È il momento di presentarvi alcuni degli album più validi tra quelli in uscita in questi primi mesi dell’anno, i lavori che portano le firme degli Zenker Brothers, del misterioso Vril e dell’inglese Romare. Si tratta di raccolte prodotte da artisti dal carattere e dalle idee ferme, che confermano, ancora una volta, quella che è la loro chiara fisionomia artistica. Così in questa puntata di Suoni & Battiti potete trovare alcune riflessioni sul suono ibrido dei fratelli Dario e Marco Zenker, che con calma e perseveranza hanno saputo dare un’identità inconfondibile alla loro Ilian Tape, sulla techno menefreghista e spavalda di Vril e sull’attesissima prima raccolta di Romare, che esordisce su Ninja Tune con un lavoro capace di alzare il livello dei meravigliosi EP che l’hanno preceduto.
Qui il nostro pensiero, ma come al solito l’ultima parola spetta a voi.
[title subtitle=”Zenker Brothers – Immersion (Ilian Tape)”][/title]
Dopo quattro EP firmati in coppia, due sulla loro Ilian Tape e altrettanti su Tresor, i fratelli Zenker si apprestano a pubblicare la loro prima raccolta, la cui uscita è prevista nelle prossime settimane ed è accompagnata dal tam tam tipico dei lavori destinati a lasciare il segno. “Immersion”, questo il nome scelto da Dario e Marco, viene presentato dai due fratelli come un album che si divide equamente tra l’ascolto domestico e quello all’interno di un club; il che sarebbe pure vero, vista la scelta (come loro solito) di abbracciare più sonorità spaziando tra l’ambient e la dub, se l’intero lavoro non fosse immerso all’interno di frequenze torbide e groove talmente sporchi da rendere impossibile un ascolto decente senza il conforto di un soundsystem adeguato. La raffinatezza delle scelte stilistiche dei due, infatti, già marchio di fabbrica dell’intera collana Ilian Tape, trova qui il suo contrappunto con l’insistente saturazione delle basse frequenze: il risultato, se si tiene conto delle valide soluzioni ritmiche (mai banali e mai scontate), è quello di una raccolta estremamente omogenea e coesa che al tempo stesso non si appiattisce mai sul suo binario portante, schivando la temibilissima trappola che spesso coglie in fallo gli artisti che fanno scelte tanto radicali. Quella di “Immersion” è, quindi, una techno grezza e personale, una sorta di ibrido tra i beat energici e muscolosi tipici dell’elettronica tedesca e quelle sonorità scomposte e irregolari che tanto ci sta facendo divertire grazie all’estro del trio Hessle Audio o agli EP su Livity Sound. Considerata anche la serie “X”, ci sono volute trenta realese prima di veder uscire su Ilian Tape un LP, per questo non abbiate fretta e prendetevi il tempo necessario per gustarvi a dovere le varie “Phng”, “High Club” e “Cornel 21”. Di spunti interessanti ce ne sono, tanti e validi.
[title subtitle=”Romare – Projections (Ninja Tune)”][/title]
Catapultato sul palcoscenico che conta senza nemmeno poter sistemare per bene la camicia nei pantaloni, Romare si appresta a pubblicare, con la benedizione di Ninja Tune, la sua raccolta d’esordio. Merito dell’approvazione e del sostegno di personaggi influenti come Gilles Peterson e Benji B, certo, ma se oggi si fa un gran parlare di Archie Fairhurst è soprattuto perché i suoi primi tre EP sono stati in grado di mettere d’accordo tutti e piazzarlo in bella vista all’interno di vetrine invidiabilissime, come la compilation LateNightTales di Bonobo. Il suono di Romare, infatti, così carnale e fisico rappresenta un meraviglioso omaggio musicale all’arte di Romare Bearden, il pittore – e scrittore, fumettista, costumista e musicista – afroamericano capace di impressionare la critica grazie all’introduzione della tecnica del collage nei suoi dipinti. La musica dell’inglese, proprio per esaltare questa aggregazione su più livelli, è a tutti gli effetti l’estremizzazione del concetto di editing: non importa, quindi, di che natura siano i campioni, non importa nemmeno se la loro sovrapposizione non è del tutto precisa; ciò che conta è l’effetto nel suo complesso, il ritmo incalzate e suadente e la “pasta” delle tracce. Il tutto guidato da una tensione tipicamente dance, che strizza l’occhio un po’ all’house e un po’ alla dub, e che fa di “Projections” un lavoro ibrido e irresistibile. La testa oscilla, il sorriso è quello degli ascolti piacevoli e la testa viaggia libera. Sì Romare c’ha consegnato un signor album.
[title subtitle=”Vril – Portal (Delsin Records)”][/title]
Fatto cento il valore di “Portal”, l’album d’esordio del misterioso Vril, ci sentiamo in dovere di premettere che le ottime impressioni che hanno destato “Vortekz” (il suo EP d’esordio su Delsin) e le tre uscite su Giegling non trovano nel suo ultimo lavoro il conforto sperato, ora che il tedesco viene chiamato alla prova più difficile: quella della conferma. Il suo primo album, con cui Delsin ha appena inaugurato il suo anno discografico, sembra infatti più una raccolta di tool techno, piuttosto che un lavoro pensato e costruito per (ri)percorre quei sentieri che ci ha presentato con le sue validissime uscite nel corso del 2014. Il tour panoramico che risponde al nome di “Torus”, il doppio uscito nel marzo dello anno su Forum dove il beat deciso e feroce, da sempre tratto distintivo dei suoi lavori, viene intervallato da stuzzicanti soluzioni ritmiche e da tracce che denotano una certa padronanza anche dell’ambient, ahinoi non si ripete. Insomma, “Portal” è un lavoro che, pur trovando una poltrona comoda e di tutto rispetto all’interno del catalogo di Delsin, si piazza decisamente troppo vicino al polo “duro” della label di Amsterdam, fuggendo le interessanti sfide che nemmeno troppo tempo fa hanno colto Conforce (“Kinetic Image”) e il nostro Herva (“Instant Broadcast”). Niente synth liquidi e atmosfere sospese, nessun stravagante e spericolato edit di suoni provenienti da un backgroud tutto da esplorare: alla base dei dieci lavori di Vril ci sono casse bastarde, snare e hihat appuntiti e bassline che non conoscono break a effetto. Il tutto fatto con del mestiere, sia chiaro. A conti fatti però, l’album di Vril è tutto qui: una corsa frettolosa e affannata che non conosce fermate, neanche per pisciare.