Nato a Berna, in Svizzera, Sam Geiser aka Deetron, ha iniziato la propria carriera come dj all’inizio degli anni novanta con l’idea di mantenere viva l’eredità della house di Chicago e della techno di Detroit. Dopo soli 2 anni, nel 1995, diventa resident di uno dei più noti club di Zurigo, il Trax club. La svolta che lo porta ad essere conosciuto a livello internazionale arriva con ‘Dolls For A Diva’ (Music Man 2001) e l’acclamata compilation ‘Deetron In The Mix’(2002). Successo coronato nel 2006 con l’uscita dell’album ‘Twisted’ (Music Man) apprezzato sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori e che continua in questi ultimi anni con l’EP ‘Starblazer/Solar Surge’ (Rejected Music 2011) e le collaborazioni con Seth Troxler e Ripperton. Estremamente autocritico, ha come motto personale “Quality over Quantity” (Qualità al di sopra della Quantità) che applica fedelmente; le sue release non sono molte ma quando le si ascolta ci si può subito render conto del grande lavoro che c’è dietro. Infatti è grazie alla precisa tecnica di mixaggio (tramite il suo tipico set-up formato da 3 deck) ed alla superba scelta dei dischi che si è affermato come dj rispettato a livello internazionale nell’ultimo decennio. A poche settimane dall’uscita della sua nuova compilation “Balance020” abbiamo avuto la possibilità di scambiare 2 parole con lui.
Ciao Sam, benvenuto su Soundwall.it
Quando è nato Deetron? Come ti sei avvicinato alla musica house/techno e quando hai deciso che saresti diventato un dj? E se non avessi avuto successo come dj a cosa ti saresti dedicato?
Ho dovuto utilizzare un moniker per la mia primissima esibizione come dj in un oratorio in un villaggio fuori Berna intorno al 1994 se ricordo bene, ed è stata la prima volta che ho utilizzato Deetron come nome d’arte. A quel tempo ero per lo più esposto all’hip-hop, finché un mio amico mi ha introdotto ai primi dischi di Todd Terry. La techno mi ha però colpito veramente solo quando ho sentito per la prima volta “Pump The Move” di E-Dancer, da quel momento sono stato totalmente trasportato dall’energia grezza della traccia. Il mio sogno è sempre stato quello di lavorare nel campo musicale in quanto son cresciuto in una famiglia molto musicale, con mio padre che è un musicista professionista e mia madre che insegna pianoforte. Se non fosse stato per diventare dj non avrei rinunciato alla formazione classica di pianoforte, quindi sarei potuto diventare un pianista o – essendo svizzero – un banchiere forse?
Sei nato in Svizzera, ma si può dire che sei stato notevolmente influenzato dal panorama musicale di Chicago e Detroit, fatta tale premessa, quali sono, secondo te, le grandi differenze nel panorama musicale tra Usa ed Europa?
La quantità totale di talenti musicali di tutti i generi nelle città americane come Detroit è impressionante e non posso immaginare dove sarebbe la nostra musica senza l’innovazione proveniente da lì. Nonostante si può dire che le origini della techno e della house provengano dagli Stati Uniti non c’è stata una grande scena electro-dance per diverso tempo, ma adesso è certamente cambiato per il meglio e la scena è più viva che mai. È molto affascinante vedere come la musica americana abbia influenzato gli europei e viceversa negli anni e penso sia essenziale per l’esistenza dell’house e della techno.
Come sappiamo, ti concentri molto sulla selezione musicale sia dei tuoi album sia durante le tue gigs. Come avviene la scelta dei dischi da portare con te durante le tue gigs? Dove ha luogo la tua ricerca musicale: negozi di dischi, demo, internet? Ne approfitto per chiederti anche, cosa ci consiglieresti di ascoltare?
Mi riservo abitualmente un giorno a settimana per preparare la musica per l’esibizione del weekend, prima di tutto ripercorro la mia collezione di dischi o almeno una parte di essa e scopro quasi sempre alcune gemme che avevo completamente dimenticato. Inoltre vado all’ultimo negozio di dischi rimasto a Berna il più frequentemente possibile e ordino nuovi vinili ogni weekend. Per quanto riguarda l’aspetto digitale trascorro alcune ore ogni weekend per far passare i promo così come faccio molte ricerche su siti come Boomkat, Traxsource e Beatport.
Hai collaborato con Seth Troxler, come è nata la collaborazione con lui? Avete in programma qualche altra release? Proprio per via di questa continua ricerca musicale in un intervista lui si definisce “a total music geeks”, tu come ti definiresti?
Dopo essermi imbattuto in alcune sue performance vocali ho pensato che sarebbe stato adatto per “Each Step” e mi sono messo in contatto con lui. La cosa divertente è che non ci siamo incontrati, l’intera collaborazione è avvenuta tramite internet. Direi che sono un amante e un produttore appassionato di musica così come un collezionista e dipendente dai vinili, quindi sì, sono sicuramente ossessionato dalla musica.
Dopo l’ondata minimale che sembra esser stata in parte superata, secondo te, che direzione sta prendendo la musica house e questo quanto può influire sul lavoro di un artista?
Quest’anno ho osservato alcune direzioni principali nell’house e nella techno: quelle ‘song-oriented’, quelle influenzate dalla disco e con base vocale degli artisti del gruppo Crosstown/Hot Creations, la potente e hard techno di artisti come Xhin, Peter van Hoesen e Dettmann e, a mio parere la più interessante, la collaborazione tra Techno/House e la ‘Uk bass music’ realizzata da Scuba, Joy Orbison, Four Tet, Blawan o Gerry Read. Penso sia un periodo particolarmente interessante per la musica e non vedo l’ora di vedere cosa il prossimo hanno abbia serbo per lo sviluppo musicale della nostra scena.
Collegandomi alla domanda precedente, come si è evoluto il tuo suono a partire da tracce come ‘Emphasis’(2001) passando per il tuo primo album ‘Twisted’(2006) fino al ‘Starblazer’(2011) ed all’ultimissima ‘Collide’?
Da una prospettiva tecnica, il modo con cui produco le mie canzoni è cambiato significativamente durante gli anni. Nel periodo in cui Emphasis è stato pubblicato, la mia musica era quasi esclusivamente basata su campionature realizzate con l’aiuto di un campionatore mentre Twisted era prodotto per la maggior parte con software e plug-in. Di recente, invece, son tornato alle gioie dei sintetizzatori analogici e ho ricollegato il mio vecchio sintetizzatore, così come ho recentemente assemblato alcuni pezzi di strumenti come Moog Voyager. Musicalmente penso che il mio suono si sia evoluto da tracce ‘loop-based’, ‘percussive techno’ a tracce house/techno più melodiche con enfasi sul vocal.
Parliamo dunque del tuo ultimo album ‘Balance020’: quale delle due parti ti rappresenta maggiormente, quella analogica o quella digitale?
La ragione per cui ho scelto di utilizzare sia i formati digitali sia quelli analogici è dovuto alla volontà di esibire l’intero spettro del mio lavoro, sia da un punto di vista tecnico sia da quello della direzione musicale. Inoltre penso che l’intera uscita rappresenti me come dj al meglio per quanto sia possibile farlo nella misura di due cd.
Da quale disco non ti separeresti mai, quello che ti porti sempre dietro in ogni tua esibizione? Ed infine qual è la traccia che hai maggiormente suonato quest’anno, quella che potresti definire la tua traccia preferita del 2011?
Il remix di Carl Crag di “Good Life – Inner City” è stato nella mia borsa per bene più di 10 anni, ma sta iniziando a mostrare la sua età, quindi porto con me anche una masterizzazione del vinile su un cd. Relativamente alla traccia che ho suonato più spesso devo fare un po’ di spudorata autopromozione, semplicemente perché ho suonato Starblazer ad ogni gig da quanto ho finito la traccia alla fine dello scorso gennaio. Oltre a questa, la mia traccia preferita del 2011, che riscuote sempre il consenso della folla, è “Adrenalin” di Scuba.
Grazie per il tempo dedicatoci e Buona fortuna per il futuro!
English Version:
Born in Berna, Switzerland, Sam Geiser aka Deetron, began his career as a Dj in the early nineties, inspired to keep the legacy of Chicago house and Detroit techno alive. After only 2 years, in 1995, became resident of one of the most famous club in Zurich, the Trax club. The changing that led him to be known internationally comes with ‘Dolls For A Diva’ (Music Man 2001) and the acclaimed compilation ‘Deetron In The Mix’ (2002). Success crowned in 2006 with the release of the album ‘Twisted’ (Music Man) appreciated by both the public and experts and continuing in recent years with the EP ‘Starblazer/Solar Surge’ (Rejected Music 2011) and collaborations with Seth Troxler and Ripperton. Extremely self critic, he has “Quality over Quantity” as a personal motto that he applies accurately; he might not release a lot , but when he does you can immediately see the great work behind. Thanks to his immaculate mixing skills (through its typical 3 decks set-up) and superb choice of records he has established itself as a internationally respected dj over the last decade. A few weeks after his new compilation “Balance020” we have the opportunity to talk with him.
Hi Sam, welcome on Soundwall.it
When is born Deetron? How did you approach to house/techno music and when you’ve decided that you would become a dj? And if you had not been successful as a dj what would you have done?
I had to come up with a moniker for my first ever DJ-gig at youthclub in a village outside of Bern around 1994 if I remember correctly and this was the first time I used the artist name Deetron. At the time I was mostly exposed to Hip-Hop up until a friend of mine introduced me to early Todd Terry records. Techno really only clicked for me though when I heard E-Dancer’s “Pump the move” for the first time, since I was totally blown away by the raw energy of the track. My dream has always been to work in music because I was brought up in a very musical family, with my father being a professional musician and my mother teaching piano lessons. If it wasn’t for deejaying I might have not given up the classical piano education so maybe a concert pianist or – being Swiss – a banker maybe?
You’re born in Switzerland but we can say that your musical influences comes from Chicago and Detroit, made this premise, in your opinion, what are the big differences in the music scene between the U.S. and Europe?
The sheer quantity of musical talent from all different genres in US cities like Detroit is striking and I can’t imagine where our music would be without the innovations coming from there. Although it can be said that the origins of techno and house were coming from the U.S. there wasn’t a big EDM scene for quite some time but it’s certainly changed now for the better and the scene is more happening than ever. It’s very intriguing to see how American music influenced Europeans and vice versa over the years and I think it is essential for the existence of Techno and House.
As we know, your focus is on the musical selection, in your album like during gigs. How do you choose the disks to take with you during your gigs? Where take place your music research: record stores, demo, internet? I take this opportunity to ask you what you recommend us to listen?
I’m usually reserving a day per week to prepare the music for the weekend’s gigs and first of all I’m going through my record collection, or at least part of it and I almost always discover some gems I had completely forgotten about. Furthermore I’m going to the last remaining little record shop in Bern as often as I can and I order new Vinyl almost every weekend as well. On the digital side of things, I’m spending a few hours every weekend to go through the promos as well as doing lots of research on sites like Boomkat, Traxsource and Beatport.
You’ve worked with Seth Troxler, how did the collaboration with him? Are you planning any other release? Because of this continuous music research in an interviews he defined himself “a total music geeks”, how do you define yourself?
After I had come across a few of his vocal performances I thought he would be the perfect fit for “Each Step” and I got in touch with him. Funny enough we haven’t met in person, the whole cooperation happened over the internet. I would say I’m a passionate music lover and producer as well as a crate-digger and vinyl-addict, so yeah, I’m obsessed with music for sure.
After the minimal wave that seems to have been overcome in part, in your opinion what direction are taking house music and this may affect the work of an artist?
This year I’ve noticed a few main directions in House and Techno: The song-oriented, disco-infected and vocal-based sounds of artists from the Crosstown/Hot Creations camp, the muscular and hard techno of artists like Xhin, Peter van Hoesen and Dettmann and, the most interesting one in my opinion, the exchange between Techno/House and UK Bass music by exponents like Scuba, Joy Orbison, Four Tet, Blawan or Gerry Read. I think it’s very exciting times for the music and I’m looking forward to seeing what next year has in store for the musical development of our scene.
Linking up to the previous question, how has evolved your sound from tracks like ‘Emphasis’(2001) going for your first album ‘Twistes’(2006), to ‘Starblazer’(2011) and the very last ‘Collide’?
From at technical perspective, the way I’m producing my tracks has significantly changed over the years. At the time when Emphasis was released, my music was almost exclusively sample-based with the help of a hardware sampler whereas Twisted was predominantly produced with software and plug-ins. In recent times, though, I’ve returned to the joys of analogue synths and have re-connected all my old synths as well as some recently assembled pieces of gear like the Moog Voyager. Musically I guess my sound has evolved from loop-based, percussive Techno to more melodic Techno and House tracks with an emphasis on vocals.
Then talk about your latest album ‘Balance020’: which part better represents you, the analogue one or the digital one?
The reason why I chose to use both digital and analogue formats is because I wanted to showcase the full spectrum of my deejaying, both from a technical point of view as well as the musical direction. Therefore I think the whole release represents me as a DJ as much as that’s possible over the span of two CD’s.
There is a disk from which you’ ll never separate, that you carry around in all your performance? And finally what is the track that you have played most this year, that you may define your favorite track of 2011?
Carl Craig’s remix of Inner City – Good Life has been in my bag for well over 10 years now. It’s starting to show it’s age though so I carry a vinyl-rip of it on CD with me as well. As for my most played track I have to do a bit of shameless self-promotion simply because I have been playing Starblazer at each and every gig ever since I had finished it at the end of January this year. Other than that my favorite Track of 2011 and a constant crowd-pleaser as well is Scuba’s “Adrenalin”.
Thanks for your time and Good Luck for the future!