Sappiamo che è un grande tifoso dei Miami Heat, che ama girare con un American Schwinn per gli Champs-Elysées e che i suoi genitori abitano in un castello dell’ XI secolo: questi elementi rappresentano in piccola parte l’aspetto più appariscente di Charles Siegling, conosciuto da tutti come Technasia. In realtà la sua vera e unica passione è sempre stata la musica, tanto da dedicarne ogni singolo minuto della sua vita. La sua tecnica old school è nota a tutti i migliaia di fans che ha seminato in giro per il mondo anche all’amico Amil Khan, membro del duo fino alla recente separazione. Fatto che, paradossalmente, ha rafforzato il dj e live performer, il quale dopo qualche anno ha pensato bene di partorire la sua label Sino, ideata con il solo obiettivo di tornare a fare la buona vecchia techno in cui risuonano soltanto onesti valori come vibrazione, emozione e ritmo.
Ciao Charles. Benvenuto su Soundwall.it.
Ciao!
Leggendo i primi passi della tua biografia, ci rendiamo conto che la tua grande passione in realtà era rappresentata dai film visto che hai anche preso una laurea in questo campo. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
La musica è sempre stata la mia passione principale fin da quando avevo 10 anni. A dire la verità, se avessi fatto carriera nel settore della cinematografia, molto probabilmente sarei stato un editor audio. In ogni caso, ho sempre saputo che la mia vita sarebbe stata o nella musica o nel cinema. Credo semplicemente che la possibilità di entrare nel mondo della musica sia venuta prima.
Technasia originariamente aveva due facce. Oltre a te, c’era Amil Khan. Poi “il divorzio” con il tuo primo album da solita, Central, cosa ha di diverso rispetto ai primi lavori in coppia?
Non è stata proprio un divorzio improvviso, ma ho visto Amil avere sempre meno interesse a lavorare nel mondo della musica nel corso di questi ultimi cinque anni. Ecco perché abbiamo deciso di separarci. In ogni caso sono in contatto molto spesso con lui e discutiamo ancora molto sulla musica. Come ho detto, il cambiamento è venuto a poco a poco. Non è stata una cosa improvvisa, quindi ho avuto tutto il tempo per prepararmi. Solitamente discuto su qualsiasi argomento con Amil: la nostra carriera, l’orientamento musicale, questioni di etichette, ecc… Diciamo che il mio più grande cambiamento è stato quello di decidere finalmente tutto da solo, sia sul lato artistico che su quello commerciale. Non è stato facile all’inizio, ma mi sono abituato negli anni. Non so se tutto questo si riflette davvero nel mio ultimo album, ma l’unica cosa che posso dire, è che sono io al 100%.
Mi ha colpito molto una tua frase: “vivere la scena elettronica richiede molto tempo, ti consuma”. Intendi dire che bisogna vivere la musica a tempo pieno per diventare un grande artista?
Oh sì assolutamente! Quando si abbandona la musica per un giorno, è come se fosse passato un mese! Ma questo è il prezzo da pagare. E’ un lavoro straordinario, un settore straordinario, pieno di gente appassionata, che porta felicità a tante persone. In cambio, devi dedicare tutta la vita ad esso e anche di più. E’ come avere la ragazza più bella del mondo: se non ci si prende cura di lei, va via.
Sei cresciuto con i dischi dei Depeche Mode. Moltissimi artisti e dj hanno avuto la tua stessa influenza, anche se in realtà la techno è qualcosa di diverso. Cosa può avvicinarli al tuo modo di fare musica?
Credo che un sacco di artisti di musica elettronica facciano riferimento ai Depeche Mode a causa della loro capacità negli anni ’80, prima che diventassero più ‘rock’, di assemblare tutti quei synth, samples e loop di batteria, anni prima che la nostra musica fosse realmente esistita. Non era techno, naturalmente, ma nei loro album degli anni ’80 si intuisce una forte sperimentazione della musica elettronica, specialmente nell’album del’84, “Some Great Reward”, si ritrova qualche elemento presente pure nella techno.
Sei un dj della vecchia scuola, suoni solitamente con tre decks e tra gli altri rispolveri anche qualche scratch e cut. Cosa pensi dei dj che per suonare si affidano all’aiuto del laptop?
Mi limiterò a usare il titolo di un brano di Egyptian Lover del 1984 per risponderti: “What is a dj if he can’t scratch?”. Io credo che oggi gran parte del djing sia diventato senza forma e incolore perché tutti suonano la stessa musica, scaricata dai soliti siti e usando lo stesso software automatico. Dov’è il tocco umano in questo?!? Naturalmente non tutti i Djs sono così, ma come dico sempre, a voi piacerebbe Prince se non fosse lui a cantare o a suonare la chitarra, e utilizzasse un computer per farlo al posto suo? A me no, e lo stesso vale per un DJ. I Djs sono diventati pigri, pigri per cercare qualcosa di buono, dischi rari e sconosciuti, pigri per essere diversi, impauriti dal fatto che alla gente possa non piacere quello che fanno. Non c’è da stupirsi nel vedere che sono così pochi i DJs che possono fare carriera oggi. La musica è originalità, non qualcosa che può essere riprodotto da tutti, anche da mia nonna.
Sei anche un brillante performer live, quali sono a tuo avviso i punti di forza della tua esibizione live?
Punti di forza? Riproduco le mie tracce! No sul serio, mi piace la performance dal vivo perché è molto impegnativa e più completa. Non è versatile come nei dj set perché sono solo mie composizioni, ma amo suonare dal vivo perché è come fare un super-set di Technasia, suonando tutte le tracce di questi 15 anni, una dopo l’altra.
E’ incredibile la lista dei Paesi in cui hai suonato. C’è qualche città che non hai ancora avuto modo di vedere e nel quale saresti contento di poterti esibire?
A dire la verità, ormai non mi manca nulla. L’ultimo paese che volevo vedere era la Corea, e ci sono andato nel mio ultimo tour asiatico alla fine del 2010… Sono stato in tutti i posti nei quali desideravo esibirmi. Però ci sono davvero un sacco di posti che vorrei visitare su questo pianeta non per suonare, come il Vietnam, paese d’origine di mia moglie.
Non bisogna poi dimenticare le tue qualità nelle vesti di promoter della label di tua creazione Sino. Come mai hai voluto intraprendere anche questa strada?
Sino è il mio parco giochi, dove posso rilasciare la musica dei miei amici o altre cose che mi piacciono. Non ho mai pensato di fare un’etichetta con grande appeal, non sono interessato a questo genere di cose. Mi piace quando la musica è reale, quando racconta una storia della gente che l’ha composta. Sino è tutto questo. E’ onestà. Un sacco di etichette oggi tendono a vedere l’aspetto commerciale, prima di guardare la qualità di ciò che si rilascia. Finiscono rilasciando 5 tracce noiose ogni settimana. Completamente inutile a mio parere. Sino esiste da 13 anni, e ha solo 25 uscite in catalogo. Di questi tempi alcune etichette raggiungono quel numero in un anno!
Cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato futuro da te e dalla tua label?
Attualmente sto iniziando a lavorare su un paio di EP per alcune etichette molto famose (purtroppo non posso dire i nomi ancora), così come su alcuni remix per Steve Ward e Aka-Aka. Ho un paio di EP in arrivo nei prossimi mesi su Technasia Records e Sino, più uscite di altri artisti legati a Sino come Dosem, Zadig e Delaze. Sto anche abbozzando alcuni miei progetti per il nuovo album, ma molto probabilmente non sarà fuori prima del 2013.
Quali cambiamenti hai notato nel mondo techno di oggi rispetto a quando hai iniziato tu?
Il denaro. La gente era abituata a fare musica per passione, per la magia che la techno portava nelle nostre vite. Oggi è tutto noioso con la Top 10 di Beatport, i vari bookings, stupide pagine di Facebook…Ditemi, dove è la creatività?
Cosa ti auguri possa cambiare in futuro?
Meno “stronzate” sul web, più creatività reale.
Grazie Charles per il tuo tempo, in bocca al lupo per il tuo futuro.
Grazie mille!! Amo l’Italia!!
English version:
We know he is a big fan of the Miami Heat, who loves to ride an American Schwinn in Champs-Elysees and his parents live in a castle of eleventh century: these elements represent a small part of the most striking aspect of Charles Siegling, known by all as Technasia. Actually, his only and real passion is music, much to dedicate every minute of his life. His old school touch is familiar to all the thousands of fans who has planted around the world with his friend Amil Khan, a member of the duo until the recent separation. Without him, paradoxically, the Dj and live performer gained strength and after few years he gave birth to his own label Sino, designed with the sole aim to return to the good old techno sound where only honest values resonate as vibration, emotion and rhythm.
Hello Charles. Welcome on Soundwall.it.
Ciao!
If i read the first steps of your biography, I see you did a degree in film studies. Why you decide to stop with this passion and follow the way of music?
I’ve been doing my own music since the age of 10 or so, so music has always been my main passion all my life. To tell you the truth, if I would have been doing my carreer in the film industry, I would most likely be a sound editor. In any case, I always knew that my life would be in either music or movie business. The chance to enter the music world came first I guess.
Technasia originally had two faces. Besides you, there was Amil Khan. Then the “divorce”, what was changed In “Central” your first solo album, what were the differences in your musical approach compared your releases with Amil?
It was not really a sudden split, I just saw Amil having less and less interest in working in the music industry during these last five years or so. That’s why we finally both agreed it was time for him to leave the duo. I’m still in touch with him very often and we are discussing a lot about music. As I said, the change came little by little. It wasn’t a sudden experience so I had time to see it coming. I use to discuss everything with Amil, our carreer, music orientation, label matters, etc… So the biggest change for me was to finally decide for everything on my own, on both artistic and business sides. It wasn’t easy in the beginning but I got used to it over the years.I don’t know if it really reflects in my last album, but the only thing I can say about it, is that it is 100% me.
What strikes me is that you said “live electronic scene takes time, it’s very consuming”. Did you mean you have to live with music all the time if you want to become a great artist?
Oh yes absolutely! When you go away for it for a day, it’s like going away from it for a month!! But that’s the price to pay. It’s an amazing work, an amazing industry, full of passionate people, that bring happiness to so many people. In return, you got to devotate your whole life to it and more. It’s like having the most beautiful girlfriend in the world: if you don’t take care of her, she goes away.
You are born with Depeche Mode records. Many artists and DJs have this same influence, even though in reality that kind of music was something different than techno. Why these artists are closer to your musical approach?
I guess a lot of electronic music artists refer to Depeche Mode because of their ability during the 80s, before they become more ‘rock’, to assemble all these synths sounds, samples, drum loops, years before our music really existed. It wasn’t techno of course, but their 80s albums has that strong electronic music experimentation feel to it, especially in the ’84 album ‘Some Great Reward’, which is something you can find in techno as well.
You are an old school dj, you usually play and showcase the arts of scratching and cutting. What do you think about DJs who play with the help of softwares on their laptop?
I’ll just use that 1984 Egyptian Lover track title to answer you: ‘What Is A D.J. If He Can’t Scratch’ I believe that a lot of the DJing today has become very shapeless and colourless because everybody plays the same music, downloaded from the same websites, and played with the automatic same music software… Where’s the human touch in this?!? Of course not all DJs are like that, but like I always said, would you like Prince if he wasn’t singing or playing the guitar, and using a computer to do that instead of him? I wouldn’t, and that’s the same with DJing. DJs have become lazy, lazy to look for cool, rare and unknown record, lazy to be different, being scared that people don’t like what they do. No wonder why so few DJs can make a career today. Music is about originality, not something that can be reproduced by everybody, even my grand-mother.
You are also a brilliant live performer, if you have to describe your performance, what are the strong points of your live pa?
Strong point? I play my own tracks!! No seriously, I like live performance because it’s very challenging, it’s the full thing. It’s nota s versatile as when I’m DJing, because it’s only my own compositions, but I love to play live because it’s like performing a super-Technasia set, playing all those anthems from these last 15 years one after the other.
The list of countries where you have performed is amazing. Is there any country and city that you have not yet had the opportunity to see and where you would be happy to play?
To tell you the truth, nowhere anymore really. The last country I really wanted to see was Korea, and I went there on my last asian tour in late 2010… I’ve been to all the places I wanted to perform so far. There’s indeed a lot of places I’d like to visit on this planet, but not for playing, more for visiting, Vietnam, my wife’s home country, being one of them.
We don’t forget also your role as promoter of your own label Sino. Why did you want to have your own label?
Sino is my playground, the place where I can release my friends’ music, or stuffs that I really like. I never really cared about making a mainstream label or anything, as I’m not interested in this kind of things anyway. I like when music is real, when it tells a story between the people that made it. Sino is all about that. It’s honesty. A lot of labels today tend to see the commercial aspect before looking at the quality of what they release. They end up releasing 5 boring tracks every single week. Completely pointless to my opinion. Sino exists for 13 years, and has only 25 references in its catalog. Some labels reach that in one year these days!!
What can we expect in the near future from you and from your label?
I’m currently starting to work on a few EPs for some very popular labels (can’t sasy the names now unfortunately), as well as remixes for Steve Ward and Aka-Aka. I have a few more EPs coming up on Technasia Records and Sino in the next few months, plus releases from fellow artists on Sino such as Dosem, Zadig and Delaze. I’m also starting to work on sketches for my new album projects, but that will not be out before 2013 most likely.
You started playing techno in the 90s. What is changed today in techno’s world?
The money. People used to do this by passion, for the magic techno brought in our life. Today it’s all about boring Beatport Top 10, bookings, stupid Facebook pages… Tell me where the creativity is?
What do you hope will change in the electronic music?
Less web 2.0 bullshit, more real creativity.
Thanks Charles for your time, good luck for your future.
Grazie mille!! I love Italy!!