E’ sempre un piacere poter intervistare un talento del nostro bel paese, Romano Alfieri è uno di quegli artisti che passo dopo passo sta conquistando le dancefloor in Italia e in Europa, dai grandi festival ai club dall’atmosfera più intima e profonda. In questa intervista ci racconta il suo percorso dalle prime “cassette” al Time Warp del 2012 passando per le produzioni che lo hanno consacrato. Una storia la sua, fatta di tanta passione e impegno, qualità quest’ultime che si riverberano nel suo essere artista e che giorno dopo giorno lo differenziano dai tanti fenomeni “modaioli” che ormai sembrano aver invaso la scena. Non resta che far parlare lui e sperare sempre di più in artisti di tale spessore.
Hai iniziato la tua carriera nel nuovo millennio e da subito hai diviso la consolle con artisti di fama internazionale, vuoi parlarci di come è stato il tuo approccio a questo mondo?
Ciao Ragazzi, è un piacere essere stato invitato per questa intervista. Che dire… tutto è avvenuto molto in modo naturale e guidato dalle sensazioni, ho incominciato ad ascoltare musica elettronica a fine anni ’90 grazie a mio zio che essendo un pò più grande di me a quei tempi frequentava i clubs della zona come Insomnia Disco Acropoli D’Italia e Imperiale Club, ascoltando le classiche “cassette” con la registrazione della serata che si portava a casa. Da li incominciai però a frequentarli e conoscendo persone dell’ambiente arrivai in contatto con Leonardo Brogi e Luca Pechino che sono attualmente i miei agenti, che notando le mie qualità nel mettere i dischi piano piano hanno iniziato ad inserirmi negli eventi che organizzavano in Toscana. Da quel momento è iniziata la mia carriera da dj e successivamente, dopo 5-6 anni e aver maturato un background musicale, ho deciso di approcciarmi al lato produttivo che per me è stato come uno step successivo “from dj to producer” perché per mia opinione personale così dovrebbe essere.
Nel 2007 sei diventato l’anima del Re:flex club, anche qui hai diviso consolle ed emozioni in 4/4 con artisti importanti, quanto ha contato per te questa esperienza?
Esperienza importantissima essere resident di un club, perchè sei tu che dai l’impronta musicale alla serata, sei tu che scaldi e prepari il dancefloor prima che arrivi l’ospite. Penso che il warm up sia la parte più importante per la riuscita di un party. Ho avuto modo per 2 anni di suonare con tantissimi artisti e questo mi ha maturato sia musicalmente che come persona. Ho sempre cercato di prendere e incamerare gli elementi positivi di ogni artista con cui suonavo, farne tesoro in modo che accrescessero la mia esperienza come dj.
Nel 2009 esce su “Break New Soil” label di Gregor Tresher il tuo EP “Moved To Love”, release che ti consacra nel panorama dance elettronico definitivamente, vuoi dirci come è nato questo EP e quanto ha significato per te?
L’EP è nato dopo essere tornato dall’ennesimo festival estivo con Luca Bear, eravamo appena stati al Love Family Park ad Hanau, ci trovammo in studio e influenzati dall’ondata house old school del momento producemmo “Love U” insieme e dopo da solo “Moved Muff”. Le mandai a Karotte con cui già mi sentivo perché sempre in quel periodo suonava altre mie tracce, rimase colpito dal potenziale delle tracks e mi mise in contatto con Gregor Tresher che le volle assolutamente per per la sua label. E’ stato importante perché mi ha permesso di farmi conoscere al mondo intero e di poter successivamente uscire su altre labels importanti del panorama. Diciamo che è stato un punto d’inizio.
Se si parla di produzioni non può non venire in mente “Leave The Valley”, disco prodotto insieme al tuo amico Luca Bear che nel 2011 ha riscosso parecchio successo divenendo uno dei dischi più suonati, anche qui ti chiedo di rivelarci cosa ha significato per te questa uscita.
Era la prima volta che ci trovavamo a fare qualcosa di “diverso” se così si può dire, qualcosa di più melodico e profondo dei consueti “groove old school” che ci accompagnavano in quel periodo. E’ stato per noi come dare dimostrazione che sapevamo fare altro e che potevamo esprimerci al meglio producendo anche altri stili di musica. Perché a parer mio per essere un artista completo devi conoscere tutta la musica a 360° in modo da poter essere influenzato e fare tesoro di ciò che più ti piace in base ai tuoi gusti personali. La release andò benissimo entro nelle top 20 delle vendite sia in vinile che in digitale e ci stette per più di due mesi, in quella estate trovavo la track in tutte le top 10 dei maggiori artisti del panorama mondiale e la cosa più bella fu che per la prima volta venivamo supportati sia da artisti house che techno proprio perché la traccia era qualcosa di diverso che esulava da tutti i generi musicali, un evergreen da end-set che può suonare qualsiasi dj.
Sappiamo che da qualche tempo stai lavorando ad un nuovo progetto, sempre con Luca Bear, dal nome R+L. Perché cambiare? Cosa dobbiamo aspettarci di diverso da quanto ci avete fatto ascoltare in questi anni?
Sentivamo la necessità di cambiare qualcosa e di dare una nuova entità alle nostre collaborazioni, non aveva più senso per noi fare insieme le solite cose che facevamo da soli, anche per cercare nuovi stimoli per creare qualcosa di nuovo. Da qui l’idea di fondere i nostri nomi in un unico pseudonimo R+L che starebbe come penso possano capire tutti a Romano+Luca, abbandonare il setup che abbiamo quando suoniamo in solo con Traktor in Timecode Vinyl e passare a suonare in b2b di nuovo con vinili e cds. A livello di produzione abbiamo deciso di prendere una direzione che va dall’old school house a robe un pò più tech ma con i groove sempre raw, il tutto sempre passato dal registratore a bobina in modo da rendere il suono molto più caldo e unico. Il debutto del progetto sarà con la prima release a luglio, siamo orgogliosi di aver avuto l’opportunità di remixare uno dei pionieri dell’house music, il grandissimo Todd Terry! Abbiamo fatto due versioni della track originale di Todd, una dub e una vocal, la release uscirà sia in vinile che in digitale ed ha già ricevuto tantissimi feedbacks da artisti del calibro di Loco Dice, Nic Fanciulli, Raresh, Karotte e molti altri… Inoltre stiamo lavorando anche un EP di 4 tracks di presentazione del progetto dove esploreremo il suono R+L in tutte le sue forme, siamo contenti e non vediamo l’ora di far conoscere questo nuovo progetto a tutti.
Negli ultimi anni grazie alle uscite di cui abbiamo parlato e ad altri remix che si sono susseguiti sei entrato a far parte di Family Affairs, storica agenzia tedesca; questo ti ha portato ad esibirti in club molto noti di tutto il panorama europeo. Hai mai sentito il “peso” di questa ascesa?
Ma che peso? eheheh… sono solo contento, avere un agenzia che lavora sul mio nome e che cura i miei interessi nel migliore dei modi mi rende solo più tranquillo e mi sprona sempre di più a dare il 100%. Avere oggi come oggi qualcuno che crede in te e nel tuo lavoro è importantissimo, fare parte di un agenzia come Family Affairs che mi ha dato modo di suonare in locali come Cocoon, Studiio 80, Harry Klein, Sankeys, che tutti gli anni mi fa presenziare al Sonar Off a Barcellona, all’ADE di Amesterdam e la prima volta quest’anno al Treehouse di Miami per il WMC mi ha aiutato tantissimo. Soprattutto nella mia ascesa anche in Italia, perché come si dice: “nessuno è profeta in patria sua!”
Nel 2012 è arrivata la partecipazione al Time Warp Italy, vorrei che ci parlassi di questa esperienza e vorrei poi che da addetto ai lavori ci confessassi cosa pensi di questi grandi eventi che inevitabilmente tendono a raccogliere un pubblico che per la maggior parte è poco “consapevole”.
E’ stata la coronazione di un sogno, un pò come un calciatore che viene convocato in nazionale…ahah, penso che il paragone calzi a pennello! Per una notte i 20 “migliori” artisti del pianeta in un unico party, suonare in stage del genere per me è stata un emozione indescrivibile, ho sempre frequentato il Time Warp da spettatore, mi ricordo sempre il primo che visitai nel 2005 e ritrovarmi 8 anni dopo ad averci suonato è una grande emozione e un motivo di orgoglio per me. Riguardo al fatto che in questi festival ci troviamo davanti ad un pubblico per lo più privo di cultura musicale credo che sia normale, come si può pensare che in un festival da 23.000 persone tutti e 23.000 abbiamo una cultura musicale sufficiente. Anzi penso che questi festivals siano occasioni per far conoscere alla gente la nostra musica, per me il Time Warp negli anni passati era come una scuola, prendevo e partivo per andare a sentire cosa suonavano in quel momento i miei big artists preferiti e la prima volta che lo visitai non avevo di certo la cultura musicale di adesso. Capisco che in un club da 500 persone la gente che lo frequenta deve avere cultura ed essere consapevole, ma in un festival del genere mi sembra assurdo anche poterlo pensare, benvengano nuove generazioni di clubbers da istruire! In Italia per il 70 % delle persone penso che sia così, non siamo un popolo che come cultura di base ha la musica elettronica, in Germania negli anni ’80 ascoltavano Kraftwerk, noi chi? Ricchi e Poveri? Il problema credo che sia socio-culturale di base ma sono molto ottimista perché negli ultimi 10 anni ho visto un enorme progresso nonostante anche la crisi economica che attanaglia il paese vedo una gran voglia di fare da parte di tutti e una gran voglia di divertirsi da parte della gente, questo mi fa essere molto speranzoso in un futuro positivo per il nostro paese.
Preferisci esibirti in grandi eventi come il Time Warp o pensi che il feeling con il pubblico si possa meglio creare in piccoli club? In proposito stanno nascendo ora anche nel bel paese tante nuove situazioni, tanti piccoli club che con tanti sforzi provano ad affermare quella che è una vera e propria cultura, per dirne una fra tutte ti nomino lo Zu:Bar di Pescara dove ti sei esibito in più di una occasione, pensi che tutto questo porterà un domani al definitivo affermarsi anche nel nostro paese della club culture o pensi saremo sempre secondi ad altri paesi?
Partendo dal presupposto che le due tipologie di party non possono essere messe a confronto perché entrambe regalano emozioni totalmente diverse, amo suonare al Time Warp per gli stage immensi e i loro impianti potentissimi oltre alla muraglia di gente che hai davanti che dà al dj quella sensazione di “onnipotenza” se così si può dire, mentre in un club come lo Zu:Bar il discorso è totalmente diverso, atmosfera dark poche luci e fronzoli, la musica fa da padrona. Collaboro con Fabio Passeri, Eugenio Laurenzi e Mattia Monaco (owners di Zu:Bar) da ormai 3 anni, sin dal primo loro progetto Baba club e sono stati i primi promoters in Italia che mi hanno chiamato a suonare fuori dalla Toscana. Ho visto nascere il progetto Zu:Bar e sono felice di farne parte, amo Pescara e i pescaresi, mi piacciono perché hanno voglia di costruire qualcosa di nuovo e hanno tutto il mio supporto. Progetti come Zu:Shaman, versione del party in formato festival open air dove ho suonato ad agosto dello scorso anno è un’esperienza che qualsiasi clubbers italiano dovrebbe provare, non mi sarei mai immaginato di trovare in una piccola città come Pescara una realtà che non ha nulla da invidiare ad altre realtà in città molto più grandi della nostra nazione. Questo per far capire che son molto fiducioso per lo sviluppo della scena clubbing nel nostro paese, piano piano anche in città più piccole troviamo bellissime situazioni musicali con sempre più giovani promoters che hanno voglia di impegnarsi per cambiare le cose.
Guardandoti intorno cosa vedi nel futuro del clubbing? Quanto pensi sia importante il web per questo mondo?
Vedo una crescita costante e sempre più veloce, il web è un arma a doppio taglio ma se usato nel modo giusto è un mezzo utilissimo per approfondire la cultura musicale e aggiornarsi su tutte le novità del panorama. Quando ho iniziato a lavorare in questo mondo internet non c’era ed era molto più difficile rimanere aggiornati sugli artisti e le novità, adesso invece qualsiasi ragazzo dal computer di casa sua ha la propria finestra sul mondo del clubbing, credo infine che il web sia di fondamentale importanza per lo sviluppo e la crescita della scena italiana e non solo.
Romano parlaci del tuo rapporto con la musica, quanto ha contato avere degli amici che condividono la tua stessa passione?
Il mio approccio alla musica come dicevo prima è stato molto naturale, io l’ho sempre vissuta in maniera non troppo tecnica ma guidata totalmente dalle mie sensazioni/emozioni o dal momento che stavo vicendo. Non sono mai andato in studio pensando a quello che dovevo fare ma mi sono sempre fatto guidare e influenzare dai vari momenti della mia vita, stessa cosa quando suono non mi preparo mai prima il set ma mi faccio guidare da quello che mi trasmette il dancefloor in quel momento. Fondamentalemte sono sempre stato un clubber in primis e vivo ancora la musica in quel modo anche essendo un dj. Avere amici con cui condividere la mia stessa passione è stato ed è tutt’ora importantissimo, mi ha permesso di poter avere una compagnia per partire e andare a visitare tantissimi festival in giro per l’Europa in modo da accrescere la mia cultura musicale e del clubbing. Quando mi sono approcciato alla produzione musicale tutto è nato da un idea mia e di Marco Effe che collaborando già con me come resident dj del Re:flex Club decidemmo di costruirci un piccolo studio che divenne per 4 anni fino alle prime uscite su Break New Soil la nostra base dove producevamo le nostre tracks. Ed anche tutt’ora che Marco vive a Berlino con Ilario e James Mile non perdo occasione per andarli a trovare e farmi una settimana in full immersion di musica con loro.
Dei tanti artisti con cui hai avuto modo di collaborare in senso stretto c’è qualcuno con cui hai un feeling particolare? Una citazione d’obbligo va a Karotte, è chiaro, ma con chi altro hai un rapporto di stima e amicizia?
Partendo dal presupposto che sono una persona che ama conoscere gente nuova perchè penso accresca intellettualmente nel tuo percorso di vita, con Karotte è nato naturalmente in primis il rapporto lavorativo ma col tempo facendo molte date insieme tra Sonar, ADE, WMC, Time Warp Italy e molte altre in giro per l’Europa abbiamo approfondito a livello umano e ormai ci troviamo a parlare di qualsiasi cosa, dalla passione per le serie tv su sky come Misfitz, Walking Dead e Lie to Me alla fissazione di Peter (Karotte) per i Musicals…ahahah mi ha aperto un mondo nuovo! Altre persone con cui ho un rapporto di stima e amicizia sono Marco Effe, Luca Bear, Ilario Alicante e James Mile con i quali ho iniziato a intraprendere questa “strada lunga e tortuosa”, non perdiamo mai occasione per trovarci a vedere partite di calcio, giocare alla Play Station dove puntalmente perdo (sono una schiappa totale ahaha). Luca Pechino e Leonardo Brogi i miei due agenti (owners Reflex Booking) sono altre due persone importanti nella mia vita con cui ho stretto un amicizia lunga 10 anni e condivido oltre al lavoro la passione per la buona cucina e i vini, da buon toscano!
Infine vorrei che ci salutassi con un disco , diciamo il disco che se fossi su un’isola deserta porteresti con te!
Decisamente: Paul Jackson – The Push (Main Mix) – Underwater Records 2003