Ci sono dj e producer la cui musica assomiglia molto a come sono loro di persona. E quando hai a che fare con gente come Martyn e Delta Funktionen, questa diventa la migliore delle fortune. Metti insieme una conoscenza personale (Martyn) e il fatto di aver instaurato, come Soundwall, una bella media partnership, fatta non solo di banner presi o concessi ma anche di un confronto sui contenuti (e sulla voglia di generarne): tutti ingredienti che alla fine ti fanno passare una bella serata. Soprattutto, una serata di spessore.
Non era facile, non era scontato: Milano sta vivendo una specie di Rinascimento nella club culture che porta a situazioni perfino eccessive. Lo stesso weekend di “Techno, Bitte!” c’erano in giro per la città una marea di serate (mettiamo insieme la lista degli headliner dei vari appuntamenti: oltre a Martyn e Delta Funktionen c’erano anche Matthew Dear come Audion, Virginia & Steffi in back to back, Luke Slater e Slam, Mano Le Tough e The Drifter, Simian Mobile Disco, Cassius, Adam Beyer, Baikal… già tutto questo nell’arco di un solo weekend). Il rischio di bucare c’era, inutile nasconderselo. La folle al Bitte non è stata certo oceanica ma, parole dello stesso Martyn, “Alla fine l’effetto visto dalla consolle era bello: di gente sembrava proprio essercene, e soprattutto erano accaniti ed entusiasti”. Il che fa la differenza. Meglio qualche centinaio di persone tutte belle motivate che un paio di migliaia ad impaccare all’inverosimile la venue sì ma distratti, assenti, presenti perché tanto-bisogna-esserci. No?
A maggior ragione per una proposta non semplice e non scontata come quella di Martyn in versione live. Ovvero, quando bisogna abbandonare ogni (pre)giudizio di genere e abbandonarsi ad un filo logico complesso, dove si accostano generi distanti fra di loro – sia stilisticamente che temporalmente – che quasi per magia si legano perfettamente fra di loro, in uno sviluppo veramente “narrativo” che ha il suo apice emotivo quando improvvisamente partono delle fiondate jungle / drum’n’bass, da vero rave di vent’anni fa (quelli buoni, quelli intensi, quelli legati alla musica e non alle cazzate). Un clubber che vuole sentirsi un set omogeneo dall’inizio alla fine resta spiazzato, ma un clubber che mastica storia e ama combinare nei suoi ascolti passato, presente e futuro non può che gioire.
E la gente, al Bitte, ha gioito. Un euforia diffusa che è stata tenuta alta dal successivo dj set di Delta Funktionen, solidissimo e stilosissimo nel disegnare traiettorie sospese fra electro, techno detroitiana e house originaria chicagoana – è il suo marchio di fabbrica saper unire questi tre mondi alla pefezione, una specie di quadratura del cerchio se uno guarda anche e soprattutto ai caposaldi originari della club culture. Attenzione proprio a questo concetto: è per questo che l’eclettismo illuminato di Martyn e la solidità del dj set di Delta Funktionen si sono legati alla perfezione, senza che uno negasse l’altro e anzi rafforzandosi a vicenda. La radice “etica” era la stessa, questo è il punto.
Musicalmente quindi centro pieno. Ma centro, appunto, anche per il clima che si è creato subito fra artisti e fra artisti e staff. Una cena tutti assieme, dove si sono toccati un po’ tutti gli argomenti anche ben al di là della routine musica-date-clubbing, parlando di politica, società, sport, con la splendida educazione di Martijn e Nils che potevano tranquillamente starsene per i fatti e parlare in olandese ma che invece hanno sempre paralto in inglese per coinvolgere tutti quanti nella conversazione. Stesso approccio ripetuto anche una volta arrivati al club, prima della serata, trattando tutti a sorrisi e buona educazione (trattando così anche il solito tizio euforico che all’improvviso, arrivato chissà da dove, sale sulla consolle ad aizzare la folla con verve quasi eccessiva – quello evidentemente non manca mai). Belle le serate così. Riuscire a portarle avanti, facendo crescere l’affluenza ma senza svendersi in nessun modo, è la sfida che attende “Techno, Bitte!”.