Quanti di voi si ricordano di Flussi? Se non siete “turisti dell’elettronica” ma se invece seguite tutte le sfaccettature del suono digitale con una predilezione per quelle più avventurose e sperimentali, la risposta dovrebbe essere immediata, semplicemente. Certo: non è mai stato un “affaire” da grandi numeri, da folle oceaniche, ma è sempre stata una mini-micro-Woodstock per quella comunità che – nutrendosi in primis da Soulseek – ha sempre mantenuto viva la fiamma della ricerca, del grande lavorìo nell’individuare chi insegue le strade meno battute per esplorare nuovi confini ed anfratti nascosti del suono. Senza però mai rinunciare all’emozione – perché Flussi aveva davvero un cuore, non era solo puro sbatterti in faccia “…guarda quanto sono strano, incomprensibile ai più ed altero“.
Ecco. Sembrava fossimo costretti a parlarne al passato: vuoi la difficoltà di mantenere l’identità facendo quadrare le economie, vuoi poi la pesante mazzata pandemica che – lo si ricorda troppo poco spesso – ha penalizzato tutti ma chi ha sempre fatto scelte non-commerciali è stato penalizzato molto di più, pareva che l’esperienze si fosse spenta. Niente più gite in Irpinia alla ricerca di persone like-minded, di suoni preziosi, di ritmiche aliene, di sogni digitali. Ma mai dare per sepolto lo spirito dei coraggiosi: dalle ceneri di Flussi, all’improvviso, ecco che nasce Tellurica, che parte oggi 23 novembre ad Avellino e si sviluppa fino alla della settimana. Ecco il programma:
Nostri personali highlight: sicuramente Bruno Bavota, a proposito del saper incrociare elettronica, sperimentazione ma anche comunicatività; e poi le architetture profonde ma spigolose al tempo stesso di Samuel Rohrer. Però in generale, lo sottolineiamo, al di là dei concerti non perdetevi anche gli screenings, le installazioni e le performance al Casino dei Principi, da domani fino alla fine del festival.
Non abbandoniamo le nostre piccole eccellenze, non abbandoniamo chi decide di nuotare controcorrente e di non scegliere la via più facile e più a portata di cuoricino&condivisione acritica. Come dicevamo già ieri, parlando di un’altra romantica eccellenza come Klang, c’è spazio per tutti. Però ecco: l’ecosistema più giusto, vario e prezioso dobbiamo crearcelo noi, giorno dopo giorno, non piove dal cielo. Costa fatica, sì, ma ripaga in bellezza.