In occasione del party di chiusura di Elita Design Week Festival, durante la design week di Milano, siamo riusciti a ritagliarci un po’ di tempo libero da tutti gli impegni della settimana più frenetica dell’anno per fare quattro chiacchiere con Tanner Ross, che è passato in città assieme al resto della Crew Love, subito dopo il suo set al Teatro Parenti. Proprio come durante un party della Crew Love, si sa da dove si parte ma non si sa mai dove si arriva, per cui è stata un’intervista “seria” forse giusto per i primi due-tre minuti dopodiché si è trasformata in una chiacchierata tra amici, perché proprio come quando è dietro la console Tanner è stato in grado di trasmettere una sensazione di relax e di allegria enorme. Se è vero che si riesce a intuire molto del carattere di un dj guardandolo suonare, possiamo dire con assoluta certezza che Tanner Ross fuori dalla console è assolutamente uguale a com’è dietro i piatti: solare e divertente, uno con cui stare a parlare del più e del meno per un sacco.
Anche oggi, come l’ultima volta che sei stato qui (con Nick Monaco, ndr), è una domenica, e credo che sia una cosa abbastanza interessante, perché la musica che tutti voi della Crew Love suonate e il vostro stile in generale, alle mie orecchie, suona come musica “da domenica”. E’ così anche per voi, è proprio che siete voi ad avere questo mood “domenicale”, o è solo perché la domenica suonate in questo modo e negli altri giorni della settimana invece è diverso?
Beh, quando facciamo i nostri party Crew Love, si tratta praticamente sempre di beach parties, o dei barbecue, o delle riunioni di famiglia, e di solito tutte queste cose succedono di domenica: in sostanza, quindi, anche se non è proprio domenica, è come se lo fosse tutti i giorni! I nostri party di solito sono molto lunghi, iniziano di giorno e finiscono a notte inoltrata, si parla di tredici o quattordici ore, e il nostro modus operandi è che quando inizi a suonare di giorno, non puoi certo suonare techno fin dall’inizio, devi riscaldare un po’ la gente per il vibe della festa, e saresti sorpreso di sapere quanta gente c’è che non capisce quest’idea, che inizia e da subito suona “abushabushabushabushabushabushabrrrrrmmmmmmm”. Sempre. E quando salgo in console, devo rallentare tutto per poi riaccelerare di nuovo, perché altrimenti sarebbe follia! Quando suoniamo insieme, invece, abbiamo questo accordo comune che chiunque suoni per primo – e non sono sempre io, non sono sempre i W+L, l’ordine in cui suoniamo cambia sempre – parte più piano.
Certo, mi pare il modo più sensato di condurre un party, cercare di costruire un crescendo.
Esatto, è proprio come con la musica, devi avere delle cime e delle vallate, delle cime e delle vallate, perché se l’andamento fosse costante non saresti in grado di apprezzare gli alti e i bassi, sarebbe noioso.
E probabilmente è proprio lì che sta il fascino degli opening set per un dj, nella possibilità di impostare il tono di tutta la serata.
Sì, e puoi suonare tutto quello che vuoi. Cioè, ok, è divertente anche suonare durante il peaktime, ma quello non è sempre divertente.
E’ la stessa cosa che penso io: il peaktime mi è sempre sembrato la parte più “facile” di un party, in cui la gente è già carica e qualunque cosa suoni loro sono già felici così.
Esatto, fare i set di apertura è molto più challenging.
Un’altra cosa di cui volevo parlare con te è il rapporto che hai col resto della Crew Love. Ho parlato con Nick Monaco qualche tempo fa, e una cosa di cui abbiamo parlato, e di cui vorrei parlare anche con te, è se ci sono differenze tra quando suonate da soli e quando suonate assieme agli altri.
Non è poi così tanto diverso: alla fine, io ascolto reggae, hip-hop, techno, house, funk, disco, country, musica classica, jazz… ascolto di tutto, e ho la sensazione che all’inizio della mia carriera fossi in grado di suonare solo house e techno, perché erano le uniche cose che conoscevo, ma dopo anni di esperimenti e di viaggi, anni passati a imparare assieme agli altri ragazzi, ora mi sento in grado di suonare qualunque genere in qualunque momento, dipende solo dal tuo timing mentale e da quanto riesci a percepire la folla che hai davanti. Ma in realtà c’è anche un fattore importante di fiducia in sè stessi, quindi per tornare alla tua domanda: non credo che ci sia alcuna differenza quando suono coi ragazzi, anche perché ruotiamo sempre, per cui se faccio un peaktime set in Brasile, suonerò da peaktime set in Brasile, niente di diverso, mentre se faccio un’apertura per un party Crew Love, suonerò da apertura per un party Crew Love, e se faccio apertura per i PillowTalk, che sono una band, suonerò da apertura per i PillowTalk. Inoltre, il mio primissimo tour europeo da dj è stato come opening dj per Nicolas Jaar, per cinque o sei show: conoscevo la sua musica, perché lui è un mio caro amico, però ho scoperto in fretta che qualunque cosa faccia lui quando sale sul palco sarà fantastica, ma tu prima di lui non puoi suonare troppo veloce, e devi dare e allo stesso togliere qualcosa al pubblico, e sfidarlo, per cui ho imparato una quantità incredibile di cose sul djing in meno di due mesi di aperture per Nicolas Jaar, perché la sua musica è così lenta, così diversa, così sperimentale che ho realizzato che puoi davvero suonare qualunque cosa durante un’apertura a patto che rispetti chi suona dopo di te. Indipendentemente da quello che hai suonato durante il tuo set, negli ultimi due o tre dischi che suoni prima dell’artista che suonerà dopo di te devi rallentare e creare una connessione tra il tuo set e il suo.
Come sei entrato a far parte della Crew? Come hai conosciuto i ragazzi? So che molti di voi sono amici da un sacco.
Sono stato al Berkeley College of Music a Boston, e Charlie dei Soul Clap era il mio coinquilino durante gli anni del college, perché a Boston non ci sono i dormitori per studenti, perché l’università è in città, per cui gli studenti devono trovarsi un appartamento, e io sono finito a vivere con Charlie per quattro anni e mezzo, e durante l’ultimo anno e mezzo abbiamo iniziato a fare musica, viaggiare e a essere pagati per fare i dj. Fin dall’inizio, quindi, ero amico dei Soul Clap, poi loro hanno conosciuto i Wolf+Lamb a New York, e un anno e mezzo dopo me li hanno presentati e abbiamo iniziato a fare musica tutti insieme; inizialmente eravamo noi, Deniz Kurtel, Seth Troxler, Ryan Crosson, Lee Curtiss, Shaun Reeves, Nicolas Jaar, poi loro hanno cominciato a fare altro per conto loro, mentre Deniz è rimasta con noi e fa ancora musica con noi, poi abbiamo conosciuto Navid (Izadi, ndr) e i PillowTalk a San Francisco e sono entrati a far parte della famiglia Crew Love estesa sulla West coast. Insomma, siamo tutti quanti amici da un sacco di tempo, ci conosciamo da più di sette anni.
E questa devo dire che è una cosa che traspare durante i vostri set.
Anche quando non stavamo facendo musica insieme, eravamo comunque amici, e questa probabilmente è la cosa più importante, ed è anche il modo in cui gestiamo l’etichetta: non accettiamo demo, lavoriamo solo con persone di cui possiamo dire “hey, posso stare in viaggio con questa persona per quattro anni, sei anni, ogni giorno, senza incazzarmici”. Non ha importanza se fai la miglior musica del mondo, se non sei una persona con cui è piacevole stare non funzionerà.
Credo che questo sia un grosso fattore del successo dei vostri show. Come gestite le timetable dei vostri show, a proposito? Le decidete in anticipo, oppure è qualcosa di improvvisato?
Non decidiamo mai niente prima. Anche quando abbiamo una band, come i PillowTalk, iniziamo a mettere dei dischi e andiamo avanti finché non abbiamo la sensazione che il pubblico sia pronto e poi inizia il live della prima band. Quando hanno finito, poi per una ventina di minuti suoniamo delle cose più soft, tipo del reggae o dell’hip-hop per una ventina di minuti, per creare un intermezzo e fare in modo che ci sia una transizione fluida.
Credo sia una cosa piuttosto rara: ho visto spesso dei dj suonare insieme, e spesso è un casino.
Assolutamente, è difficile: io ho amici che amo un sacco, ma con cui non posso assolutamente suonare. Siamo migliori amici, ma non possiamo suonare insieme.
Cambiando completamente argomento: cosa ascolti quando non suoni? Cosa canti sotto la doccia, cosa ascolti in macchina? Domanda MOLTO vaga, intenzionalmente.
Wooow. Ok. Passo un sacco di tempo in macchina con la mia ragazza, e non mi piace molto ascoltare la musica che faccio, ma la musica che suono… visto che suono di tutto, tecnicamente credo tu possa dire che ascolto di tutto, ma in realtà ascolto un sacco di radio, di musica pop, di hip-hop mainstream, e ricavo un sacco della mia ispirazione dalla musica pop alla radio, perché l’ascolto e penso “questa roba è strafiga, ma i vocals fanno schifo, vediamo cosa succede se tolgo i vocals e faccio della musica su questo stile”. A casa ascolto un sacco di vinili, non sento mp3. Ascolto un sacco di Quincy Jones, Miles Davis, i Parliament Funkadelic sono uno dei miei gruppi preferiti di sempre, un sacco di funk e soul, ho un sacco di country nella mia collezione, sono un gran fan di Willie Nelson, Dolly Parton…cazzo, ascolto davvero di tutto, Fela Kuti, qualunque cosa.
E questo mi porta a un’altra domanda che volevo farti, perché ho scoperto, parlando con altri musicisti e dj, che quello che davvero ha influenzato il loro gusto è quello che ascoltavano da bambini, quindi cosa ascoltavi da bambino?
Michael Jackson! I Beach boys, i Nirvana, i RHCP, A tribe called quest, perchè il mio migliore amico aveva una sorella maggiore che ascoltava cose veramente fighe; sono nato nell’82, per cui nel ’92 avevo tipo dieci anni ed ero troppo piccolo per capire cosa stesse succedendo, e lei aveva queste cassette di gruppi hip hop strafighi e ho scoperto tipo i Beastie Boys, i Rage against the machine, i Metallica… gli anni ’90 erano davvero vasti, c’era di tutto, dal rock, all’hip hop, all’r&b, ed era tutto figo.
Questa cosa è particolarmente divertente: quando ho intervistato Nicolas Jaar lui mi ha detto che una delle cose che di solito influenzano gli artisti quando sono giovani è quello che ascoltano gli amici delle sorelle maggiori, ed è esattamente quello che mi hai detto tu adesso.
Esattamente! E’ verissimo, perchè quando sei così giovane, tu vuoi essere come la sorella maggiore figa!
Prossimo argomento: che piani avete per l’estate come Crew Love? Immagino sarete piuttosto impegnati, anche perchè la vostra musica è un sacco estiva, per cui credo che sia il periodo più impegnato dell’anno per voi.
Negli ultimi, credo, sei anni, il grosso delle nostre carriere l’abbiamo passato a Berlino durante l’estate, perchè è facile girare l’Europa partendo da lì ed è una buona base d’appoggio perchè anche quando non sei in giro a suonare sei comunque circondato da musicisti, e tutti sono in una specie di “party zone”; in realtà negli ultimi anni abbiamo un po’ trascurato l’America in estate, per cui tornerò là in luglio, e poi in agosto saremo di nuovo in Germania per la stagione dei festival, per cui la mia estate sarà in giro per l’Europa, al caldo, cercando di abbronzarmi un po’ e di magiare sano.
Sei un tifoso dei Nets? (Tanner ha un cappello dei Brooklyn Nets, ndr)
Certo.
Chi vince l’anello quest’anno?
E’ una domanda difficile. In effetti non sono tifoso di una squadra, sono tifoso dei giocatori, per cui è difficile dire chi vorrei che vincesse. Adoro Kevin Durant, *ma*… credo che vincerà il campionato? Non lo so. I Clippers sembrano piuttosto forti, ma non lo so…I Nets? Non so. Gli Heat potrebbero farcela ancora.
Vero, ma a non mi piacciono troppo, quindi spero di no.
E scommetto 10 dollari che so perchè non ti piacciono. Perchè hanno vinto troppe volte. E’ il motivo per cui tutti odiano Boston, perchè Boston ha vinto un sacco nel football, nel basket, nel baseball, nell’hockey, e tutti pensano “fanculo Boston”, ed è il motivo per cui non metto mai cappelli di Boston, perchè trovi sempre qualche tifoso che ti dice “Boston sucks”. Magari metto qualcosa dei Chicago Bulls, perchè amo Michael Jordan e sono un nostalgico di quella roba, o metto qualcosa dei Nets, perchè sono nato nel New Jersey e Brooklyn è dove la Crew Love è basata. Poi sai, io sono nato in New Jersey ed è strano, perchè molta gente nel mondo pensa al New Jersey solo come a un’estensione di New York.
Oppure pensano a Jersey Shore.
Esattamente. Io sono nato a mezz’ora dai posti di Jersey Shore.
Ma non sei esattamente come i personaggi di Jersey Shore.
Nooo, no no per niente. Ma c’erano ragazzi nella mia scuola come loro, coi capelli a punta, abbronzatissimi… ragazzi, fa male alla pelle! No!
Ok, ultimissima cosa che volevo chiederti di cui stavo quasi per dimenticarmi: la tua bio su Resident Advisor dice “Street Figther II Champion”. E’ vero?
Tra gli amici quando ero un ragazzino, sì. Ho fatto qualche torneo, ne ho anche vinti, ma non sono stato campione del mondo. Tra amici è capitato che rompessimo qualche controller, e mia madre si incazzava.
Ero curioso di chiederti di questo perché spesso capita che i dj siano, in qualche modo, dei nerd, ma in qualche maniera voi mi sembrate diversi, perché siete un sacco “party people”. Com’è possibile?
Devi essere un nerd per essere un dj. In effetti noi siamo tutti nerd, ma credo che ci sia un legame anche col nostro background punk-rock. Ero un sacco coinvolto nella scena punk-rock al liceo, suonavo il sassofono un un gruppo ska, suonavo i synth in un gruppo metal… sono cresciuto con un gruppo di amici davvero folle, uno dei miei migliori amici ora gira l’America facendo film con le BMX. Sono cresciuto con attorno un cast di personaggi in cui io ero il meganerd, giocavo a Dungeons&Dragons e ai giochi di ruolo, ho passato gran parte della mia adolescenza giocando tipo a Chrono Trigger, a Everquest, a World of Warcraft, Warcraft 2 e 3, Goldeneye, etc…
E poi sei diventato un musicista, ed è strano, perchè anche io ho avuto la stessa adolescenza e sono diventato uno sviluppatore software.
Ma infatti anche io sono andato a Berkeley con l’intenzione di diventare uno sviluppatore di videogiochi. Poi però ho studiato composizione per i synth, e mi sono concentrato sulle colonne sonore, in particolare per i videogiochi; mentre ero al college ho fatto la colonna sonora per “Tom Clancy’s Splinter Cell 4” e “Hellgate: London”, avevo mandato anche un demo per la colonna sonora di uno dei giochi della serie “Silent Hill” ma non me l’hanno accentata. Poi per un paio d’anni ho fatto anche musica per National Geographic Romania, perchè ho un amico che fa tipo…non è esattamente un diplomatico, fa cose fighe per la nazione, non saprei dirti…un ambasciatore? Boh, fa roba per promuovere l’immagine della nazione. Ad ogni modo, poi ho iniziato a fare il dj, e sono arrivato qui.