Nell’ormai lontano 2007, a soli due anni dalla sua nascita, Mobilee Records faceva nascere da una costola Leena Music, sottolabel dedicata ai side project e alle guest dell’etichetta madre. Il numero ventiquattro del catalogo Leena è firmato dal talento belga Jonathan Troupin, in arte Jona, che ci presenta il suo “Master Plan”.
Sgombrate la mente e lasciatevi cullare dal movimento della navetta interstellare con cui Jona vi scarrozzerà in giro per la galassia delle vostre emozioni. Il disco è composto da tre tracce che nella loro diversità sviluppano un tema di intrecci e suoni decisamente variegato. La title track è costruita su poche note di synth-bass avvolte da un tappeto scuro, quasi “galattico” e il tema del disco è subito chiaro: chiudete gli occhi e muovete le gambe gente, si balla. E’ Jona che decide come e quando farvi impazzire sorprendendovi con giochi di inviluppo pazzeschi e mai banali che fanno scomparire quella sensazione iniziale di staticità in cui si può andare incontro nei primi secondi di ascolto.
Il passaggio alla seconda traccia è molto naturale. In “Out Of Sight”, infatti, i suoni sono abbastanza simili a “Master Plan” ma il belga, senza mai mollare l’atmosfera di cui parlavo prima, li usa in modo radicalmente differente: il beat è più spezzato, le lead sono più “bright” e tutto è più palleggiato.
Infine arriviamo all’ultimo step, davvero una punta di stile per Jona. A concludere questo viaggio intergalattico troviamo “Superstition”. Rispetto alle tracce precedenti i bpm sono più bassi ma non credete che resterete delusi, Jona ha ancora degli assi nella manica e questa traccia parla chiaro. “Superstition” è la summa degli stili con cui l’artista si è trovato faccia a faccia nel corso degli anni: il vocal house al punto giusto che vi prende per la nuca e non vi lascia più, le percussioni minimali, il solid bass fuso con una lead sottile e sempre “spaziale” .
Che dire, sottolabel o no, si tratta di un viaggio in prima classe. Mettetevi pure comodi.