Iniziative belle, e non scontate: mettere insieme da un lato un versante più “accademico” (studiosi, ricercatori, musicologi) dall’altro invece chi ha una versione iper-contemporanea della musica e chiedere ad entrambi di unire le forze per dare nuovo impulso alla musica tradizionale italiana. Si possono tirare grandi fuori, dalla musica tradizionale di casa nostra (esattamente come Moby ha svoltato la carriera, quando ha iniziato ad usare i materiali raccolti negli anni dall’illustre musicologo Alan Lomax e ci ha costruito sopra il suo capolavoro, “Play”). Ecco, questo è Future Tradizioni, un progetto nato in primis su impulso del dj/producer Marco Dalmasso.
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Come funziona il tutto? Prima di qualsiasi cosa, la tempistica: la call to action scade fra pochi giorni, precisamente il 27 marzo. Sul sito de La Scena Muta i musicisti, producers, dj che vogliono mettersi alla prova su un progetto così particolare (ed affascinante) potranno aderire al progetto compilando l’apposito form. L’adesione permetterà ai partecipanti di prende parte attiva a tutte le azioni previste dallo stesso. L’iscrizione, nota bene, è gratuita. Nel mese di aprile si realizzeranno due tavoli di discussione / Focus Group curati da Mimmo Ferraro (Presidente dell’associazione Altrosud e fondatore di Squilibri Editore) e da Ciro De Rosa (giornalista e divulgatore di musiche di tradizione orale e direttore responsabile di Blogfoolk) sul tema dell’innovazione dei processi creativi legati alla musica tradizionale italiana, al contesto geografico e alle relazioni con le differenti culture mediterranee. Questi incontri verranno realizzati attraverso una piattaforma online per consentire la connessione da varie parti del territorio italiano. Come azione successiva ai focus group gli artisti partecipanti comunicheranno su quale brano intendono lavorare.
Le produzioni potranno consistere in manipolazioni di registrazioni presenti all’interno dell’Archivio Sonoro (partner di Future Tradizioni), o in alternativa manipolazioni di registrazioni presenti in altri archivi non convenzionati con il progetto e con il benestare dell’archivio scelto. Saranno inoltre ammesse anche collaborazioni tra un musicista/gruppo musicale e dj/producer atte a reinterpretare un brano di una particolare tradizione regionale o locale. I brani ultimati dovranno essere consegnati entro e non oltre il 31 maggio 2023. Dove si reputi necessario gli artisti potranno richiedere un contributo per la produzione dei brani, concordandolo con l’Associazione La Scena Muta.
Tutti i brani pervenuti saranno caricati sulla piattaforma bandcamp legata al progetto e saranno diffusi attraverso i social de La Scena Muta e dei partner progettuali. 15 di questi verranno selezionati dall’etichetta Garrincha Go Go (Garrincha Dischi) e pubblicati sulle principali piattaforme di streaming (quindi worldwide, ovviamente). Successivamente andranno a formare la compilation di Future Tradizioni per l’anno 2023. L’agenzia di booking Musicastrada promuoverà l’iniziativa in diverse forme all’interno delle più rappresentative fiere del settore. Inoltre coordinerà la partecipazione del progetto attraverso talk, live-set & djset all’interno della programmazione di diversi Festival tra cui anche quelli partner del progetto.Se cercavate uno stimolo diverso dal solito per mettere mano a software, plug in e quant’altro, ecco un’occasione che potrebbe essere davvero interessante. Del resto la manipolazione di repertorio della tradizioni popolare italiana può portare a risultati notevolissimi, pensiamo al lavoro di Open Sound o, se vogliamo citare dei dischi, a “TRNT” di Go Dugong, che vi consigliamo davvero di recuperare.