I ribelli sono tornati, e questo giro son più carichi che mai. A farne le veci stavolta è direttamente la regina in persona, si lei, Deniz Kurtel. Turca di origine ma cresciuta negli Usa, la sua avventura comincia ai party W+L dove si occupa del montaggio dell’impianto luci a LED. Da lì nasce una grande amicizia con Zev e Gadi che la porteranno, un anno e mezzo dopo, ad affacciarsi in prima persona nel mondo della produzione musicale. La sua discografia non è sicuramente tra le più folte, ma sicuramente non si può discutere nemmeno un secondo sul livello delle release e delle etichette che hanno avuto il piacere di stamparla (all’attivo un EP su Wolf+Lamb e su Crosstown Rebels, in vista dell’uscita a breve dell’album sulla stessa). Potrei riempire pagine e pagine spendendo parole sdolcinate nei confronti di questa Donna (la d maiuscola non è un caso), potrei addirittura aprire una rubrica in pieno stile americano dal titolo strambo: “All about my life, my favourite women” e piazzarla facilmente sul podio (non me ne voglia la buona Deniz per questo mio amore platonico). Ebbene sì, perchè la signorina Kurtel mi ha colpito dove le centinaia di top model non sarebbero mai potute arrivare… Personalmente non provavo un’emozione così forte dai tempi in cui venne rilasciato su Cocoon l’EP del mio concittadino Lucio Aquilina, e non è poco visto che sto parlando di quasi due anni fa.
Nel frattempo ho atteso, immaginato, canticchiato parole e melodie di im-probabili tracce, da me plasmate nella mente, che avrebbero potuto suscitare in me sintomi da “amore al primo play” quali: frenesia delle gambe, battiti accelerati, braccio alzato a seguire la cassa, testa impazzita che accentua rotazioni a destra e a manca al limite della rottura dell’osso del collo… Della serie “meglio che non ascolto la preview perchè dopo ci vado a ruota e inizio a tirare capocciate ai muri”. In una sola parola, anzi basta una sola lettera: L.
“The L Word” è il tanto atteso disco che desideravo da tempo, il tempo di ascoltare quel vergognoso minuto scarso che ci offrono le piattaforme d’acquisto per “decidere” se un disco va bene o meno per il nostro gusto personale, e sono impazzito all’istante.
Groove come sempre rozzo, basso pompato a livelli estremi, una combo di hat e shaker che frastuonano le orecchie, una familiare conoscenze delle scale musicali e synth che ti trasportano in una dimensione parallela. Dedicherei una sezione a parte solo per il vocal… e che vocal, direi magico! Ti trascina nell’oblio più profondo, dove l’unica cosa cui è concesso pensare sono i 126 battiti per minuto (non del cuore fortunatamente) della traccia.
Su gentile concessione di Deniz in persona sono lieto di concedermi/vi questa chicca… sono sicuro che i più fanatici, per intenderci quelli come me che oltre alle crisi epilettiche devono cantare a squarciagola, apprezzeranno sicuramente. (Purtroppo c’è una piccola parte verso i 3 minuti che non siamo riusciti a recuperare).
Your love is true and unconventional…
only your love can ease my mind,
your love is true and unconventional..
only your love can ease my mind,
feel the love…
feel the love…
can you feel the love…
feel the love…
your love is true and unconventional
can you feel the love…
only your love can ease my mind
your love is true and unconventional
and you’re always on my side, you’re always on my side, you’re always on my side…
My love is like a summer breeze
blowing through the jasmine in my mind
and only your love comforts me
every moment all the time, all the time, all the time …all the time…