Il duo inglese Addictive Tv crea musica con un tratto particolare: è musica che puoi vedere. Sono artefici di un live che “rigira la mente” secondo il Times, e DJ Magazine li ha votati due volte “#1 VJs in the World “. Creando un ponte tra la dance music e l’arte, si sono esibiti in location come il Pompidou Centre di Parigi e il Museum of Contemporary Arts di Shanghai ed in club tra i più importanti del pianeta come il Razzmatazz di Barcelona, il Womb di Tokyo e il Paradiso di Amsterdam. Hanno suonato in oltre cinquanta nazioni, ad eventi come il Glastonbury Festival (main dance stage), i Giochi Olimpici Invernali di Vancouver 2010 e alla più grande silent disco della storia, in Francia nel luglio 2011, davanti ad oltre 10000 clubbers scatenati al suono diffuso nelle cuffie. La line up è ora composta dal fondatore Graham Daniels e dal mash-up guru Mark Vidler, aka Go Home Productions. A livello di regia e sound design hanno creato video e commercials per Adidas, EA Games e Red Bull. Studios hollywoodiani come Paramount, Universal e 20th Century Fox hanno usato il loro talento nel mash-up per creare trailers alternativi per film come “Iron Man”, “Fast & Furious” e per il film di Danny Boyle trionfatore agli Oscar “Slumdog Millionaire”. Infine, da un paio di mesi è uscito un nuovo capitolo della loro storia di mash-uppers/remixers: in occasione del primo mash-up game con la collaborazione fra due software houses produttrici di celebri videogames, esce “Street Fighter x Tekken”: ovviamente nessuno meglio di Addictive TV poteva realizzare la soundtrack. E’ un vero piacere quindi poter scambiare qualche chiacchiera con loro, chiacchiere che vanno ben al di là delle interviste di routine che si fanno ai dj o producer standard. “Guidati dal beat e dalle melodie, dobbiamo pensare in maniera visuale”, dice Graham.”E’ come montare un film e produrre musica elettronica allo stesso momento!”. L’esibizione di sabato 9 giugno all’Electrode di Roma, giusto per citare il loro show italiano più imminente, si preannuncia davvero un appuntamento per menti sveglie e palati fini.
Come è nato e si è evoluto il progetto Addictive TV?
Graham: Addictive TV ha affrontato un percorso lungo per arrivare dove è ora, passando per le mie prime esperienze daVj nei club inglesi verso la fine degli anni ’90 per arrivare a quelle come produttore di programmi televisivi con la mia company Addictive TV, come ad esempio la “DJ Mix Series Mixmasters” su ITV1. Nel 1998 ho prodotto una serie per Channel Four chiamata Transambient lavorando col mio partner creativo Tolly, che era nella prima formazione di Addictive Tv, per poi conoscere Mark e decidere di lavorare anche con lui.
Mark: Io ho fatto mash-up e bootleg per un bel po’ con il mio progetto Go Home Productions. Ad un certo punto la EMI mi chiese se ero interessato a produrre un album di mash-up, che in effetti uscì nel 2006. La stessa EMI chiese poi a Graham di dirigere il video del pezzo “Rapture Riders” che fondeva “Rupture” dei Blondie con “Riders On The Storm” dei Doors ed è così che ci siamo conosciuti.
Graham: Di mio, volevo andare oltre il semplice vjing di supporto ai dj: volevo creare musica che includesse i suoni dei video. Non lo facevano in molti al tempo, ricordo ad esempio i seminali newyorkesi Emergency Broadcast Network. Nel 2003 lavorai con la Pioneer Electronics alla realizzazione del loro nuovo DVJ Video Turntable che cambiò parecchio le cose, poi fu il turno del video synth della Roland, strumento che abbiamo usato negli anni successivi quando abbiamo fatto alcuni alternative trailer per produzioni hollywoodiane.
Mark: Anche io volevo andare a un livello diverso da quello dei mash-up audio per approdare a un mash-up “multimediale”, se così si può chiamare. E’ una evoluzione continua. Quest’anno per dire stiamo nuovamente cambiando macchine e modo di lavorare, usando il software Just Add Music e testando il nuovo Allen & Heath Xone K2 software controller.
Avete suonato in situazioni molto diverse, dai musei ai grandi eventi, dai festival ai club… In che contesto preferite esibirvi?
Graham: Non è facile scegliere un tipo di contesto o un altro, è interessante potersi esibire in differenti situazioni: ci tiene stimolati cambiare tipo di show, se fossimo sempre nei club diventeremmo matti! Dalle spiagge, ai musei, dai grandi festival alle piccole venue: ne abbiamo viste di tutti i tipi, direi…
Parlando puramente di film, senza pensare ai campionamenti per un attimo, quali sono i vostri registi preferiti?
Graham: Quando mi vien fatta questa domanda dico sempre Terry Gilliam, trovo il suo stile visivo totalmente geniale, specie nei primi lavori come “Brazi”: ti viene voglia di vederli e rivederli. E’ ovvio citare Kubrick e Scorsese, che sono senz’altro due grandi filmakers. Un altro che alle volte regala capolavori è Roman Polanski: se non avete mai visto “The Piano” ve lo consiglio.
Mark: Dovendo fare delle scelte i primi nomi che citerei sono Romero, Luis Buñuel, Roger Corman, Richard Thorpe, Kurt Neumann e Kevin Connor. Potrei citare poi Scorsese e Kubrick, chiaro, ma mi piacerebbe dar spazio a nomi leggermente meno noti. Adoro soprattutto Romero, che mi ha inchiodato alla poltrona tante volte; la versione del 1978 di “Dawn Of The Dead” mi lascia ancora elettrizzato ogni volta che la rivedo. Buñuel è stato un altro genio, dopo un paio di bicchieri di vino rosso mi perdo in qualsiasi sua pellicola con gran piacere… Adoro poi anche i film dei tardi ’60 del genere “psychsploitation” e quelli sui bikers, specialmente le due perle di Corman: “The Wild Angels” e “The Trip”. Infine l’inglese Kevin Connor, che ha diretto tutti gli adattamenti degli anni ’70 tratti da Edgar Rice Burroughs come “The Land That Time Forgot”, “At The Earths Core” e “The People That Time Forgot” – tutti interpetati da Doug McLure. Sono queste le stramberie con cui mi piace perdermi, oltre ai film piu “seri”, diciamo così. Infine devo menzionare Richard Thorpe e Kurt Neumann, hanno diretto una dozzina di classici film su Tarzan tra gli anni ’30 e ’50. Ho speso moltissimo tempo da ragazzino (e da adulto) a vederli: folli ambientazioni africane, coccodrilli di gomma, attori seminudi per rappresentare i selvaggi… una visione che consiglio e mi diverte sempre.
Avete suonato spesso in Italia? Quali gigs ricordate di piu?
Graham: Si abbiamo suonato spesso in Italia: a Roma, Milano, Firenze, l’Electroblog di recente a Trieste ed anche nella splendida Sicilia a Palermo. Ci siamo esibiti alcune volte al Brancelone di Roma, bel club che ha sempre una bella vibrazione… Una delle gig che ricordo maggiormente è però quella a Roma nell’area di Castel Sant’Angelo, praticamente attigui al Vaticano: mi sa che abbiamo tenuto sveglio il Papa fin tardi! Altra serata memorabile quella a Verona sulle scale del Palazzo della Gran Guardia di fronte all’Arena dove quella sera suonava Ennio Morricone… abbiam tentato di infilarci al suo live per gli ultimi pezzi, ma senza successo… sentimmo solo una versione potentissima di “The Good, The Bad And The Ugly”. In quella trasferta fummo ospitati in una vigna: immagina quanto vino abbiamo bevuto!
Mark: Sì, ricordo il posto sbornia la mattina dopo… Per me però la più incredibile è quella del Roma Fiction Festival con la fantastica location di Castel Sant’Angelo: faceva caldissimo e ho ancora il cappellino del festival con me!
In chiusura, diteci qualcosa sul nuovo votro progetto The Orchestra Of Samples…
Graham: Nei nostri viaggi e nelle nostre date, spesso grazie all’aiuto dei promoter locali, troviamo musicisti che suonano ogni tipo di strumento. Ne facciamo delle registrazioni che successivamente campioniamo per creare nuova musica. E’ un progetto audiviodeo che raccoglie quindi suoni da tutto il globo. Sai, lavoriamo così tanto coi sample che ci è sembrata una idea quasi inevitabile procurarcene altri dalle vive mani degli artisti. Abbiamo trovato musicisti in UK così come in Francia, Spagna, Italia, Messico, Israele, Brasile ben due volte, Egitto, Tunisia, Senegal e altri ancora, facendo scoperte fantastiche ogni volta come il Gombri, vecchio strumento africano considerato il primo “creatore di suoni a basse frequenze” nella storia, o il Boudègue nel sud della Francia, che fondamentalmente ricava uno strumento dal corpo di una capra. Questo giusto per citarne un paio. Il progetto ci ha fatto incontrare poi talenti come Mazinho Quevedo, che viene dal Brasile ed è uno dei più grandi suonatori di viola al mondo: appena saputo del concept del progetto ha voluto partecipare anche lui. Sul nostro sito abbiamo uploadato tutti i video degli artisti coinvolti, potete vedere anche voi che esperienza interessante ed anche educativa sia stata. Abbiamo scoperto così tanti artisti e suoni, abbiamo imparato davvero tanto.
Mark: E’ come costruire un “audio visual sampledatabase” globale. Vogliamo farne un intero show e album, abbiamo per ora solo dei demo embrionali e stiamo aggiungendo di continuo nuovi samples. Pensiamo di continuo alle mille possibilità che si possono avere mettendo insieme un batterista brasiliano, danzatori di flamenco iberici, percussionisti messicani, rapper senegalesi, matti italiani che creano musica modificando i circuiti elettronici. Le possibilità sono innumerevoli quando ti metti a combinare questa ricchezza di fonti, una ricchezza che può essere rigirata e ricombinata in tantissimi modi creativi. Il risultato finale rischia di essere uno show davvero imperdibile, siete avvertiti!