su come fare deep house senza tempo, non modaiola. Comunque il vertice assoluto, per quanto ci riguarda, è la traccia più vicina al modello Parliament, però in versione 2.0: “Stakeholders”, davvero esaltante.
Ma è difficile scegliere la propria traccia preferita. Non ci sono filler, non ci sono reali battute a vuoto. E anche questo è notevole. Se a questo aggiungiamo che ci sono delle chicche pure nei particolari (le foto loro che vedrete in giro sono firmate da Chico De Luigi, un fotografo di altissimo livello per musica ma anche cinema e moda), l’unica chiosa possibile resta dire che sì, è una delle più convincente uscite italiane di quest’anno nelle musiche “ritmiche”. Siamo ben felici di presentarvela in anteprima; poi, da domani sta a voi acquistare, mettere in streaming, supportare, vederli dal vivo – e in quest’ultimo caso, ricordatevi che loro dal vivo riescono di solito a dare il meglio…