Torinese di nascita, Ibizenca d’adozione Paola ha iniziato la sua carriera come dj alla giovane età di 15 anni. Dopo aver vissuto a New York e Londra, è stata invitata a Ibiza per diventare resident al party “Made in Italy” al Pacha e allo Space. Questo le ha dato il titolo di “prima donna dj ad essersi esibita al Pacha.” Non è passato molto tempo che si è trasferita a vivere sull’isola. Oggi, con 15 anni di esperienza, Paola ha suonato ovunque: Pacha, Privilege, Amnesia, Space, Ushuaia, Manumission, MTV Festival, Ovum al fianco di Josh Wink, Amnesia after-party insieme a Loco Dice e Marco Carola, Kehakuma, all’apertura dello Space e al party We Love di domenica allo Space. Ha pubblicato il suo primo disco nel 2000 per la Rsenal la label di Roger Sanchez oltre che aver stampato sulla ViVa MUSiC, recentemente su Desolat ed ha appena avviato la sua etichetta, l’Aurora Indigo. In consolle l’amore della sua vita è Dj Ralf mentre nella vita è Francisco Allendes. La musica per Paola “deve essere sexy, la chiave nel tuo set è quello di vedere ballare le ragazze, se la musica è sexy le ragazze si sentono sexy e tutto il resto è una meraviglia”. Di seguito ci parla della sua vita, la carriera, la musica, le esperienze, gli aneddoti, il futuro ed infine ci lascia un messaggio molto importante per lei e per Ibiza, la sua Ibiza.
Ti appassioni al djing all’età di 15 anni… Grazie a quale avvenimento o a chi nasce quest’amore?
Sono cresciuta con la musica perchè mia madre mi iscrisse a danza classica a 4 anni, all età di 15 anni andai in un club estivo per la prima volta con i miei cugini e mia nonna in Sicilia, conobbi subito il ragazzino che era il dj warm up che diventò il mio fidanzatino e mi insegnò per gioco. La cosa si fece più seria quando l’anno dopo conobbi Giorgio Prezioso e per farmi bella gli dissi che sapevo mixare (il che era vero) e lui mi rispose “voi donne potete solo ballare su un cubo!”. Bhe… comprai i miei primi giradischi dal suo migliore amico e fu divertente per me entrare a Radio Deejay anni dopo e rincontrarlo lì quando fui invitata a suonare a Bside da Alessio Bertallot… siamo sempre rimasti amici.
Sei stata resident dei parties “Made in Italy” al Pacha e allo Space e hai avuto il titolo di “prima donna dj ad esibirsi al Pacha”. Come è stata la prima volta? Raccontaci l’intera giornata, dalla mattina fino al party e il dopo show.
Prima di tutto non ricordo l’intera giornata ma singoli dettagli; secondo poi non sapevo di essere stata la prima donna a suonare a Pacha fino a quando Dj Pippi, storico dj resident del Pacha, non me lo disse questo solo pochi anni fa… Quando arrivai ad ibiza fu direttamente per lavoro. Vivevo a Londra e nn sapevo neanche dove stava l’isola bianca. Fu Alessandro Gaeta a portarmi sull’isola e ancor oggi siamo molto legati. La prima volta che suonai al Pacha ricordo la cena prima della serata a casa mia nell’edificio Girasoles, che nel ’96 era l’edificio cool appena costruito, ricordo anche di aver sistemato le borse con i vinili, ricordo anche quali. Arrivai al Pacha e il tecnico mi guardò e mi disse “questa non suona qua.. E’ una donna per favore! Farà qualche casino”. Fu realmente così… Inserì il jec delle cuffie e dal nervoso del momento mi girai verso la borsa e ruppi il jec dentro il mixer! Così dovette smontare il mixer dal banco aprirlo e prelevare il pezzo rotto per farmi continuare… Ancora oggi ci ridiamo su questa cosa con quel ragazzo! Suonai per due ore, c’erano molti miei amici, andò tutto benissimo. Quando riascoltai il tape della serata lo distrussi… Dal mio punto di vista era orrendo.
Hai pubblicato il tuo primo disco nel 2000 per la Rsenal, la label di Roger Sanchez. Come hai conosciuto Roger e che idea avevi della sua musica?
Conobbi Roger al telefono, lo chiamai al numero che c’era sui vinili, poi scoprii che era casa sua. Gli dissi: “ciao tesoro! Come stai? Sono Paola dall’Italia! Ricordi? La dj! Ci siamo incontrati al Winter Music Conference e a Napoli!” E lui rispose in un modo che non dimenticherò mai: “Ciao bella, chiaro che ricordo!!!” ed io: “Sto a New York, ci vediamo?” e lui: “chiaro vieni qui da noi in studio…” E cosi andai… ma questo fu molto prima del disco. In realtà nn ci avevo mai parlato prima e neanche mai incontrato ma io ero una ragazzina con il desiderio di imparare dai più grandi; approffitavo del fatto che le donne dj erano inesistenti e tutti dopo il primo incontro si ricordavano di una mocciosetta italiana che voleva essere dj… Così iniziai dal ’95 ad andare assiduamente a New York, il mio più grande amico era Benji Candelario che lavorava sempre in studio e non usciva mai così mi passava come una palla ai suoi amici… Questi amici erano Todd Terry, Barbara Tucker, Victor Vega… Ricordo che Todd mi nascondeva dalla security per farmi entrare al Sound Factory Bar, io avevo 19 anni e fino a 21 era proibito. Così conobbi la scena newyorkese e me ne innamorai… Ho trovato dei grandi amici!
Da Billboard Magazine sei stata invitata più volte come rappresentante italiana alla Billboard New York Convention. Con più di vent’anni di esperienza in consolle cosa ti senti di dire al pubblico italiano, a tutti gli amanti della musica elettronica?
Di amare più la musica che la discoteca… La musica è per la vita, la musica ti salva la vita dalla noia. La discoteca è solo il contenitore. Per vivere di musica bisogna spaccarsi in quattro per riuscirci. Non perdersi dietro all’ego e alla droga nutre il tuo ego che distorce la realtà e l’idea di noi stessi. Non è piu come prima dove c’era poca competizione e il concetto droga e rock’n’roll era cool… Non faccio la morale parlo in senso pratico, dico solo che se credi nella musica devi andare veloce essere “focused” e lavorare sodo, lavorare e lavorare ancora!
Ti esibisci regolarmente al Winter Music Conference di Miami, un aggettivo per questa immensa conferenza?
Divertente… Ma io vivo ad ibiza.. Dove la conferenza dura 4 mesi d’estate. La conference a Miami ha perso il suo significato ormai ci sono troppe feste e le persone si smistano tra troppe alternative quindi non ci si ritrova più tutti insieme come prima… Ma credo sia la diretta conseguenza del business. Ora bisogna andare in giro con un plan di cosa c’è ogni giorno e ogni notte… Prima per esempio ricordo che il party super cool è sempre stato quello della Ovum di Josh Wink e vi assicuro che TUTTI ci andavano e ci restavano fino alla fine… era più divertente per questo perchè era tutto piu easy.
Avrai quindi suonato al fianco di moltissimi artisti, con chi preferisci condividere la consolle e perché?
L’amore della mia vita è e sarà sempre Ralf. Il mio piu grande sogno da sempre è quello di suonare con lui, insieme… Magari in qualche after vecchio stile su una spiaggia ad ibiza. L’Italia è la regina come patria del clubbing, noi italiani abbiamo creato le feste più pazzesche del pianeta… Tutti volevano suonare in Italia; per diventare eccellenti come dj ci vuole comunque tanta pratica “in pista” sopportare lo “stress” che comporta suonare tutte le settimane davanti a migliaia di persone. Ralf oltre ad avere un’esperienza unica del dancefloor, ha il suo cuore che lo rende speciale, quell’uomo ha avuto una influenza enorme su di me. E’ un fuoriclasse e soprattutto una gran bella persona. Una nota speciale va anche per Francisco Allendes… mi sono innamorata subito del suo talento, della sua umiltà e la sua disciplina… Poi dopo due anni di grande amicizia e lavoro un giorno lesse per me un libro mentre io ero molto nervosa e dentro di me pensai… “ma questo? Da dove è uscito?” Mi colpì la sua dolcezza e me ne innamorai… Dopo 9 mesi (e due anni di amicizia) ci siamo sposati. Francisco è un’ispirazione tutti i giorni.
Ti sei esibita in Europa, Stati Uniti, Sud America e alcune parti dell’Asia, qual’è il pubblico che senti più vicino a te e perché?
L’Italia! Perchè gli italiani sono i migliori! E non perchè io sono italiana ma perchè abbiamo delle caratteristiche che ci fanno amare: passionali, amiamo la vita, siamo ospitali, siamo creativi e siamo intuitivi… Magari abbiamo poco senso del business però comunque Cristoforo Colombo, italiano, ci aveva visto prima degli altri! Un pazzo che sapeva che il suo cuore aveva ragione! Come dico sempre io, Maradona senza gli italiani non sarebbe stato Maradona; l’Italia ha un popolo meraviglioso! Magari gridiamo troppo ma sosteniamo chi amiamo… Io sono orgogliosa di essere italiana!
Sei inoltre laureata in ingegneria del suono all’APM The Sound Engineering College, di cos’altro ti occupi quindi oltre che metter musica e far ballare la gente?
Amo la mia famiglia e mi ci dedico molto. E’ la prima cosa per me, la base. Amo la danza e spero un giorno di creare la musica per la mia compagnia di danza… Fondere musica, danza e video dentro un unico concetto. Amo la fotografia come messaggio dentro un’immagine immortalata in eterno. Vorrei costituire una band di musicisti professionisti e unire il talento di più persone in studio, la bellezza di unire la creatività di più persone è proprio l’imprevedibilità. Non sai mai ciò che sarà il risultato finale.
Abbiamo letto che il tuo modo di vedere la musica è che “essa deve essere sexy, la chiave nel tuo set è quello di vedere ballare le ragazze, se la musica è sexy le ragazze si sentono sexy e tutto il resto è una meraviglia”, e gli uomini dove li metti?
Le donne sono sempre più difficili. Sono difficili da accontentare, sono più critiche, più dirette, meno tolleranti.. Più “spietate”, quindi il cambiamento, la sfida è con questo pubblico, quello femminile, perchè è il più complicato. Se si annoiano se ne vanno, se la musica è noiosa si lamentano, se la musica è troppo difficile ti chiedono di suonare diversamente…blablabla… Io sono uguale se non peggio, suono per loro. Se le ragazze ballano e si divertono aggiungono quel tocco di sensualità e bellezza che cambia realmente il colore della festa. Le donne sono belle da vedere quando sorridono e noi donne sorridiamo se ci sentiamo belle. La musica deve fare questo, voglio che si sentano belle. Quando dico questo non è per sminuire i ragazzi anzi è un complimento, degli uomini amo la tolleranza.
Nel 2012 lancerai la tua etichetta, la Aurora Indigo, ci parli un po’ delle tue idee a riguardo e del futuro della label?
Aurora Indigo è giovane. Ha solo una release al momento, la mia etichetta con Francisco. La prima release è un progetto nel quale io ho creduto molto. Venegas Allendes insieme in “Teorema EP”. Ho avuto il supporto di dj come Marco Carola, Loco Dice, Luciano… Il progetto è piaciuto e questo per noi era importante. Autora Indigo non ha la pretesa di essere una label grande come molte altre, non nasce dall’idea di creare un brand famoso, nasce dal desiderio di dare spazio ai giovani o a timidi talenti e far si che le nostre conoscenze creino il giusto network per aprire nuove porte. Prossimo progetto per la label? Ancora indecisi… Questo perchè sono molto focalizzata nel produrre musica, magari un altro EP per Desolat, il primo è appena uscito. Mi è stata data questa grande possibilità di lavorare con Artist Alife e Desolat e sono persone che lavorano tanto, devo fare del mio meglio… Questa è la cosa più importante per me e con me stessa, dare del mio meglio.
Voglio terminare questa intervista con un messaggio molto importante per me. Ibiza d’estate accoglie molte persone anche per la stagione sia turisti. E’ un isola speciale non certo per le discoteche ma per quel grande senso di libertà che si vive e per quel sentimento di amore e tolleranza che da sempre ne è la grande caratteristica. Può adottarti per qualche giorno, settimane mesi o tutta la vita. E’ la nostra madre per noi che ci viviamo. Rispettala e Amala. Baci Polly!