Ora che possiamo tornare ad assaporare un po’ di musica e un po’ di vita in più, la ricaduta in realtà deve essere vasta, più vasta: perché paradossalmente – e in questo crediamo si rivedranno in molti – stare a casa divanati in realtà intorpidisce. Alla lunga, e qualche volta proprio alla breve, invece di spingerti ad approfondire fa un po’ il contrario. Cerchi insomma un intrattenimento affidabile, ti viene un po’ meno da esplorare. Alla fine è uscire, fare, ascoltare, vedere persone e scambiare opinioni in tempo reale con esse che dà la voglia di tuffarti ancora di più nelle tue passioni, che ti fa fare quel passo in più che ti porta non solo a fruire ma, nei casi migliori, a scoprire. E meno male.
Così come meno male che Seeyousound è tornato, a Torino, dopo un’edizione interrotta bruscamente a metà e una edizione solo virtuale, per ovvi motivi pandemici. Stiamo parlando di uno dei gioielli assoluti per chiunque sia appassionato di musica, anche se di per sé non è un festival di musica strettamente parlando. E’ semplicemente il momento in cui – con una mano curatoriale da sempre molto attenta e vivace – si radunano da tutto il mondo film, documentari, lungo-, medio- e cortometraggi che hanno per argomento la musica in tutte le sue sfaccettature: l’intensità dei racconti biografici, il fascino dell’analisi di una scena o di un contesto particolare, la voglia di esplorare quell’intreccio fra passione straordinaria e vita quotidiana che rende le nostre vite un po’ più ricche, se non ci limitiamo solo ad ascoltare distrattamente ciò che gira nelle radio più commerciali.
Fuori le date: dal 18 al 24 febbraio, a Torino. Quindi si inizia domani. Fuori i numeri: 67 titoli presentati in totale, di cui ben 24 in anteprima assoluta italiana. In tutto questo poi sezioni speciali (Long Play Feature per i lungometraggi, Long Play Doc per i documentari, 7inch per i cortometraggi, Frequencies per le sonorizzazioni originali), eventi collaterali legati al clubbing (approfondiamo fra qualche riga), un quartier generale storico e comodo (il Cinema Massimo all’ombra della Mole, quindi in pieno centro). Insomma: un piccolo paradiso per la vostra voglia di approfondire, scoprire, esplorare. Potete farlo indagando su Berlino e la techno o sulla scena hip hop genovese, potete farlo tuffandovi nei nostalgismi sugli Smiths così come sui futurismi dello spoken word più urbano ed estremo, potete scoprire in anteprima italiana il documentario autobiografico di Moby (dove compaiono anche Bowie e Lynch) o riassaporare il vero spirito ed attitudine indie (non il “pop mainstream risciacquato” che ultimamente ha preso un po’ tanto piede. Questo e molto altro in un programma fitto, fittissimo, che potete consultare qui nel modo più completo possibile.
Ma vi accennavamo anche delle propaggini clubbing: venerdì 18, nella giornata inaugurale del festival, se proprio non vi starete morriseyanamente struggendo con “Shoplifters Of The World” e il successivo party al Blah Blah ci sarà Lele Sacchi ad accogliervi al One Apple, il giorno dopo ci sarà la prima delle due grandi seratone che fanno da satellite alla proiezione di “Riviera Clubbing” (il 19 in console Cirillo, Uovo, Teo Lentini), il 23 – nel momento in cui scriviamo ancora TBC, quindi controllate – ci sarà la grandissima classe di Bruno Bolla al Mercato di Porta Palazzo, gran finale il 24 ancora sotto l’egida dell’interessantissimo “Riviera Clubbing” (che sarà proiettato proprio quel giorno) con Ricky Montanari, Gianni Parrini e di nuovo Teo Lentini.
Insomma: per l’ennesima volta Torino riesce a trasformarsi in una città che quando ci si mette ti fa vivere la musica in modo diverso, strutturato, approfondito – non solo con gli eventi spot (singole date di tour internazionali, eventi speciali ma dove entri solo se sei nella guest list di questo o quell’altro brand: sì Milano, stiamo dicendo a te), ma cercando di fare qualcosa in più, cercando insomma un progetto. Seeyousound nasce in sé come evento cinematografico ma ha l’enorme pregio ai nostri occhi di aver creduto alla musica (…ed alla musica di qualità, questo lo sottolineiamo forte) proprio come atto costitutivo. Un modo perfetto per ricordare che ‘sta cosa che amiamo tanto non è solo musica-e-basta e non è solo consumo o numeri: è una compagna di vita, è un intreccio di emozioni, è un aggregatore di passioni e talenti come poco altro mondo. Ed è quindi qualcosa che si può e si deve raccontare “a margine”, con uno sguardo cinematografico. Biglietti, qui. Fatevi sotto: merita. Merita anche un viaggio fino a Torino apposta, se già non siete lì.