Come le nostre pagine potranno serenamente testimoniare, la scena italiana è piena zeppa di giovani dj in grado di rendere interessante la scena techno con la loro personalissima visione del genere. Sono tanti, tanti davvero. Non tutti, però, c’hanno colpito per la varietà della loro selezione e per la capacità di cavalcare e gestire l’emotività del dancefloor, rendendo quantomai varia e imprevedibile la loro selezione.
Il pugliese Marco Bruno, il Giant Steps di questa settimana, fa parte a tutti gli effetti di questa élite, per questa ragione siamo particolarmente felici di presentarvi oggi i suoi quindici passi. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Le mie radici musicali fanno riferimento alla collezione di mio padre, dove ho sempre potuto trovare pietre miliari della musica, come Pink Floyd, Deep Purple, Genesis e via di scorrendo; o ancora, tra la moltitudine di cassette e CD raccolte dai miei due fratelli durante le loro partecipazioni attive nella scena del territorio. Tuttavia, se dovessi scegliere e ricollocare nel tempo il mio punto d’approccio con l’odierno percorso intrapreso, mi si ripresenta alla mente la sensazione di stupore ed emozione provocatami da un disco in particolare: “Wisdom To The Wise” di Dave Clarke, oppure “Strings Of Life” di Derrick May. Da qui il mio amore incondizionato per le radici di matrice Detroit e UK.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Da quando ho percepito che la musica è in grado di creare quella perfetta “corrispondenza” tra dj booth e dancefloor. La musica è il mezzo, la culla delle sensazioni che si propagano, il brivido…parlo di una vera complicità tra le due componenti.
Frequentando da subito ed assiduamente la scena musicale della mia città, è sorta spontaneamente la necessità di provare ad invertirne le parti: cosa proverebbe un interlocutore se rivestissi l’amore che nutro per la musica, in un percorso da selezionatore? Quanto sarei in grado di riuscire a trasmettere questa voglia di percepire con fluida semplicità, questa dimensione in cui mi riverso con naturalezza quando sono nel floor? Ad oggi cerco di trascorrere quanto più tempo dall’altra parte del booth, quando non sono ai giradischi.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Fino ad ora ho sempre vissuto la musica in una vibe del tutto positiva.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Ho sempre cercato di far avanzare le mie idee nel modo più multiforme possibile, con alla base un principio ben saldo: il connubio tra condivisione e sviluppo propedeutico. Qui in Puglia negli ultimi cinque anni, ho cercato di cogliere al meglio delle importantissime possibilità concessemi, sia nelle vesti di dj che di AD/Developer per una label. Da selector, i primi passi importanti li ricollocherei sicuramente nella residenza svolta per club come Clorophilla Club, Cromie, il Grido Festival, Mandarino Club, insomma le basi che meglio m’hanno preparato a successivi traguardi in giro per l’Italia ma soprattutto per l’Europa: la notte al Suicide Circus di Berlino, le due partecipazioni al Sonar OFF di Barcellona, poi ancora Amsterdam, Leuven, Zurigo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Sembrerà banale come risposta, ma il tempo non basta mai. Ad ogni modo sono sempre in giro, cerco di trascorrere quanto più tempo in compagnia, ma se dovessi restare tra le mura di casa e sentissi il bisogno di rilassarmi ed al contempo carpirne spunti per futura sperimentazione, preferisco immergermi in lunghe e profonde sessioni di ascolto di musica ambient, con alla base qualsiasi contaminazione.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessuno per adesso, musicalmente parlando.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Pink Floyd “The Great Gig In The Sky”
Brian Eno “I Dormienti (Album Mix)”
2030 “The World Is On Track For Disaster”
Staffan Linzatti “The Dynamic Dispatch”
Ichinen “Dual Craters”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Non ho mai avuto una passione per la cinematografia, seppur provi profonda stima per registi come Kubrick o Tarantino. Quanto ai libri, non ho mai letto molto come dire “per piacere o gusto di farlo”, ma ricordo bene che all’università mi colpì particolarmente gli “Strumenti del Comunicare” di Marshall McLuhan.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Nelle vesti di dj, sicuramente costituiscono motivo di soddisfazione le parole di DVS1 dopo il mio warm-up di quattro ore prima della sua performance al Clorophilla Club – a mio avviso una delle migliori negli ultimi anni del nostro club. È stato emozionante sentirmi dire di dover proseguire su questa mia proposta poliedrica, e sull’esser riuscito a trasmettere quanto mi piaccia realmente. In ambito discografico, sicuramente il supporto da parte di uno dei miei massimi riferimenti, ovvero Ben Sims, il quale ha selezionato per diverso tempo il mio lavoro su Dynamic Reflection, inserendo la mia “Leaving Everything Behind” nel suo set al Printworks di Londra durante la Klockworks Night e poi successivamente, nella sua rassegna podcast Run It Red.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Personalmente con nessuna preoccupazione: qualsiasi principio d’evoluzione tecnologica, condiziona in qualche modo la sfera sociale, se usato nel migliore dei modi credo possa essere il mezzo attraverso cui creiamo costantemente un contenitore di condivisione e quindi anche, una fonte d’investimento del potere conoscitivo. Lo sostiene anche McLuhan nel testo sopracitato: i media in sé non portano valore, ma esso viene determinato dal modo in cui sono usati, ogni apporto tecnologico si aggiunge a ciò che siamo.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
In Puglia sicuramente con i membri della nostra crew, mentre per quanto riguarda il resto d’Italia ho diversi amici con i quali mi confronto con costanza. Dopo la rassegna Sonar dello scorso giugno, ho stretto un bel rapporto con Shlomi Aber, ho una particolare stima per Roman Poncet credo sia un ragazzo dalle capacità straordinarie (in tutte le sue vesti artistiche) oltre che un una persona con cui spendere piacevoli momenti insieme. Recentemente quello con cui mi confronto spesso (soprattutto sui lavori) è Kobosil: con lui s’è creata un particolare alchimia, un bellissimo rapporto di rispetto ed amicizia, ci sentiamo e vediamo sempre, quando possibile.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Sicuramente uno dei più assurdi risale a qualche anno fa, durante un after party al Mandarino Club: era ormai pomeriggio inoltrato e suonava il resident Dj Skizzo in uno dei suoi classici extended, sul giradischi risuonava “Jaguar” di Rolando e per tutta la durata del disco, comparvero delle nuvole nel cielo, bene… le stesse culminarono con un fulmine che spense la musica in esatta corrispondenza degli ultimi istanti della track. Il tutto si concluse tra incredulità, pioggia incessante, applausi e qualche bestemmia all’Altissimo – abbiamo anche un video!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Purtroppo laddove la musica non venga sposata con passione ed intenti volti alla crescita, prevale la visione unidirezionale dell’imprenditoria, dimenticandone principio di qualità/efficienza e determinando spesso una totale alienazione dell’interlocutore. Nello specifico, questo viene applicato anche sulle figure dei dj resident, dai quali spesso si pretende una funzione di pr ai fini d’alimentare l’operato della “macchina”, e quindi di portar gente, disinteressandosi completamente di stimolare e valorizzare, attraverso una proposta costruttiva, quello che sarebbe il suo vero ruolo. Il paradosso lo si riscontra quando questi metodi vengono applicati anche da chi si fa promotore di vesti “underground”. Ma sono fiducioso, abbiamo le carte in regola per poter abbattere queste spiacevoli circostanze.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho diversi dischi in uscita per i primi mesi del 2018, alcuni di essi con importanti remixer e su label che stimo particolarmente. Proseguirò inoltre con il mio ruolo di AD/Developer per la label SK Black (Sub Label nata dal brand SK Recordings di Dj Skizzo, incentrata sulla Techno) e ben presto vorrei avviare un percorso “autobiografico”, una mia label, un progetto su cui lavoro già da tempo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.