Uncanny Valley presenta, per il suo nuovo out, un volto nuovo al debutto come solista. Scherbe e il suo “Jardin Du Midi EP” ci aprono le porte, per la tredicesima volta dalla sua nascita, di quella che ai miei occhi è una tra le migliori label deep (per concetto intrinseco e per melodia) del momento. Urlando forte e chiaro, parla esclusivamente la lingua profonda della melodia e lo fa in un modo elegantissimo fin dal suo primo out. Scherbe, al secolo Sebastian Stehlik, compone per la label tedesca (di Dresden per la precisione) un ottima release composta da quattro tracce che sanno stare insieme e mano nella mano ci accompagnano per ventitre minuti.
“College Dropout” cattura ed intrappola l’attenzione. E’ noto da sempre che il primo brano non può essere sbagliato ed io credo che Sebastian abbia quest’idea ben chiara in ente. Uno xilofono a ciclo continuo è la linea fondamentale che caratterizza la prima traccia che ci proponr. “Arts Of Moving Butts”, prendendo spunto dal suo stesso nome, è un rotolare continuo dei “butts” incastrati ad hoc nei pads e nelle linee strumentali che man mano crescono nella traccia. “Jardin Du Midi” è un altro esempio perfetto di quanto un ritmo accattivante e un’attenta composizione possano portare all’orecchio di chiunque una musica e melodica di ottima qualità. “Endlezz Cinema”, invece, è un monotono e incessante ripercorrere una bass line ed un kick. Sicuramente meno articolata delle tre sorelle, porta ugualmente acqua al mulino.
Non mi resta che ricordarvi che il mulino di cui si sta parlando è Uncanny Valley e che, se questa è l’acqua che lo bagna, non ci vorrà molto per mangiare la prima pagnotta. Dalle nostre parti ne parliamo spesso, chi non se ne fosse accorto cominciasse a seguirla da ora.