Ieri era l’8 marzo.
…e, in realtà, sarebbe meglio lo fosse anche oggi.
E domani.
E dopodomani.
E dopodpomani ancora.
E poi fino alla fine della settimana.
E fino alla fine del mese.
Fino alla fine dell’anno.
Insomma, celebrato fino a quando anche nella musica – e magari per primo nella “nostra” musica, come ora spiegheremo – non ci sarà una sostanziale parità di genere: parità tra chi fa musica, chi organizza serate, chi promuove la musica o le serate, chi lavora dietro le quinte, chi lavora all’accoglienza, chi si sbriga la burocrazia… e continuate pure voi l’elenco.
Ecco: quando finalmente arriveremo a questo, e solo quando arriveremo a questo, perderanno sì di senso tutte le “quote rosa”, i discorsi sugli headliner donne, su quali siano o non siano le scorciatoie per diventare famosi (…ma poi, pensate davvero che gli uomini oggi non usiano scorciatoie “da social”, per scalare il mercato? Che davvero?). Discorsi che tanto piacciono ai cavalieri del “sì, ma…“.
Continua a non esserci nessun motivo né logico né fisico per cui le donne debbano stare in minoranza tipo riserva indiana, o siano confinate a specifici ruoli. Zero, nada, nisba. Se questo accade, è solo ed unicamente perché abbiamo addosso ancora decenni, anzi, secoli di discriminazioni, di pregiudizi, di automatismi sociali distorti ed oggi difficilmente giustificabili per cui è molto più facile e “naturale” per un uomo essere protagonista a trecentosessanta gradi nel mondo della musica e del clubbing. Perché mai.
Ci sono anche donne che vi si avvicinano solo per la fama, i lustrini, l’esposizione? Può darsi. Ma pensate che non ci siano altrettanti uomini che siano alimentati dalle stesse identiche motivazioni? Eh, fate voi. Le donne usano il corpo per farsi notare, e vi pare “volgare”? Non certo di più di chi fra gli uomini usa la fama, la ricchezza, le amicizie importanti e strategiche (…e provate a dire che no, non lo fanno, non le usano). Esporre il corpo è “peggio” solo per chi ha problemi di ipocrita prurigine morale, se uno va fino in fondo nell’analisi è lì che si arriva.
Il mondo dei dancefloor dovrebbe essere all’avanguardia nel porre finalmente a queste storture insopportabili. Oh sì. Perché è il mondo dell’inclusione; è il mondo che rifiuta (o dovrebbe rifiutare…) le falsità e le ipocrisie della vita “normale” in cambio della tolleranza e della libertà d’espressione; è il mondo che è nato ed è stato fatto meraviglia dagli “esclusi”, da chi ha avuto il coraggio di lottare contro i luoghi comuni e i moralismi. Questo è il DNA di provenienza del clubbing, non è una opinione ma sono libri di storia, e più di altri chi ama o s’interessa di questo mondo dovrebbe sentire il dovere di arrivare ad una realtà senza discriminazioni, fatta di libertà e di accessibilità senza steccati. O dove gli steccati ci siano sì, ma solo per chi vuole reazione, conservazione, classismo, sessismo, prevaricazione.
Davvero: se si è anche solo lontanamente sfiorati dal piacere abituale di ballare, di andare per club, di immergersi nella musica da dancefloor, l’8 marzo era ieri, va bene, ma continua ad esserlo anche ogni altro singolo giorno dell’anno, almeno finché le cose non andranno al loro posto.
Il che non significa essere tutti uguali, fare le stesse cose; o ancora di più, esercitare il proprio potere “di genere” in questo o quel campo in modo feroce ed arbitrario. E’ l’esatto contrario. E’ la libertà di essere se stessi. Senza una coltre stratificata nei secoli di storture e pregiudizi che ti impediscano di esserlo, e senza fare danno reale a nessuno – se non a chi vuole che certi rapporti di forza, presenza ed influenza restino sempre squilibrati, a proprio vantaggio.
Ieri tutti a celebrare l’8 marzo. Bene.
Noi, nel nostro piccolo, vorremmo ricordarvi che oggi e per tutti i prossimi giorni a venire andrebbe celebrato, forse, ancora di più.
E’ una strada ancora lunga. Per dire: questo stesso sito parla chiaro, le porte sono aperte a tutte e tutti ma da sempre c’è una grande predominanza di firme maschili. Non tratteremo mai gli articolisti come dei “panda da proteggere” a seconda dell’appartenenza di genere, non sarà mai pubblicato un articolo di una ragazza “…solo perché è una ragazza“, di questo potete starne certi, ma finché non ci sarà un riequilibrio nelle firme naturale e spontaneo, beh, vuol dire che ancora di strada da fare ce n’è.