Rientro dall’ufficio, Tropical Pizza in sottofondo, il mio orecchio intercetta una ritmica e un vocal troppo simili alla disco che tanto mi fa impazzire. Nulla a che vedere con ciò che passano solitamente durante qeull’ora. Inizia la ricerca… il risultato è l’articolo su “Italo82” e questa chiacchierata con Alessandro, l’autore del pezzo.
Partiamo dal concreto, nel video di “Italo82” si vede un ragazzo in fuga. Possiamo dire che quel ragazzo sei tu? Che il punto di partenza è Forlì e che quello di arrivo è Berlino?
Si, in un certo senso. Sono abbastanza stufo del nostro paese in cui è tutto piuttosto piatto. Tutto l’album è stato prodotto in Italia, ma sarebbe stato sicuramente più facile fare qualcosa in una città come Berlino.
Nel video prima di partire il protagonista si prova delle t-shirt con delle scritte particolari, ne sai qualcosa?
Ehehe… Fanno parte della collezione “Kill The Vocalist” un progetto che mi ha permesso di guadagnare dei soldi e sopravvivere per un certo periodo di tempo. Per il momento però preferisco concetrarmi sulla produzione musicale.
Il tuo quindi è un progetto a confine tra musica/moda/grafica. Cosa è venuto prima e soprattutto come mai tutte queste passioni?
Musica, il resto e’ per tirare a campare, potessi farei solo musica, poi per forza di cose ho fatto altro per vedere di sfondare il muro… Ho imparato a produrre video giocando con la Canon con cui scattavo le foto per le magliette “Kill The Vocalist”. Il resto sono state semplici intuizioni. La seconda invece è proprio una bella domanda, se rinasco voglio avere come passioni : la palestra, il calcio e il grande fratello. Così vivo sereno…
Come già detto, la prima volta che ho ascoltato “Italo82” ero in macchina, e l’ho sentita per radio su Tropical Pizza (Radio Deejay), mi vuoi raccontare questo episodio?
Ho mandato un messaggio su Facebook al Dj Aladin con il link alla canzone e lui ha risposto, mentre altri che sembrano molto più tranquilli non mi hanno nemmeno preso in considerazione… Il resto è “storia”. Mi fa sorridere però il fatto che a passare il pezzo per radio sia stato l’unico programma non proprio dance oriented che ho contattato.
Una delle cose che mi ha subito colpito è stato il testo del pezzo…
Il test di “Italo82” prende spunto da “Sunday Bloody Sunday” (oh i can’t believe the news today…) e lo stravolge in chiave ironica, infatti nonostante tutto quello che succede qui in Italia le news principali riguardano Lele Mora e i ragazzi di Uomini e Donne. Buon motivo per scappare…
E la collaborazione con The Huge?
Questa vi sembrerà una favola ma invece e’ la verità. Ho messo su Youtube la versione strumentale del brano con delle scritte fatte su Final Cut in cui cercavo un cantante stile Erlend Oye e ho chiesto a un po di gente su Facebook di condividerlo. Qualche giorno dopo aveva risposto uno solo, gli ho mandato la traccia e me l’ha rimandata cantata. Poi ci siamo visti e siamo diventati amici.
Collecting Dust, nome interessante per un album…
Ho scelto questo nome perché dietro l’album non c’è un vero e proprio concept è più che altro una sorta di raccolta. Oltre a produzioni nuove, ci sono tracce vecchie di 5 anni aggiornate con qualche vocal. Tracce che appunto erano li a raccogliere polvere.
C’è un pezzo a cui ti senti più legato?
Ovviamente devo risponderti “Italo82”, perché è quello che un pò ha cambiato le cose. Poi c’è “Summer Just Can’t Wave”, la versione originale però. Ma non saprei spiegarti il perché.
Quando pensi che sarà in vendita l’album?
In teoria i primi di maggio. In pratica non lo so… Il disco uscirà sicuramente su una delle mie due etichette: Zoma e 12 Records. La verità però è che sto combattendo con i distributori, in caso comunque non riuscissi a trovare un accordo stampo per i fatti miei e distribuisco in modo autonomo.
So che hai una passione per l’analogico, ti piace collezionare vecchie macchine?
Ho giusto qualche vecchio sampler, ma se devo dirti la verità ho una passione per i tape. Adoro i vecchi nastri, sia bobine che cassette. Passo ore a cercarli su eBay…
Una in particolare?
La famosa TDK MA-XG del 1987 …
La prima volta che ci siamo sentiti mi hai detto che non avresti voluto un’intervista da star. Mi ha dato l’impressione che preferisci parlare con la musica piuttosto che con le parole. Sei molto introverso?
No, la verità è che c’è troppa fuffa in giro… Tolti i blog come il vostro (non vi conoscevo e da quando mi avete contattato non smetto di leggervi) il resto è tutto troppo commerciale, sto infatti lavorando su una t-shirt che esprime perfettamente ciò che penso:
Non ho nulla contro il business, anzi. Ma spesso si rasenta il ridicolo: c’è gente che fa un album con 5 tracce penose che viene glorificata come fosse un messia, ma nessuno prende in considerazione il fatto che parliamo sempre di musica. Non salviamo vite in Africa. Quindi meno seghe non guasterebbero.
Come mai la scelta di utilizzare “Deep88” come pseudonimo?
Perché è in quell’anno che sono stato folgorato dall’house, soprattutto quella cantata. Mi innamoravo dei set che passavano le radio, musica dei locali romagnoli, quelli dei bei tempi. a quell’epoca in Italia c’era veramente tantissima qualità, c’erano dj che partivano lenti e arrivavano a 125/130 bpm ma nonostante tutto avevano una loro identità.
Come ti sei avvicinato alle produzioni?
C’era il classico amico che aveva il Mac e usava Cubase e così mi sono fatto copiare i programmi e mi sono comprato il Mac anche io… Adesso invece uso Logic.
E il futuro?
Futuro incerto e felicità a momenti 😉