Da anni ormai il Portogallo viene citato come l’esempio del paese europeo colpito profondamente dalla crisi, sottoposto alle purghe austere europee e ora rinato dalle sue ceneri. C’è chi dice che Lisbona oggi non sia più la stessa del 2009, che abbia perso la sua autenticità, invasa dai turisti benestanti e dagli “expat”; altri sostengono che Lisbona sia la città più di moda d’Europa, la nuova Berlino, il fulcro culturale europeo dei prossimi anni. Quello su cui tutti si trovano d’accordo è che comunque questo sia un periodo di fermento frenetico e di profondi mutamenti. Persone da letteralmente tutto il mondo stanno approdando agli scali lusitani, chi per unirsi alla scena artistica, chi per cercare un po’ di sole, chi in fuga dai problemi della sua nazione. Anche i giovani portoghesi che erano scappati all’estero nei primi anni di crisi stanno ora tornando in patria, portandosi dietro le esperienze maturate durante la residenza all’estero.
Questo improvviso mix culturale unito al costo accessibile della vita stanno facendo della capitale lusitana uno dei posti più interessanti del momento, soprattutto per quel che riguarda la vita notturna. Anche il rapporto tra Italia e Portogallo sembra farsi sempre più stretto: fresco di pochi mesi fa è l’album “Azulejos” di Populous, pesantemente influenzato dal suo soggiorno a Lisbona. Anche secondo il producer nostrano, la capitale più a occidente d’Europa è oggi il punto di giunzione migliore tra Sud America, Africa ed Europa.
La notte si sta in strada
Uno dei principali pregi della città è sicuramente il clima, mitigato dalla vicinanza con l’oceano e scaldato dalle oltre 2700 ore di luce annuali. Questo si traduce in una vita notturna spesa spesso per strada, birra fresca in mano (circa 2€ al litro) rimbalzando da un locale all’altro. Si parte in Bairro Alto, il quartiere labirintico disseminato di piccoli bar, dove ci si scalda con quattro passi di danza a ritmi latini, con band dal vivo oppure con beat elettronici, al Café Suave.
Essendo il Bairro Alto situato in cima ad una collina, il passo successivo è quasi naturale: si inizia a scendere, magari passando per un drink in Bica, andando giù verso Cais do Sodré. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta tra bar e club, una delle aree più affollate è la Pink Street (chiamata così perché l’asfalto è effettivamente rosa) dove stanno compressi una decina di piccoli club, variando dal funk del Tokyo, al rock del Sabotage, dalla techno del Music Box all’hip hop del Copenhagen. Degno di nota è anche il Pensão Amor, bordello nel XVIII secolo, ora trasformato in club bar. La musica non è niente di che, ma l’ambientazione è stata preservata il più possibile fedele alla sua versione originale, con tanto di spettacoli di pole dance. Normalmente non è difficile entrare in nessuno di questi posti prima delle due, dopodiché iniziano ad affollarsi e i buttafuori applicano arbitrariamente una regola non scritta per cui, nei gruppi, le presenze maschili debbano essere controbilanciate da quelle femminili.
Nonostante il picco d’affluenza turistica stia facendo lievitare i costi, gli ingressi nei locali rimangono ancora più che accessibili: molti club sono gratuiti o hanno prezzi che variano dai 5 ai 12 Euro, i quali vengono però convertiti in consumazioni.
L’influenza Africana
A Lisbona è molto presente l’influenza africana, portata dalla forte identità degli immigrati dalle ex colonie, principalmente Angola e Capo Verde. Non scontata è anche l’influenza dei portoghesi bianchi che, in anni di crisi, si spostarono in Angola per poi tornare in patria. L’influenza nera si fa sentire nei locali soprattutto con la kizomba, danza sensuale Angolana dai ritmi lenti e afrodisiaci, e il kuduro, nato dalle sperimentazioni elettroniche degli anni 80.
I maggiori esportatori di kuduro sono i Buraka Som Sistema, band di musica elettronica uptempo pesantemente influenzata dai ritmi frenetici della terra natia. Dal 2016 pare si siano presi una pausa mentre i vari membri stanno intraprendendo carriera da solisti, principalmente Branko (Branco = Bianco in portoghese). Enchufada, l’etichetta da loro fondata, continua comunque a spingere la musica dance made in Angola.
Anche il reggae non manca mai alle serate d’ispirazione africana, con predilezione per il root e il dub, e la semba, ombelico in lingua bantu, altro genere angolano che pare abbia ispirato la samba brasiliana.
Il kuduro non è solo nei club ma soprattutto per strada
Uno dei migliori posti in cui ascoltare musica africana è il B.Leza, chiamato come il musicista capoverdiano Francisco Xavier da Cruz, e creato appositamente per preservare e diffondere la cultura del paese africano sotto la direzione del musicista brasiliano Alcides Gonçalves e sorelle, figli del cantore Bana. Se non vi importa più di tanto andare in un posto dove ancora vengano praticati selvaggiamente gli “sconti donna”, anche il Dock’s Club spesso propone serate a base di kuduro, in un contesto più attuale e meno nostalgico di quello del B.Leza.
La scena “alternativa”
Per chi non vuole seguire il classico percorso Bairro – Cais do Sodré, esistono una serie di locali alternativi disseminati per la città. Lungo la linea verde della metro si trovano una serie di posti interessanti, dalla Casa Indipendente di Intendente, al Crew Hassan e al Regueirão dos Anjos. Questi sono i posti che in Italia verrebbero bollati come centri sociali, sono i più attivi politicamente e anche i più impegnati in attività extra clubbing. In generale non hanno una vera e propria visione musicale, ma spaziano dalla goa alla bossa nova, la scena più comune sono comunque ritmi latini suonati da una cassa in legno dal suono medioso.
I fan del synth pop e della new wave si ritrovano dal 1988 all’Incógnito Bar: è un piccolo segreto di Lisbona, nascosto dalle parti di São Bento, dove per entrare occorre suonare l’apposita “campainha”. Se l’Incógnito bar è difficile da trovare, facile è perdervicisi, tra “Blue Monday” in cassa, trucco pesante e giacche di pelle, in un locale buio e illuminato solo dai neon al wood, con il fascino dell’ambiguità che distingue la scena.
Se volete raggiungere i migliori club in città, preparatevi ad attraversare una di queste vie
Anche il Bairro Alto, nonostante la sua vocazione più commerciale, ha il suo lato alternativo: è la Galeria Zé dos Bois, che è sia spazio culturale/espositivo, sia club. Parlando di artisti nostrani, hanno ospitato il live di M¥SS KETA.
Da non dimenticare è la scena gay, in una delle città più gay-friendly d’Europa. Se nel passato i club gay gettarono le basi per la disco e altri generi che rivoluzionarono le piste da ballo, oggi lo spirito innovativo sembra essersi perso, ma non quello più allegro. Le feste si svolgono soprattutto in alcuni siti specifici in Bairro Alto e a Principe Real, il più conosciuto è il club Trumps, dal quale è impossibile uscire senza essere stati marchiati a glitter.
House e techno
La scena House e Techno di Lisbona non è ancora sviluppata come potrebbero esserlo le cugine mitteleuropee, ma l’affluenza costante di studenti e migranti, in particolare quelli tedeschi, sta dando una grande spinta ad una scena dormiente. Per questo genere musicale a Lisbona c’è un solo padrone incontrastato, il Lux Frágil, che ha come comproprietario l’attore John Malkovich. I nomi passati da lì si sprecano: Anja Schneider, Ben Klock, Nina Kravitz, Tiga, Todd terje, Digitalism, giusto per nominarne qualcuno. Il Lux è l’erede del club Frágil in Bairro Alto, sede dei party più clamorosi del Portogallo negli anni ’80, ha in qualche modo animato e rivoluzionato una città, dal 1982 al 1996. Chi c’era, se li ricorda ancora per la loro esuberanza e per essere stati punto di incontro di artisti, giornalisti, politici e intellettuali. Il segno lasciato da quelle notti è così netto e profondo che ha spinto i proprietari a creare un sito in cui sfogliare e condividere le testimonianze fotografiche per rivivere l’euforia di quei momenti.
Unica nota stonata è il famoso metodo di selezione creativo applicato all’ingresso: se non piaci ai selezionatori, questi ti proporranno un prezzo d’ingresso spropositato. I temerari ad aver aver sfidato questa barriera dicono che comunque il costo viene tradotto in consumazioni.
A completare la scena esistono alternative come Ministerium, Rive Rouge e Music Box, locali più piccoli, meno blasonati e con proposte più underground. Questi posti sono ottimi per ascoltare in un clima più intimo quelli che diventeranno i futuri headliner, come fu per Bonobo nel 2009.
Punta di diamante del clubbing di Lisbona sono anche i party organizzati da Bloop, etichetta techno/house che ogni mese organizza una festa domenicale in posti segreti e stravaganti, come piscine svuotate o scuole abbandonate.
Menzione d’onore per i microclub come il Brownie (attualmente chiuso fino a data da definirsi) e il Lounge, forse il miglior club in assoluto: nonostante l’impianto sia leggermente depotenziato, la musica è sempre una garanzia e il clima di festa creato dal mix improbabile di avventori è qualcosa di unico in città.
I club chiudono più o meno tutti verso le sei del mattino, a quel punto tocca scegliere se tornare a casa in metro tra i primi pendolari, oppure continuare a ballare in uno degli after della città: esiste il Bairro Latino, l’Eka Palace oppure una delle feste organizzate dall’East Lisbon Afters, anche in questo caso si tengono in luoghi segreti, annunciati attraverso un gruppo Facebook chiuso. Per fare parte del gruppo occorre rispondere a domande specifiche, come “Qual’è la tua idea di party perfetto?” o “Nomina tre personaggi famosi che stimi”, e sperare di essere selezionati.
Tutto questo sciamare di feste e Club ha anche prodotto produttori e musicisti di livello internazionale: Moullinex e Xinobi, due tra i nomi più in vista, hanno dato vita alla Discotexas, etichetta di musica elettronica che dal 2007 si impegna a scovare e promuovere talenti pescati principalmente dalla scena lisboeta.
Le feste all’aperto
Se il concetto di club estivo a Lisbona non esiste, probabilmente perché anche le notti estive vengono rinfrescate dalla brezza oceanica, esistono le feste all’aperto la domenica pomeriggio. Posti perfetti dove smaltire l’hangover sono Out Jazz e, soprattutto, Brunch Electronik, dove, a rimuovere i postumi del dopo sbronza, ci hanno già pensato nomi del calibro di Gui Boratto, Dave Clarke e Miss Kittin.
Bonus: pimba
Durante giugno Lisbona impazzisce per la festa dei Santos Populares, la città si riempie di palchetti da cui viene suonata la pimba, musica tradizionale portoghese che potrebbe essere riassunta come una specie di piano bar in cocaina, mentre a fianco si grigliano sardine e si beve Sagres. I “tuga” sembrano avere una relazione d’amore e odio con questo particolare genere musicale, ma poi si finisce sempre a grandi abbracci e danze ridicole. Questo è probabilmente come dovevano sembrare i rave cinquant’anni fa.
Il consiglio è quello di iniziare ad adocchiare già ora i voli per i mesi primaverili e estivi, soprattutto maggio e giugno, quando la città da il meglio. Preparatevi a varcare porte scricchiolanti e ad attraversare dancefloor coperti di fumo di sigarette, tutto questo per concedervi un ballo selvaggio. Il ritmo, nella notte Lisboeta, è ovunque. L’alcol scorre a fiumi e le droghe, depenalizzate dal 2001, non abbondano, ma non si fanno neanche mancare.
“E allora prendimi, notte eterna, tra le tue braccia
E chiamami figlio tuo”
…come cartolina finale, ecco una playlist preparata appositamente per questa guida.