Voi dal primo album ufficiale di Brodinski vi aspettavate lo stato dell’arte di quella techno buia e cattiva che tanto ci sta piacendo di questi anni, no? Beh, sinceramente anche noi. Soprattutto dopo il mix ufficiale di “I Love Techno” dell’anno scorso, che già era stato il suo atto di forza. Ma sapete che c’è? Di gente capace di fare punti della situazione techno oggi come oggi ce ne sono decine. Mentre di teste pensanti capaci di infilarsi nelle fessure dei suoni moderni, spiegando tutte le possibili ibridazioni del materiale trap con l’elettronica d’adrenalina se ne contano pochissime. Forse una sola: RL Grime, che già aveva disegnato la sua bella traiettoria alternativa nel suo disco dell’anno scorso.
Ecco, con “Brava” Brodinski ha portato avanti quello stesso tipo di ragionamento: ha chiamato a raccolta un gruppo eterogeneo di rappers in modo da riempire traccia per traccia tutto il disco, e ha tirato fuori il disco per eccitare gli amanti dei suoni moderni. Con un modo ingegnosissimo di mischiare le cose, con quella disinvoltura nel metterci elettronica per il grande pubblico e rappato deviato contemporaneo, facendo 14 pezzi in cui nessuno può essere messo dentro a un calderone di genere in maniera facile. Probabilmente il disco con più cose da dire tra quelli usciti finora quest’anno, tirato fuori da quello che in realtà avrebbe dovuto venirsene fuori nel modo più prevedibile. Beccatevi il minimix di sette minuti qui sopra, e provate a uscirne fuori con le stesse certezze di prima.