Se sei bravo, ma soprattutto fortunato, un tuo disco può venir notato da uno di quei nomi che pesa, da uno di quegli artisti che hanno la capacità di “spostare” gli equilibri del mercato, finendo direttamente in una delle compilation più attese dell’anno. Se hai gusto, ma soprattutto se sei sveglio, pizzichi l’artista pop giusto, butti giù il tuo bootleg e lo proponi in giro. Non c’è da meravigliarsi, poi, se proprio quel bootleg tocca quota settantamila “play”. Se hai talento, infine, finisci per remixare uno dei dischi più interessanti dell’inverno e il tuo lavoro può arrivare (perché no?) ad oscurare l’operato di artisti ben più noti ed influenti di te.
Se ti chiami Marius Meier, ma ami firmarti Re.You, sai che si sta parlando di te.
Voi non lo conoscete? Male, male perché non si finisce all’interno di “In The Mix” di Sven Vath per caso (affiancando i vari Levon Vincent, Roman Flugel, Anthony Collins e Maceo Plex), non si pesca “Video Games” di Lana Del Rey dal nulla e non si fanno passare i remix di Solomun e Life And Death per “Corporare Butcher” di Tiefschwarz come lavori qualsiasi. Ma non è comunque troppo tardi per recuperare, soprattutto non è troppo tardi per aggiungere alla propria wish-list “Falling”, EP in uscita su Souvenir (si tratta della release numero quarantadue del catalogo) proprio a firma Re.You.
“Falling”, come detto, è la prossima uscita su cui la premiata ditta Ali-Basti Schwarz ha deciso di puntare forte. Quattro tracce, due in veste originale (oltre a “Falling” troviamo “Leaving Me”) e due remix della title track ad opera di Avatism e di Philip Bader. Messa via la non troppo esaltante “Leave Me” (diciamocelo, da Marius ci aspettiamo tutti di più), passiamo direttamente al piatto forte offerto da Souvenir. “Falling”, badate bene che sto facendo riferimento alla versione originale, è di gran lunga il lavoro migliore dell’EP. Non solo perché la voce di Daniel Wilde (già incontrato in “Chocolate”, ultimo album a firma Tiefschwarz) ha tanto da dire, ma perché il pezzo è davvero ben costruito: groove corposo, basso incisivo e percussioni che ci fanno dimenticare, almeno temporaneamente, il freddo ed il gelo di queste settimane.
Quando un disco suona così bene non stanca mai e per i remixer di turno il compito è davvero arduo. Mentre Avatism riesce a tirar fuori sette minuti di ottima deep house, che però non hanno nulla a che spartire con “Thought Patterns” e “Perseverance”, EP che hanno consacrato il talento del producer italiano, è proprio Philp Bader a deludere confezionando un remix poco energico e a tratti scontato. Pronto ad essere smentito dalla classifica di Beatport e dalle chart di Resident Advisor, mi domando: non se ne poteva fare a meno?