Per un DJ, le cuffie sono un po’ come le mutande: ognuno è geloso delle proprie, e ognuno ha i propri gusti in materia, non esiste un solo tipo di cuffia che sia universalmente considerato il migliore.
Tra le diatribe principali che dividono gli appassionati (e i dj, da bravi nerd, sono spesso appassionati di diatribe come queste) c’è sicuramente quella tra cuffie over-ear, ossia con i padiglioni molto grossi, che coprono tutto l’orecchio circondandolo e avvolgendolo, e cuffie on-ear, con i padiglioni più piccoli che si appoggiano, appunto, sull’orecchio.
La differenza sembra sottile, ma è tutt’altro che banale, perché se è vero che un padiglione più grosso significa un maggior isolamento dall’esterno, dover tenere al collo o in testa per sessioni anche molto lunghe, magari in un club dove – si spera – la temperatura si alza, una coppia di padiglioni più leggeri e meno avvolgenti può davvero fare la differenza.
Dovendo quindi raggruppare le cuffie da DJ in due grandi famiglie, insomma, metteremmo da una parte quelle per chi vuole sentirsi abbracciato e isolato il più possibile e dall’altra invece le cuffie per chi non vuole essere appesantito: Pioneer DJ ha modelli per entrambi gli schieramenti, rispettivamente la serie HDJ-X e HDJ-S.
Giusto per farvi capire come la scelta sia assolutamente personale e non ci sia un tipo di cuffia migliore dell’altro, vi basti sapere che tra gli endorser delle cuffie over-ear di Pioneer DJ ci sono Carl Cox e Roger Sanchez, mentre usano cuffie on-ear della serie HDJ-S artisti del calibro di Tiga, Jackmaster e Eats Everything.
La serie HDJ-S, in realtà, è un’aggiunta relativamente recente al catalogo, visto che il modello di punta, HDJ-S7, è uscito proprio questa settimana e abbiamo avuto occasione di provarlo con mano.
Mettiamo le mani avanti: chi scrive è del partito delle cuffie over-ear, per cui è stato difficile mettere da parte il naso arricciato preventivo rispetto a un paio di cuffie dal padiglione così piccolo, ma dobbiamo dire che siamo rimasti piacevolmente sorpresi.
Le HDJ-S7, infatti, non sono cuffie on-ear da estremisti della leggerezza, nel bene e nel male: abbiamo provato in passato cuffie che facevano del peso contenuto il proprio punto di forza e la sensazione di “plasticosità” era davvero eccessiva, mentre in questo caso il feeling è esattamente l’opposto.
Sarà l’ampia presenza di materiali piacevoli anche al tatto, come il metallo che ricopre l’esterno dei padiglioni, o alcuni dettagli come lo snodo che, per intenderci, ricorda molto quello delle storiche Sony MDR-V700, un autentico standard de facto in tempi passati e che fa sì che il padiglione si appoggi perfettamente sopra l’orecchio in qualunque condizione e posizione, o ancora sapere che le HDJ-S7 hanno superato il test d’urto dei materiali militari americani, ma il feeling tattile è di assoluta solidità e resistenza: non ci danno, insomma, l’idea di un paio di cuffie che si spezzano in due nel mezzo di un set particolarmente movimentato, ma anzi ci sembrano cuffie che si possano maltrattare liberamente, adattissime all’uso intensivo che ne fa un DJ.
Per quanto riguarda la resa sonora, ovviamente, non c’è niente di cui possiamo lamentarci: certo, non stiamo parlando di cuffie da audiofili con cui ascoltare i Berliner Philharmoniker seduti in poltrona per apprezzarne i transienti e le armoniche, ma il suono è comunque molto pulito e ben distribuito, oltre che ben discernibile anche in condizioni piuttosto rumorose come, si presuppone, dovrebbe essere la console di un club.
Insomma, se siete della famiglia delle cuffie on-ear ma alla leggerezza volete abbinare anche un buon grado di resistenza, ci sentiamo di consigliarvi l’acquisto delle HDJ-S7 a scatola chiusa.