Diggers esperti e dj innamorati del proprio mestiere. Un sodalizio, prima ancora che un progetto musicale, che ha ormai più di quindici anni di dance floor alle spalle, tra produzioni nostalgicamente futuristiche e set definiti dalla passione per tutta la musica più squisitamente danzereccia. Andando a menzionare dischi vecchi e nuovi, abbiamo parlato via e-mail di collaborazioni d’oro, da George Clinton a Nona Hendryx, così come della loro ultima attesa creatura discografica, Soul Clap.
Mi chiedo quale sia la migliore prima domanda da fare a un duo come voi. Avete gli stessi gusti? In musica come nel resto.
Siamo ovviamente individui distinti. Condividiamo però in gran parte gli stessi gusti in fatto di musica, arte e stile. In fatto di vita. In ogni caso la bellezza della nostra amicizia ed esperienza musicale è che insieme formiamo un intero, come yin e yang. Non esistono i Soul Clap senza entrambi.
Da dove vengono i Soul Clap musicalmente parlando? Quali sono stati i primi dischi che vi hanno sussurrato all’orecchio di fare i dj e diffondere il verbo?
Veniamo dalla scena rave del New England negli anni ’90. Eravamo alle superiori insieme allora, e quella nuova realtà underground era molto eccitante. Pensa a quanto fosse incredibile, per un adolescente con gli occhi spalancati, entrare a un rave party e trovare tre stanze piene del miglior sound, dell’energia e di tutta l’ecstasy che puoi immaginare. Era un periodo storico stupendo.
Alcuni dei dischi di musica elettronica che hanno cambiato le nostre vite facendoci scegliere di diventare dj sono stati i mixtape di DJ Dan, Timeless di Goldie, Logical Progression mix series di LTJ Bukem, Homework dei Daft Punk, Underground Frequency mix series di Tuff Jam e i primi DJ Kicks. Tra i nostri singoli preferiti c’erano: The Mighty Dub Kats – Just Another Groove, Paul Johnson – Get Get Down, Double 99 – Ripgroove, giusto per nominarne alcuni.
Il primo disco che avete comprato.
Eli: Mio padre è un maniaco del jazz. Grazie a lui mi sono innamorato di John Coltrane e ho iniziato a comprare tutti i suoi album.
Charlie: Questa è difficile. Ricordo di aver rubato un po’ di dischi alla mia ragazza dell’epoca, tra i quali c’erano Armand Van Helden’s – Old School Junkies pt 2 (con Tha Funk Phenomena).
Facciamo un salto nel presente. I migliori dischi usciti ultimamente e i producer di oggi che ritenete più interessanti.
Noi parteggiamo sempre per la nostra Crew Love family! No Regular Play e Nick Monaco hanno entrambi pubblicato album pazzeschi quest’anno, e David Marston è un artista emergente che supportiamo pienamente. E’ stato un anno incredibile per l’incontro tra hip-hop ed elettronica. Kaytranada con l’album 99.9%, per esempio: musica così interessante non ne sentivamo da tempo. Poi ci sono Anderson Paak, Vince Staples, D.R.A.M. e Mick Jenkins. Più il funk / jazz / r&b di Robert Glasper, MNDSGN e Solange. La lista procede e anche parecchio. Che bellissimo anno per la musica!
Per l’ultimo album avete lavorato con tanti artisti diversi. Da Nona Hendryx a Billy “Bass” Nelson (Funkadelic), senza menzionare l’intera Crew Love. Questo è anche un album abbastanza in movimento. Avete registrato alcune parti al What? Studio di George Clinton a Tallahassee, altre a Miami, poi ai Red Bull Studios a Manhattan, al Midnight Magic a Greeenpoint e nel vostro studio a Williamsburg (che a quanto pare si chiama Rad Pad, ed è un nome meraviglioso). Dulcis in fundo il mastering dell’album è stato fatto da Martin Buttrich in Barcellona. Quanto è importante trovare le persone giuste con cui collaborare e lavorare, così come gli studio migliori dove dare vita a un album?
Con la tecnologia a nostra disposizione oggi è comune, specialmente nella dance music, che l’artista sia allo stesso tempo dj, produttore, ingegnere, session musician, cantante eccetera… Certo, anche noi siamo in grado di fare tutte queste cose senza aiuti esterni, ma abbiamo deciso di allargare le braccia e dare il benvenuto a tutto il talento intorno a noi, approfittando delle diverse competenze personali. I risultati sono stati straordinari, ed è stato tutto molto organico. Non si è trattato di scelte di business, ma di talento. Tutte le relazioni sono nate in modo sincero e genuino, e tutte le persone coinvolte hanno voluto partecipare a pieno nel progetto, non solo per denaro. Andiamo molto fieri di questo e crediamo si riesca a percepire nella musica.
A quale porta ideale bussereste per la prossima collaborazione?
R. Kelly!
Il vostro primo live è stato solo poco tempo fa al Prince Charles di Berlino. Come è andata? Perché avete aspettato così tanto a suonare dal vivo?
E’ andata alla grande! C’erano tanti amici, c’era la nostra famiglia. Ciò ha reso l’ambiente molto accogliente e ci siamo sentiti amati. Abbiamo sempre sentito di avere tanta esperienza come dj. Perché provare qualcosa che non avevamo mai fatto prima e di cui non avevamo nessuna esperienza? Come dire che lo dovevamo ai nostri fan, di essere il meglio possibile, e ciò significava fare i dj. Oltre a questo, non volevamo avere computer sul palco, quindi abbiamo dovuto trovare un modo di suonare live senza Ableton. Per il tour di Soul Clap è successo tutto in modo molto fluido. Abbiamo iniziato a pensare che sarebbe stato bello provare con due mixer e 2-3 cdj-giradischi ciascuno, tentando di suonare così le tracce del nuovo album. Iniziando poi a lavorarci abbiamo capito che avevamo per le mani un vero live set usando i cdj e un mixer per suonare beat e altre parti, aggiungendo sintetizzatori e vocals su un secondo mixer. Quindi abbiamo risolto entrambi i problemi in un colpo solo, continuando ad usare la nostra esperienza come dj e non dovendo usare computer sul palco.
Qual è il vostro setup live?
Al momento Eli ha suddiviso il nuovo album più altre chicche in STEMS, che suona usando tre cdj. Poi fa anche le seconde voci e aggiunge linee di percussioni con un Korg Wavedrum. Charlie fa le voci soliste e i synth, usando un Yamaha DX100 degli anni ‘80, un Roland JX-03 Boutique, più gli SFX del Korg Monotron Delay. Tutto questo, più le voci, finisce in un Roland MX-1, che usiamo da mixer e unità effetti.
In tema vinili, ricordo di aver letto questa frase in una vostra intervista. “Rendono sempre il mestiere del dj più divertente. E’ tutto più armonioso e naturale. In più puoi davvero usare la tua intuizione e l’orecchio invece che scorrere i brani sopra un cdj o un computer, usando gli occhi e il cervello.”
Certo, è tutto vero. Non esiste nulla in grado di sostituire la sensazione che provi suonando con i vinili. In più c’è anche tantissima musica incredibile unicamente disponibile su vinile. Questo ti dà davvero un vantaggio sui dj che usano solo il digitale. Poi girare per negozi di dischi è divertentissimo! Può capitarti di frugare tra roba del passato così come tra dischi completamente nuovi e white label. La realtà è che, entrando in un negozio di dischi, sei sicuro di portarti a casa qualcosa di veramente speciale che non avresti mai trovato online.
C’è una sorta di fine educativo nei vostri set, e di certo avete un grande rispetto per le origini del funk, della disco e della house. Dall’altro lato mi sembra che questi generi stiano vivendo oggi una specie di nuova età dell’oro. Se ascoltiamo attentamente troviamo elementi funky quasi ovunque, da produzioni commerciali a dj set ricercati in piccoli bar/club, come sui palchi dei festival più blasonati. Sembra qualcosa di più di una moda. Pensate che molti artisti e persone nel business abbiano capito che i classici sono ancora imbattuti nella capacità di far ballare e sorridere la gente?
Nella musica le cose sono cicliche. In questo momento sembra senza dubbio che stili musicali funky, soul e melodici stiano tornando in auge. Però i classici sono classici e non saranno mai una moda. Quello che rende un classico tale è la sua capacità di suonare potente nel presente come faceva appena uscito. Allo stesso tempo è importante per noi trovare sempre nuova musica e condividerla. Specialmente nuova musica che ha in sé lo spirito dei classici, ma è fresca e spinge i limiti un po’ più in là. Insomma, il meglio da entrambi i mondi.
Avete contribuito a formare una scena musicale a Boston, e questo forse ha significato anche creare un sound e un panorama house dove non c’erano. Immagino sia più difficile agire localmente e rimanere attaccati alle vostre radici ora che siete spesso in tour in giro per il mondo.
Certo, abbiamo sicuramente fatto la nostra parte nel consolidare la scena house di Boston, ma il terreno esisteva già da anni. Su deep house e NYC sound c’erano dj come DJ Bruno, Maurice Wilkey, Bob Diesel, KC Halett, Househead Pete, e party come Soul Revival e Utopia Sundays. Su Chicago/West Coast sound giravano promoter/dj quali Randy Deshaies, Sergio Santos e Caseroc, che avevano i loro party al Phoenix Landing. E ce ne erano molti altri, troppi per nominarli tutti. Certo, tutto questo era molto molto underground.
Per rispondere alla seconda parte della domanda, sì, è impossibile essere internazionali, perennemente in giro e locali allo stesso tempo. Non viviamo più a Boston, abbiamo lasciato la nostra città da anni e ora stiamo a Brooklyn, New York. Però ora siamo molto coinvolti nella scena di qui. Eli ha un bar insieme a Gadi di Wolf + Lamb (e altri). Il locale si chiama Black Flamingo e ha davvero un’aura locale. Poi c’è un nuovo Marcy Hotel e proviamo a suonare a New York il più possibile mentre siamo a casa.
Quali sono le città in cui vi esibite più volentieri? Quelle che vi ispirano maggiormente, con le vibrazioni migliori.
Amiamo Berlino, Milano, Amsterdam, Barcellona, Tokyo, Miami, Chicago, Città del Messico, Melbourne, Montreal e ovviamente Boston, casa nostra.
Cosa ne pensate dell’Italia?
L’Italia è un paese meraviglioso! Ne amiamo il cibo, le persone, la campagna, la moda, le tradizioni… LA MUSICA!
Qual è la cosa più bella mai capitata ai Soul Clap?
La cosa più figa capitata ai Soul Clap è stata lavorare con George Clinton e Louie Vega nello stesso anno! Sono tra i nostri eroi musicali e ora siamo felici di poterli chiamare amici.
E adesso?
Più musica, più tour, più dj-set, trasformare il live set nella Soul Clap Band e quando veniamo in Italia… PIU’ PASTAAAAA!
ENGLISH VERSION:
Soul Clap are wise record diggers and DJs in love with their job. Their friendship and musical partnership has been rocking the dance floors for more than fifteen years, spreading nostalgically futuristic musical productions and tangible passion for dance music at its best. We talked about old records and new goodies, mentioning extraordinary collaborations with artists like George Clinton and Nona Hendryx, discussing at the same time their latest creature, Soul Clap.
I wonder what’s the best first question to ask to a duo. Do you have the same tastes? In music as in anything else.
While we share many of the same tastes in music, art, style and life we are also very much our own individuals. But the beauty of our friendship and musical partnership is that together we make one whole, like yin and yang. There is no Soul Clap without both of us together!
Where do Soul Clap come from, musically speaking? What are the first records that told you: “Hey man, you have to become a DJ and spread the word!”.
We came from the 90’s New England rave scene. We were in high school then and this underground world was very exciting. Just try to imagine how incredible it was for a wide-eyed teenager to walk into a three room rave party with all the sounds and energy and ecstasy and big pants you can imagine. It was an incredible moment in time. Some of the first electronic music records that changed our lives and made us want to DJ were DJ Dan mixtapes, Goldie’s Timeless LP, LTJ Bukem’s Logical Progression mix series, Daft Punk’s Homework LP, Tuff Jam’s Underground Frequency mix series and the early DJ Kicks series. Some of our favorite singles were The Mighty Dub Kats – Just Another Groove, Paul Johnson – Get Get Down, Double 99 – Ripgroove, just to name a few.
What’s the very first record you bought? (I know it may be an awkward topic).
Eli: My dad is a jazz head and I got really intro John Coltrane and started buying all his albums.
Charlie: That’s a hard one, I remember stealing some records from my girlfriend at the time, which included Armand Van Helden’s – Old School Junkies pt 2 (with Tha Funk Phenomena).
Let’s step forward into the present. The best new music, the new records and producers you like the most.
We’re always partial to our Crew Love fam! No Regular Play and Nick Monaco both dropped amazing albums this year and David Marston is an upcoming artist that we fully support. It’s been an amazing year for the meeting place of hip-hop and electronic music. Kaytranada’s 99.9% album is some of the most exciting music we’ve heard in a long time. Then there’s Anderson Paak and Vince Staples and D.R.A.M. and Mick Jenkins. Plus funk / jazz / r&b from Robert Glasper, MNDSGN and Solange. The list goes on and on. What an amazing year for music!
In the process of making this album you worked with many different artists. From Nona Hendryx to Billy “Bass” Nelson (Funkadelic), not to mention the whole Crew Love family. This is also a pretty on-the-move-album, right? You recorded part of it at George Clinton’s What? studio in Tallahassee, but also in Miami, at Red Bull studios in Manhattan, at Midnight Magic’s studio in Greenpoint, and at Cnyce’s Rad Pad (great name) in Williamsburg. Plus, the whole work was mastered in Barcelona by Martin Buttrich. Was it important to find the right people to collaborate and work with, and the best studios where to give birth to Soul Clap?
With all of the modern day technology at hand its common, especially in dance music for the artist to be DJ, producer, engineer, session musician, vocalist etc etc all in one. While we’re capable of doing these things, we decided to reach out to the talent around us to utilize all of the various expertise and the results were remarkable. Additionally it all felt very organic, there was no management business deals to pair us with talent, all of the relationships were very genuine and everyone involved wanted to participate in the project, not just do it for the money. We’re very proud of this fact and we feel like you can hear it in the music.
At whose door would you ideally knock for your next collaboration?
R.Kelly!
You recently did your very first live show at Prince Charles in Berlin, right? How did it go? Why have you waited so long to perform live?
The first live show went great! We had a lot of friends and family there, which made it feel very comfortable and we felt loved. We always felt like we have so much experience DJing, why would we try live, something we’ve never done before and are so in-experineced at? Like we owe it to our fans to be the best we can be and that’s as DJs. We also really didn’t want to have computers on stage so had to figure out a way to perform live without Ableton. Then it all happened really organically for this album tour. We initially thought it would be cool to perform with 2 mixers and 2-3 CDJs/Turntables each. Maybe try segments where we did pieces of the new album. Once we started working on that we realized that what we really had on our hands was an actual live set using CDJs on one mixer to play the beats and other parts, and adding synthesizers and vocals on another mixer. So we solved both problems. We’re still using our DJ skills and we don’t have computers on stage. We’re actually playing everything!
What’s your live setup?
Right now Eli has split our new album plus some other goodies into stems that he plays using 3 CDJs. Then he also does back up vocals and adds some percussion hits using a Korg Wavedrum. Charlie does lead vocals and plays synths using a Yamaha DX100 from the 80’s, the Roland JX-03 Boutique, plus SFX from the Korg Monotron Delay. All of this and vocals are running into the Roland MX-1 which serves as a mixer and an effects unit.
I remember I read this statement about vinyl in an interview you gave. It “always makes DJing more fun. It feels more smooth and natural, plus you can really use your intuition and your ears instead of scrolling through a CDJ or computer and using your eyes and brain.” Would you go deeper into this concept?
Yeh that’s all true. There is no substitute for the feeling of playing records. But there is also so much incredible music that is exclusively available on vinyl. It really gives you an advantage over DJs that just play digital. Plus, going to record shops is just so much fun! Maybe your digging for stuff from the past or maybe it’s that brand new that’s upfront white label, but the reality is that going to the record shop you’re guaranteed to walk away with something truly special that you couldn’t find online.
I kind of find some educational purposes in your sets, and for sure there’s big respect for the origins of funk, disco and house. On the other hand it feels that these genres are living now a sort of new golden age. If you listen carefully, there’s funk almost everywhere around, from commercial productions to refined club DJ sets, and on the decks of important festivals as well. Is it something more than a fad? Do you think many people in the business understood that the classics are still unchallenged in making people dancing and smiling?
In music things move in cycles. At the moment it definitely feels that funky, soulful and musical/melodic styles are coming back into fashion. But classics are classics and will never be a fad. What makes a classic is that it still sounds as powerful in the present as it did when it was once brand new. At the same time it’s really important to us to always find and share new music. Especially new music that has the spirit of the classics but is fresh and pushing new boundaries. That’s the best of both worlds.
You’re pretty into community and crew work, and this in Boston meant also to create an urban house scene that didn’t exist before. Is it harder to stay local now, while touring all around the world?
While we definitely played our part in adding to the house scene in Boston there was already one in place that had been around for many years. For the deep house/NYC sounds there were DJs like DJ Bruno, Maurice Wilkey, Bob Diesel, KC Halett, Househead Pete and parties like Soul Revival and Utopia Sundays. Then for the Chicago/west coast sounds promoters/DJs like Randy Deshaies, Sergio Santos and Caseroc had their parties at the Phoenix Landing. There were many more, too many to mention, but it was always very very underground.
To answer the second part of the question, yes it’s impossible to be internationally on the road and local at the same time. We don’t live in Boston anymore, we left years ago and now reside in Brooklyn, NY. But we’re still very involved with the local scene here. Eli owns a bar with Gadi from Wolf+Lamb (and others) called Black Flamingo which has a very local feeling. Also there is a new Marcy Hotel and we try to play in NYC as much as possible when we’re home.
What are your favorite cities to visit? The ones that inspire you the most, and have the best vibes.
We love Berlin, Milan, Amsterdam, Barcelona, Tokyo, Miami, Chicago, Mexico City, Melbourne, Montreal and of course going home to Boston.
Follow-up: what about Italy?
Italy is an amazing country! We love the food, the people, the countryside, the fashion, the traditions… THE MUSIC!
What’s the coolest thing that ever happened to Soul Clap?
The coolest thing to happen to Soul Clap was working with both George Clinton and Louie Vega in the same year! They are some of our musical hero’s and we’re now proud to call them our friends!
What comes next?
More music, more touring, more DJing, turning the live set in The Soul Clap Band and when we come to Italy, MORE PASTAAAAAA!