E’ mattina, a Milano piove e, come di consueto in questo periodo dell’anno, il cielo è bianco. Fuori fa freddo, c’è quell’umidità infame che ti entra nel naso e nelle orecchie; meglio rimanere in casa al caldo e ascoltar musica sorseggiando un buon caffè.
Sarà il tempo, sarà che stamattina mi sono alzato forse troppo presto, ma mi va di ascoltare qualcosa come un 2020 Vision a firma Crazy P. Il loro ultimo lavoro sulla label inglese è “Beatbox” del dicembre 2011, composto di una traccia singola e da tre remix. Esattamente un anno dopo quell’uscita, il quintetto britannico ci propone questo nuovo “Heartbreaker (Remixes)”, dove la originale è accompagnata da due remix di tutto rispetto, uno a firma Mark E e uno di Huxley. Dopo un attento e ripetitivo ascolto, rimango un po’ così, sospeso tra pensieri, viaggi e un brain storming di opinioni che cercherò di ordinare e spiegarvi.
Partiamo dalla versione originale. Il disco mi emoziona, mi stupisce: è una traccia sentimentale, è una traccia da sorrisi, da abbracci, da scena finale di un film nel quale i protagonisti alzano le mani al cielo consci del fatto che la felicità è qualcosa di reale, qualcosa che possono toccare realmente. L’utilizzo di elementi soul aiuta a rendere vive queste caratteristiche, mentre il tocco funk mantiene la traccia nel mood giusto per poterla ballare dall’inizio alla fine. Il vocal che viene utilizzato è quasi un “vieni via con noi, sarà un bel viaggio!”.
Il remix di Mark E è, come di conseuto, profondo, particolare e ricercatissimo; di fronte al gran lavoro del remixer nemmeno la monotonia si fa sentire troppo, coperta da una finissima classe nella composizione e riutilizzo di sample e suoni presenti nell’original. Il disco è cupo e totalmente differente rispetto all’original, ma non per questo abbandona il tono emotivo, sfumando questa sensazione verso un qualcosa di più malinconico. Altro pupillo della casa made in UK, Huxley remixa tenendo fede al suo personalissimo stile, chiudendo una traccia house molto spinta con qualche tocco garage. Lo strumento padrone del remix è la bassline, punto forte del mood produttivo dell’inglese. L’ingresso di quest’ultimo è annunciato da una micro pausa che ci proietta dentro allo spannung del disco. Ballano anche i muri.
L’EP è un lavoro versatile che si presta ai più svariati utilizzi, ora sta a voi decidere cosa farne di questo “Heartbreaker (Remixes)”.