Voi che seguite assiduamente questo sito lo sapete bene. In fondo in fondo, al di lá di tutte le discussioni, diatribe, distinzioni tra tribù, generi e sottogeneri, quella che ci muove e che ci anima è la stessa identica passione. Ed in tempi di manichini alla consolle e “stars” nate su Facebook, è bello riconoscere questa passione – o se volete, questa ossessione – in dj e produttori che continuano a coltivarla per davvero. Il francese DJ Deep è uno che da tanti anni con umiltà e costanza questo fuoco lo tiene acceso. Cultore di house e techno “vecchia e nuova” come lui stesso tiene a precisare spesso, label owner, accanito ricercatore di vinile e compilatore di raccolte che sono veri e propri scrigni di tesori nascosti e dal valore inestimabile. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo in occasione dell’uscita, per Tresor, del primo volume, da lui curato, della serie di raccolte mixate KERN.
Ricordo le prime volte che ho notato il tuo nome è stato in associazione con St. Germain e Laurent Garnier alla fine degli anni ’90 ed all’inizio dei 2000. Quali sono i tuoi ricordi riguardo la scena francese di quel periodo, che molti in Italia ricordano ancora con affetto, e piu in generale a proposito dei tuoi inizi come dj e produttore?
Ti ringrazio molto per ricordartene. Sono stato molto fortunato, primo perche Laurent Garnier sia stato cosi gentile da darmi la possibilità di imparare guardandolo lavorare, e secondo, incontrando Ludovic Navarre sono stato molto fortunato perche mi ha mostrato un sacco di cose nel suo studio ed è stato molto gentile a volere produrre alcuni dei miei dischi, ovviamente era il genio che tutti sappiamo, ed io ho potuto osservarlo ed imparare.
Un altro dei tuoi progetti è stata la favolosa serie di compilations “City to City” uscita per la BBE. Ci puoi raccontare come sei arrivato a quell’idea e come l’hai compilata e mixata?
Ti ringrazio per le tue belle parole. Lo scopo di quelle compilations era di presentare da un punto di vista personale alcuni miei classici preferiti. Non il generi di classici alla “Move Your Body” di Marshall Jefferson (che amo assolutamente ma che fortunatamente sono gia disponibili in altre compilations), ma una selezione più intima di alcuni dischi che hanno segnato il mio amore per questa musica.
A proposito di andare a scavare piu in profondità nelle scatole dei dischi, so che sei un grande collezionista di vinile. Ci puoi raccontare qualcosa a proposito di questa tua passione? Quanti dischi possiedi?
Possiedo fin troppi dischi… e non ne sono orgoglioso! Io vengo da un era in cui era difficile procurarsi i dischi che volevi, i negozi spesso avevano solo poche copie disponibili e quando si esaurivano, era per sempre. Così sono sempre preoccupato di perdermi qualcosa, e di conseguenza compro un mucchio di musica. Vorrei essere più forte e poter resistere alla tentazione e non preoccuparmi di “perdermi qualcosa”. Ma non sento di essere un collezionista, anche se in effetti poi colleziono musica di alcuni artisti o labels. Mi considero piuttosto un “vero amante della musica!”
Visto che siamo arrivati a parlare di vinile, quale è la tua opinione riguardo al djing digitale e più in generale riguardo all’evoluzione del djing nel nuovo millennio?
Penso che, fin tanto che suona bene ed il dj è ispirato e fonte di ispirazione, allora sono contento! Per fare suonare bene il vinile, devi passare attraverso un certo processo, e visti i mixers che di solito trovo nella gran parte dei clubs ti posso dire che quella non è la maniera migliore per far suonare il vinile come si deve. Quello che voglio dire é, che quando fai il dj devi mettere grande passione in tutte le varie fasi del lavoro, a cominciare dalle puntine che usi (se usi vinile) fino al mixer, e se invece usi il digitale dal modo in cui codifichi la tua musica fino al modo in cui connetti i tuoi players al mixer.
Ho letto una cosa che mi ha intrigato molto. Tu sei stato coinvolto nella produzione del mixer DJR400, un mixer di fascia alta su cui djs del calibro di Theo Parrish e Carl Craig sono pronti a mettere una mano sul fuoco. Ci puoi raccontare qualcosa riguardo a questo progetto?
Sì, E&S è il marchio che ho fondato con il mio partner Jérome Barbé. Siamo noi che abbiamo progettato quei mixers.
Ci puoi raccontare qualcosa a proposito della tua più recente uscita, KERN Vol. 1? Con che criterio hai scelto le tracce incluse e quale è stato il tuo approccio al mixaggio?
Ho cercato di raccontare una storia in cui lo spirito della house e della techno, di cui mi sono innamorato nei primi anni ’90, è ancora vivo e si evolve in nuovi modi e nuovi suoni. Ho cercato di creare un dialogo tra house e techno, vecchie e nuove. L’idea di fondo era di scrivere una specie di diario da dj in cui selezionavo vecchie e nuove tracce che suonano rilevanti ancora oggi.
La tua tracklist in KERN Vol.1 oscilla tra la house più scura e profonda e la techno. Mi piacerebbe chiederti che opinione hai riguardo allo stato della techno nel 2012 visto che sull’argomento in Italia si è aperto un dibattito tra pubblico e media al momento.
Trovo che attualmente ci sia un mucchio di techno davvero entusiasmante, ad essere onesto tra il 2011 ed il 2012 sono stato molto più preso dalla techno ed ora, con una nuova fresca ondata di house posso dirti che la metà della mia valigia dei dischi è composta da house e l’altra metà da techno, il che penso sia una gran cosa. In alcune serate le selezioni sono cinquanta e cinquanta per cento dei due generi mentre in altre serate vado per uno o per l’altro genere a seconda delle vibrazioni del momento.
Mi piacerebbe sapere qualcosa a proposito della tua etichetta Deeply Rooted, le sue prossime uscite e se darai ancora alle stampe dischi a tuo nome.
Ho fondato la label nel momento in cui ho deciso di smettere di cercare di produrre musica per concentrarmi sulla musica di amici di talento. Così, anche se sto ancora cercando di imparare, dubito che faró uscire altre mie produzioni in futuro. Sono invece molto orgoglioso di avere a bordo Marcelus e Jonas Kopp, lo stesso vale per Bleak, mentre non vedo l’ora di arrivare alla pubblicazione di uno dei miei artisti francesi preferiti, Zadig, ed anche, dagli Stati Uniti, di un artista dal grande ed unico talento: Will Azada!
English Version:
All the assiduous followers of this site know it very well. At the end of the day, beyond all the discussions, the rows, the distinctions between tribes, genres and subgenres, it’s the same passion that moves the all of us. In times of dj dummies and “Facebook stars” it’s nice to recognise the same passion – or if you prefer, the same obsession – in djs and producers that cultivate and nurture it for real. The french DJ Deep is keeping this fire burning since years with humility and perseverance. House and techno enthusiast, label owner, vinyl hunter and compiler of collections that are real jewel boxes. We got the pleasure and the honour to interview him in occasion of the first volume of the compilation series KERN, released by Tresor Records.
I remember the first time I noticed your name, it was in the late 90s/early 2000s in association with St. Germain and Laurent Garnier. What are your memories of the french scene in that period, that many here in Italy still remember very fondly, and more in general about your beginnings as dj and producer?
Thank you very much for remembering. Well I was very lucky, first because Laurent Garnier was kind enough to give me a chance to learn and watch him, and second when meeting Ludovic Navarre I was also very lucky because he showed me a lot of stuff in his studio and was kind enough to even produce some records for me, he was obviously the genius we know, and I was learning and watching.
Another one of your projects was the fabulous BBE compilation series “City to City”. Can you tell us how did you get to that concept and how you compiled and mixed the whole?
Thanks a lot for the kind words, those compilations aimed to show some of my “personal” classic favourites! Not the Marshall Jefferson “Move Your Body” type of classics (which I absolutely love but that are luckily available on many compilations), but more of an intimate selection of some of the records that defined my love for this music.
Talking about diggin’ deep in the records crates, I know that you are a great vinyl collector. Can you tell us something about your passion? How many records do you own?
I own too many records… and I am not proud of it! I come from an era when it was difficult to get the records you wanted to buy, stores would sometimes only have a few copies and when they were gone, that was it. So I’m always worried to miss something, and I buy a lot of music. I wish somehow I could be stronger and not always have to be worried to “miss something”, I don’t feel as a collector, even if I actually do collect music from some artists and labels. I feel more like a “Real Music Lover”!
Since we are talking about vinyl, what’s your personal opinion about digital djing and more in general about the evolution of djing in the new millenium?
I think that as long as it sounds good and the dj is inspired and inspiring, then I’m happy! To make vinyl sound good, you have to go through a certain process, and given for instance the mixers I usually see in most clubs, I can tell you it is definitely not the best way to make your vinyl sound right! What I’m trying to say is, when you’re djing, you have to be passionate about all the steps of the job, from the needles you use (if you play vinyl) to the mixer, or if you play digitally from the way you encode your music to the way you connect your device to the mixer.
I read something about you that I found very intriguing. You were involved in the design of the DJR400 mixer, an high-end dj mixer on which the likes of Theo Parrish and Carl Craig swear for. Can you tell us something about this project?
Yes, E&S is the brand we founded with my partner Jérome Barbé. We designed those mixers.
Can you tell us something about your new release, KERN Vol 1? Again, how you choose the tracks to include in it and how you approached the mixing?
I try to tell a story, in which the spirit of house and techno that I fell In love with back in the early 90’s is still alive, and evolving in new ways and new sounds. I try and create a dialogue between house and techno, new and old. The concept was almost like writing a dj diary where I would select tracks, old and new, that sounded relevant today.
Your KERN mix oscillate between the moodier and deeper end of house and techno. I would like to ask your opinion about the state of techno in 2012 since there’s a sort of public debate in Italy about the topic at the moment.
I find a lot of techno very inspiring these days, to be honest in 2011-2012 I was really more into techno, and now with a brand new fresh wave of House I can say ½ of my record crate is House and the other ½ is Techno, which is great, some nights are ½ and ½ some other nights are full on techno or full on House depending on the vibe of the moment!
I would like to know about your own label Deeply Rooted and its future releases and about your own releases too.
I started the label when I decided to stop trying to produce music but focus on some talented friends music. So even though I’m trying to teach myself how to produce I doubt I would release anything again. I’m very proud to have Marcelus and Jonas Kopp on board, as well as Bleak, but I´m also extremely looking forward to releasing some music from one of my favourite French artists Zadig, and also from the US, a very unique and talented artist: Will Azada!