Sciamanismo, porte della percezione, forze spirituali, energie della Terra. No, non siamo tornati negli anni ‘70 e non stiamo parlando dei Doors, ma di un artista altrettanto geniale ed eccentrico. Torna su Soundwall Matt John con il suo album d’esordio che definire fantastico è riduttivo. “The Keys” è stato catalogato come “retrò” ma non si tratta del genere in voga negli ultimi tempi. Un lavoro così in giro, ahinoi, è piuttosto raro. Un trionfo di synth e percussioni analogiche lavorate con eco donano un senso di profondità ed eleganza come nel caso di “Angel Dust”; progressioni di piano, accenni di voce, ci catapultano invece in uno stile più suonato e deep come per “The River” (in collaborazione con Marc lorbeer) e “My Poket”. Un album, insomma, che sembra racchiudere più stili musicali, un pò come l’essenza del suo produttore. Se i nuovi e vecchi produttori sembrano dei noiosissimi esperti di marketing, Matt John anche questa volta si è dimostrato immune al fascino dei progetti di business, seguendo, a suo dire, un unico progetto: quello del cuore. Chapeau.
Parliamo per prima cosa del tuo album. Visto che è da poco uscito “The Keys”, vorresti presentarcelo?
Si, è un piacere per me presentarlo a voi e al mondo. “Ravie’s, Hippies e pioggia delicata” ecco le chiavi per invitarvi a intraprendere un cammino, un viaggio per esplorare noi stessi. Per scoprire insieme i segni del giorno.
The Keys, perché questo titolo?
Ho scelto il nome “The Keys” perché è breve e conciso. Rappresenta l’oggetto per aprire le porte, porte di stanze con differenti energie, che fanno ballare per esempio oppure che mettono in contatto con mani spirituali, possono aiutarci nel mondo in cui viviamo.
Cosa rappresenta per te quest’album? Cosa vorresti comunicare?
L’album rappresenta un risveglio, unito ad altre cose come emozioni, movimenti in un modo o nell’altro oppure silenzio. Come ho detto prima, strumenti spirituali ad ogni modo.
Alcune voci dicono che sei stato ispirato dal sound di A Certain Radio e Sweet Exorcism. Stai cambiando la tua musica? Sweet Exorcism?
Non ne ho la più pallida idea, preferisco lo sciamanismo. Si, ascolto l’amore, le stelle, il suono della Terra e forze spirituali per esempio. La musica per me è sempre un mezzo che ha modi differenti per invitare a qualcosa. Potrebbe essere vero che la musica cambia a volte. Non mi importa se cambio, per me la musica è sempre la musica, mi riguarda in ogni forma.
Il tuo album è uscito su Cocoon Rec. Credi che l’etichetta abbia risentito in qualche modo della recente perdita del Cocoon Club?
È un piacere per me produrre per Cocoon Recordings, non credo che influisca la recente perdita del Cocoon Club.
Dopo la chiusura del Bar 25, cosa resta del club? Le persone che lavoravano lì sono state coinvolte in qualche nuovo progetto?
Molti ricordi sono ancora lì, una parte delle persone che ci lavoravano hanno iniziato un nuovo progetto sulla riva opposta del fiume, il club si chiama “Kater Holzig”. Ammiro le ambizioni delle persone nel costruire tante rooms, opportunità per tanti artisti, che siano musicisti o meno.
C’è qualche club a Berlino che può essere paragonato al Bar 25?
Personalmente credo che il Bar 25 non può essere comparato a nessun altro club. Era un posto speciale! Di solito per me ogni club ha la sua atmosfera.
Secondo te cosa rende Berlino così speciale, a differenza del resto d’Europa, con le feste che non finiscono mai e quei club unici? Forse leggi più permissive o persone dalla mentalità più aperta?
Si, certamente sono più permissivi, ma le persone dalla mente aperta non si trovano solo a Berlino. La città per me è unica, si può incontrare gente aperta mentalmente che proviene da ogni parte.
Il tuo più bel ricordo del Bar 25?
Non posso dire che ci sia un ricordo migliore di tutti, mi sono divertito tante volte. Mi piace ricordare una sfida di danza con Konrad Black nell’area ristorante, ballammo sui tavoli e sulle sedie, improvvisamente mi ritrovai, incautamente, aggrappato ad un pezzo di legno; un altro bel ricordo è il mio trentesimo compleanno, suonai per 30 ore insieme a Matthew Dear. Sono davvero tanto grato di aver incontrato così tanti fratelli e sorelle in quel posto, un salotto di reincarnazione, una tavola colorata d’avventura per l’artista, un luogo di ritrovo per creatori.
Perché definisci la tua musica “olografica”?
La musica per me è spaziale come un ologramma. Quando produco, prendo parti differenti da momenti differenti. Quelli che vengono dallo spazio sono portati su un unico piano con gli altri nella traccia. Ciò rappresenta la complessità dell’anima. Devi sapere che l’anima è formata da più parti, per me è come un uccello che fluttua liberamente, che può muoversi oltre il tempo e lo spazio.
Il fatto che vedi la musica prima di tutto come un’arte, ti fa sentire differente dal contesto dell’attuale scena elettronica che a volte è più orientata al business?
Si, può darsi che la scena musicale elettronica sia a volte più orientata verso il business. Ovviamente ogni artista ha bisogno di soldi per vivere, per comprare ad esempio l’attrezzatura per registrare la sua musica. Posso consigliare di seguire la musica nel proprio cuore, di lasciarla uscire in modo incondizionato il più possibile.
C’è qualcosa che vorresti cambiare nella scena di oggi o qualcosa che ti manca del mondo elettronico del passato?
Posso solo consigliare di fare attenzione alla gente che usa droghe, che siano solo droghe pure. Poi, per i gestori dei club, che i loro occhi siano focalizzati su migliori sound system e sulla line-up della consolle. A volte alcuni club sono in overbooking con troppi djs, potrei consigliare di garantire ad ogni artista il tempo di cui ha realmente bisogno, il tempo di mettere in atto il dono che porterà… ok, non può sempre essere di 30 ore.
Progetti per l’estate? Hai pensato a un tour dopo l’uscita?
In estate uscirò con gli amici, farò musica, festeggeremo, faremo sedute sciamaniche… mi lascerò sorprendere. Ci sarà anche un tour, ma non subito, vi tengo informati.
English Version:
Shamanism, doors of perception, spiritual forces, energies of the Earth. No, we’re not back in the ‘70s and we’re not talking about the Doors, but we’re talking about an artist as much brilliant and eccentric as they were. Back on Soundwall, Matt John with his debut album. Defining “The Keys” as an amazing album is not enough, it has been classified as “retrò” but it’s not a mainstream genre: a work like this is one of a kind. A triumph of synth and analog percussions worked with echo give a sense of intensity and elegance: it is the case of “Angel Dust”; piano progressions and voice hints lead us to a deeper style like in “The River” (featuring Marc Iorbeer) and “My Poket”. In other words it is an album that seems to include different music styles, just like the essence of its producer. Although old and new producers look like some kind of boring marketing economists, Matt John showed again that he has nothing to do with business oriented choices, following just one thing, as he states: his own heart. Chapeau.
Let’s talk first about your album. “The Keys” has just been released, would you like to present it to us?
Yes, it‘s a pleasure for me to present it to you, to the world. “Ravie´s, Hippies and gentle rain”, here are the keys to invite you in a way, a journey to explore ourselves. Let’s enter together the signs of the day.
Why this title?
Short and crisp, I chose the name “The Keys”, it represents the entry for to open the doors, doors of rooms with like different energies, for example to make you dance or to get in touch with spiritual hands they may help you in the world where we’re living.
What represented for you this album? What would you like to communicate?
The album represented an awakening beside other things like emotions, motions in any way or silence. As previously mentioned, like spiritual tools for any way.
Some rumors say that you were inspired by the sound of A Certain Radio and Sweet Exorcism. Are you changing your music? Sweet exorcism?
I’ve no idea, I prefer shamanism. Yes, I listen to the love, the stars, the sound of the earth and for example spiritual forces. Music for me is always a medium in different ways to invite you to something. It may be true that the music changes sometimes. I don’t care if I change the music, music for me is still music, when it concerns me in any form.
Your album has been released on Cocoon Rec. Do you think that the label was affected in a certain way, by the recent loss of Cocoon Club?
It’s been a pleasure for me to release it on cocoon recordings, but is not related with the recent loss of the cocoon club.
After the Bar 25 closing, what remains of the club? The people who worked there has embarked on a new project?
Lots of Memories are still there, partially the people who worked there started a new project in the opposite on the riverbank “spree”, the club’s called “Kater Holzig”, I admire the ambitions of the people to build so many rooms, opportunities for so many artists, anyway, whether they’re musicians or not.
Actually is there any club in Berlin which can be compared to Bar 25?
Bar 25 for me personally is not to compare with any other club. It was a special place! Generally for me every club has its own atmosphere.
In your opinion what makes Berlin so special unlike the rest of Europe, in order with those parties that never end and those unique clubs. Maybe laws more permissive or people more open-minded?
Yes of course more permissive, but open minded people I can find not only in Berlin. Berlin for me is a unique, of course I can meet many open minded people from everywhere.
Your best memory in Bar 25?
I cannot say there is a best memory, I enjoyed many scenes, what I really like to remember was once when had a dance-battle with Konrad Black in the restaurant area, we danced on the tables and chairs, suddenly I found myself headlong hanging on a wooden balk… another nice memory was on my 30th birthday when I played for 30 hours together with Matthew Dear. I really appreciate, that I met so many brothers and sisters in that place. A reincarnation parlor, a colorful artist adventure board and meeting place for creators.
Why you define your music as holographic?
Music is spatial like a hologram for me. When I’m producing, I take different parts from different times. Those that are in the space then, come to one plane in the track. It represents the complexity of the soul. You’ve to know, that a soul consists of more than one part. A soul is like a free-floating bird for me, which can move itself beyond space and time.
The fact that you see music first of all like art, makes you feel different from the context of the present electronic scene which sometimes is more business oriented?
Yes, may be true that the electronic music scene`s sometimes more business oriented. Of course every artist needs money to exist, to buy for example equipment to record his music. I can give the advice to follow the music in your heart, to let it out in a unconditional way as much as you can do.
Is there something that you would like to change in the nowadays scene or something that you are missing from the electronic world of the past?
I can only advise them, to take care in the way when people like using drugs, that they got only pure drugs. Furthermore that they eyes focused to the best sound systems for the people and the dj in the dj booth. Sometimes some clubs are overbooked with too many djs, so I can give the advise to provide every artist the time he really needs, time to release the gift that he will bring, okay it can’t always be 30 hours.
Plans for your summer? Did you planned a tour after the album release?
In the summer I’ll hang out with my friends, will do music, celebrate ourselves, shamanic sessions… I’ll let myself surprise. There will be also a tour, but not immediately, I keep you posted.