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[tab title=”Italiano”]Costruendo questa intervista il primo pensiero è andato subito alla disco, si quel genere molto cool che ha trovato negli ultimi anni moltissimi -nuovi- ambasciatori ed estimatori. Poi rifletti meglio, ad uno come The Revenge puoi davvero chiedere di tutto mettendo in secondo piano anche la disco, genere da sempre a lui associato; puoi chiedergli di 6th Borough Project, della storia delle sue etichette (chiudere Instruments Of Rapture per poi creare Roar Groove?) e si, anche della disco. Che poi disco, house, techno tutti ne capiscono le differenze? The Revenge ci ha parlato anche di questo.
Iniziamo parlando del 2015, anno in cui hai ottenuto risultati molto importanti dopo decenni dedicati alla musica. Prima di analizzare il tuo debut album volevo ci raccontassi com’è essere inserito, nello stesso anno, in compilation quali “Balance 28” a cura di Stacey Pullen, “fabric 83” di Joris Voorn e “fabriclive 87” dei Groove Armada. Belle soddisfazioni, no?
Si, è stato un vero onore per me essere inserito in queste compilation, bello quando artisti musicalmente così differenti tra loro selezionano le tue tracce. Produco musica che ha un range molto ampio di sonorità, spesso trovare le proprie tracce incluse in una compilation è una bella sorpresa e, personalmente, mi aiuta anche a ricordare di aver prodotto determinate cose.
Non voglio chiederti un semplice commento riguardo il tuo debut album “Love That Will Not Die”, voglio capire cos’è successo nel 2012 quando hai dismesso la tua prima label Instruments Of Rapture sei “scomparso” dai social per poi tornare con Roar Groove pubblicando l’album e una serie di EP. Un reset generale sia nella musica che nella tua vita?
Si, avevo la necessità di riprendere fiato e di godermi del tempo libero dopo aver viaggiato parecchio e prodotto moltissimi remix. Ho deciso che era il momento adatto per sparire dai social e rivedere il mio metodo di lavoro in studio. Durante questo periodo ho cambiato casa e ho iniziato a buttare giù le idee per il live che volevo costruire. Instruments Of Rapture è stato un progetto davvero divertente ma iniziava ad essere troppo complicato per me; era diventata una vera label, iniziavano ad esserci molti altri artisti che pubblicavano le loro cose. Ho voluto chiuderla nel momento di massimo splendore per poi dedicarmi a qualcosa di più fresco che fosse come una casa per la mia musica e le mie collaborazioni. E’ davvero importante per me poter controllare da vicino la progettazione e la distribuzione del mio lavoro, avere un rapporto diretto con il mio pubblico. Per tutti questi motivi è nata Roar Groove, che è anche uno shop dove posso direttamente vendere la mia musica.
Quanto questa fase di reset ha influenzato “Love That Will Not Die” sia positivamente che negativamente?
Penso che sia stata una fase di radicali cambiamenti importanti e positivi sia per la mia mente che per il mio benessere fisico, tutto questo mi ha aiutato a creare le basi per il mio futuro musicale. Avevo in mente di creare una nuova label subito dopo lo stop di Instruments Of Rapture e così è stato ma poi ho impiegato quasi tre anni per produrre e pubblicare “Love That Will Not Die”. Non mi interessava creare un album per un’altra etichetta, volevo produrre qualcosa in totale libertà che mi rispecchiasse, senza interferenze dall’esterno.
6th Borough Project è invece un progetto che non hai mai messo in stand-by; anche se l’attesa tra “One Night In The Borough” e “Borough 2 Borough” è stata lunga nel mezzo avete sempre pubblicato interessanti EP. Qual è il legame, umano e musicale, tra te e Craig Smith?
Lavoro con Craig da 17 anni, abbiamo percorso un lungo viaggio insieme. Ci sono 10 anni di differenza tra me e lui ma sin dal primo incontro è scattata, musicalmente, una scintilla. Io iniziavo ad avviarmi a questo mondo mentre lui era molto più rodato di me, aveva già una lunga esperienza sia come dj che come acquirente di musica. La sua cultura abbracciava soul, boogie, funk, disco e house music, lui ha voluto condividerla con me e da li abbiamo iniziato a costruire le basi per 6th Borough Project e tutto il materiale che poi abbiamo prodotto. Solitamente Craig raggruppa un po’ di vinili dal suo archivio, li ascoltiamo insieme, io seleziono le cose che più mi interessano e da queste cerchiamo ispirazione per produrre qualcosa di nuovo. Un processo solitamente semplice e molto sistematico. Ognuno di noi rispetta l’altro e il suo punto di vista, per questo non abbiamo mai discusso in studio su cosa fosse giusto o sbagliato inserire in una traccia.
Leggendo e spulciando il web ho visto una news interessante a riguardo, dovrebbe esserci un nuovo album dei 6th Borough Project in programma per questo 2016. Hai qualche anticipazione o conferma a riguardo?
Si, pensiamo di completarlo entro luglio e di pubblicarlo il 7 novembre su Roar Groove. Trovo sia il miglior album che abbiamo mai prodotto, tutte le volte che lo ascolto sono soddisfatto, ha delle sonorità molto fresche.
Oggi molti si proclamano ambasciatori o fan della disco house, sai meglio di me come funzionano le tendenze musicali. Tu che sei stato legato da sempre a questo tipo di sound come vivi questa -forzata- invasione disco che dura ormai da qualche tempo? Per me spesso si nota la mancanza di un background musicale valido a riguardo, sei d’accordo?
Penso che la maggior parte delle persone non apprezzi la differenza tra disco, house o techno. Queste sono le etichette più frequenti e le differenze tra i generi sono sempre più sottili per essere chiaramente distinti. Prendi il mio ultimo lavoro “Intimate Connection”, è una raccolta completamente orientata alla house ma ovunque è stata catalogata come disco. Quindi, chissà?
Al contrario nei tuoi ultimi live/dj set mi sembra di trovare sonorità sempre più elettroniche e dark con immancabili contaminazioni disco nel mezzo. Ti stai divertendo a esplorare nuove sonorità?
Il nuovo set up del mio studio è completamente orientato verso la produzione live. Posso soltanto registrare delle jam e ascoltare, poi, cosa è venuto fuori. Questo è sicuramente il metodo più divertente che ho mai utilizzato per produrre musica. Dal mio punto di vista sperimentare nuovi metodi, nuove sonorità e avere modo di distribuirle autonomamente significa avere la massima libertà. Le persone non sono una “cosa sola”, possono essere tristi o felici, malinconici o euforici. Cerco di esprimere tutti questi stati d’animo attraverso la mia musica.
Hai da poco pubblicato un EP su Dirt Crew Recordings e partecipato a Euphoria Showcase SXSW16 o al Riverside Festival. Come ti organizzi tra studio, live e tempo libero?
È veramente difficile tornare un studio con la giusta ispirazione dopo aver affrontato un lungo weekend di gig. Ho una figlia di 18 mesi e cerco di trascorrere con lei tutto il mio tempo libero, di conseguenza ho adattato il tempo che dedico al lavoro modificandone le fasce orarie, ora lavoro molto di più al mattino o di pomeriggio piuttosto che in notturna. Ho scoperto che il venerdì (notte) è il momento migliore per produrre musica o registrare dj mix, penso sia dovuto all’avvicinarsi del weekend e quindi alla consequenziale diminuzione di email in arrivo.
Quali sono le sonorità o gli artisti che più ti influenzano attualmente, sia in studio che live? Per “Love That Will Not Die” avevi circa 200 demo/idee, sei uno che produce d’istinto e poi accuratamente seleziona le bozze migliori?
C’è davvero tanta bella musica là fuori. Sono un vero disastro con i nomi ma ultimamente mi attrae tutto quello che è grezzo e poco rifinito, quei brani che sembrano essere nati in un preciso momento, senza essere rivisti successivamente. Forse è un riflesso del mio modo di produrre attuale. Non mi piace condividere con nessuno la musica che produco prima che sia pubblicata, ho fatto un eccezione per “Love That Will Not Die” chiedendo pareri a Julie e Paul (collaboratori della label) su alcune demo che avevo. Tuttavia ho poi scelto autonomamente le tracce da inserire.
Parlavamo poco fa di festival; a giugno hai partecipato al Wildlife Festival 2016, con te in line-up Disclosure, Rudimental, Busta Rhymes e altri. Questo è un ottimo spunto per chiederti: oggi qual è il ruolo dei dj nel business musicale? Alcuni sembrano sopravvalutati, altri sono parte del “pop” business tanto da mischiarsi in esso senza problemi altri ancora riescono ad affermarsi pur rimanendo di nicchia con sonorità ricercate. Come valuti le nuove possibilità che ti si presentano?
I dj sono creatori di soundtracks. Devono crearne una adatta ad ogni momento: per mangiare pizza, ballare o per bere un cocktail. Indubbiamente ognuno sceglie la musica che ritiene migliore per quella determinata occasione, ma rimane pur sempre un ruolo di vitale importanza. Ritengo un problema fondamentale il fatto di andare a “vedere” un dj piuttosto che andare a “sentire” un dj. Ma la giusta musica suonata nel momento adatto, nella location adatta crea un feeling speciale, imbattibile. I migliori dj sono costantemente alla ricerca di musica che possa migliorare le altrui esperienze.
Una domanda per chiudere; tornerà online o ci saranno nuovi episodi di “Love Story – Valentine’s Mixtape”? Un mix che ho da sempre avuto con me nei miei dispositivi.
Grazie! Spero di avere il tempo per creare nuovi episodi. Mi diverto a registrare mix a tema che non siano necessariamente da dancefloor.[/tab]
[tab title=”English”]Thinking about this interview the first thoughts was immediately about disco, the very cool genre with many admirers over recent years. Then i thought better about The Revenge, so, i can really ask everything to him more than disco. Can ask him about 6th Borough Project, about the history of its labels (closing of Instruments Of Rapture then creation of Roar Groove) and even disco. Everyone understand the differences between disco, house and techno? The Revenge also told us about this.
I want to ask you about 2015, a year full of very important results for you after decades dedicated to the music. Before we analyze your debut album tell me something about “Balance 28” by Stacey Pullen, “fabric 83” by Joris Voorn and “fabriclive 87” by Groove Armada in all these compilations there is a track or a remix made by you. I think that’s a great satisfaction! What about you?
Yes, it’s a real honor to be included in selections by such a variety of influential artists. I make such a wide range of music that I sometimes forget what I’ve made, so when tracks get picked for compilations or mixes like these it’s a nice surprise.
I don’t want to ask you a simple comment about your debut album “Love That Will Not Die”, I want to understand what happened in 2012 when you stopped your first label Instruments Of Rapture and “disappeared” from socials. Then you came back with Roar Groove, publishing the album and several EPs. Was this a general reset in your life and in your musical approach?
Yes, I needed to catch my breath and take some time out after traveling and remixing a lot. I decided it was good to switch off from social media and change my working methods in the studio. I moved home around this time and started putting together ideas for live performance. ‘Instruments Of Rapture’ was a fun project but it became more complicated when it started becoming like a real label with more artists. I wanted to finish it on a high and move into something fresh that could be a home for my own music and my own collaborative projects. It was important for me to control the design and distribution of the work more closely and have a closer connection to my supporters. This was when I setup the Roar Groove shop for selling direct to our fans.
Has this “reset” phase influenced “Love That Will Not Die” both positively and negatively?
I think it was a very important positive change for my mental and physical well being and also to provide the foundation for my musical future. I had plans to get the new label up and running very quickly after finishing ‘Instruments Of Rapture’, but it took almost 3 years before I released ‘Love That Will Not Die’. I wasn’t interested in releasing an album on another label as I felt it was important to do it exactly the way I wanted without outside interference.
6th Borough Project is a project that you’ve never stopped; although the wait between “One Night In The Borough” and “Borough 2 Borough” was long, in the middle you published interesting EP. What’s the connection, human and musical, between you and Craig Smith?
I’ve worked with Craig for about 17 years now so it’s been a long journey together. There is a 10 year age gap between us, but when we met we just clicked musically. I was really just starting to explore dance music more deeply when we first met and Craig already had a long history of music through DJ’ing in clubs and buying music. His knowledge of soul, boogie, funk, disco and house music was a great insight for me and it has always been the starting point for the 6th Borough Project material. Usually Craig will just bring a bunch of records and we’ll listen to them and I’ll pick out some things that I like and that forms the inspiration for a new track. It’s always been a very organic and simple process. We respect each other’s point of view and never argue in the studio about what’s right for a track.
Reading around the web I saw interesting news about it, should there be a new album from 6th Borough Project scheduled for this 2016. Do you want reveal us something about?
Yes, we are finishing the album in July and it’ll be out on November 7th on Roar Groove. It’s sounding very fresh to my ears and I think it could be our strongest album.
Today, many call themselves “representative” or fan of disco house, you know better than me how the musical trends works. You have always been linked to this kind of sound. What you think about this “forced” invasion of disco in the last years? Often I perceive a lack of a valid musical background on this, do you agree?
I really don’t think most people understand what ‘disco’ or ‘house’ or ‘techno’ even really mean any more. They are such far-reaching tags and the lines are so blurred. My last record ‘Intimate Connection’ was much more ‘house’ orientated collection of tracks but it’s still labelled ‘disco’ by many … so who knows!?
Conversely, in your last live/DJ set I seem to find more electronic, dark sound with disco influences inside. Are you enjoying exploring new sounds?
My studio is set up in a more ‘live’ way now. So I can just jam and record and see what happens. This is really the most fun I’ve had making music in a long time. So experimenting with new sounds and ideas and having my own outlet to release them on is really true freedom for me. People are not just one thing; they are happy and sad, melancholy and euphoric, up and down. I want to express all those emotions and feelings through my music.
You have recently released an EP on Dirt Crew Recordings and play at Euphoria Showcase SXSW16 or Riverside Festival. How do you organize studio time, gigs and free time?
It can be very difficult when you have a long weekend to adjust to being back in the studio and getting inspired. I have a young daughter who is 18months old so any free time is spent with her. My working times have consequently changed so I tend to work more in the morning and afternoons than late at night. I still find Friday night is the best night to work on music or do a DJ mix or something. I think it’s because it’s the start of the weekend and the emails slow down.
What are the sounds or the artists that most influence you at the moment in studio and live set? For “Love That Will Not Die” had about 200 demo/ideas, are you are one who instinctively produces and then carefully select the best drafts?
There is so much great music at the moment. I’m terrible with names but I’m more drawn to a lot of the rawer sounding records I hear. Records that feel like they have been made in the moment I guess. That maybe is a reflection of where I’m at in the studio at the moment with a more live setup to work with. Generally, I don’t like playing my music to anyone before it’s released. With the album I played the shortlist of ideas to my friends Julie and Paul who help me run the label to see what they’re thoughts were. But ultimately I choose the music to release.
We talked a few lines above about some festivals; in June you played at Wildlife Festival 2016, with you in the line-up Disclosure, Rudimental, Busta Rhymes and many others. This is a great opportunity to ask you today what’s the role of the DJ in the music business? Some seem overstated, others are part of the “pop” business enough to mix into it without problems others still manage to assert themselves while remaining with underground. How do you rate the new possibilities that will arise?
DJs are there to provide a soundtrack to an experience. Whether that’s dancing or sipping cocktails or eating pizza. The music that DJ’s choose to play for those contexts will undoubtedly vary wildly from one DJ to another, but I still think it’s a vital role. I think the problem is that most people talk about going to ‘see’ DJ’s rather than going to ‘hear’ DJs. But great music played at the right time in the right place is a special feeling that’s hard to beat. The best DJ’s are always searching for the music to enhance those experiences.
Last question; we have some opportunities to have back online “Love Story – Valentine’s Mixtape”? Are there any new episodes on the way? It’s a mix that I always have on my devices!
Thanks! Hopefully I will have the time to do something again. I enjoy doing mixes like that with a theme that aren’t necessarily dancefloor focused.[/tab]
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