Formulare un pensiero coerente sul disco di cui sto per parlarvi non è stata una cosa facile. Si tratta di “Groove Eimer”, in uscita sull’etichetta canadese Monique Musique. L’autore, Daniel Mehlhart, è giovane e sicuramente talentuoso. Le sue produzioni precedenti su Kindisch, WIR e Basmati sono un ottimo biglietto da visita. Non si può negare che abbia “il tocco” e che i suoi lavori siano costruiti con uno stile molto personale e particolarmente espressivo. La cosa che colpisce è la varietà di stati d’animo che la sua musica è in grado di trasmettere. Se non capite di cosa sto parlando provate ad ascoltare, ad esempio, “Black Holes” (terza uscita su Notes, etichetta fondata da Daniel stesso nel 2011) e “Der Tonkopfreiniger”.
Tre sono le proposte in questo EP che contiene, oltre alla title track, anche “Bad Ass Motherfunker” e “Shopping Tour”. Tutta la release è costruita su pochi sample e questo, insieme all’assenza di ricercatezza nelle poche variazioni dei drum patterns, rende le tracce abbastanza ripetitive, quasi noiose. Uno sguardo più approfondito lo merita, senza dubbio, “Groove Eimer”. I suoni qui sono più ricercati e il sample è meno invasivo. Anche la struttura del pezzo è più articolata e questo concede l’opportunità alla linea melodica di svilupparsi tra pause e variazioni. Alla fine sembra che il buon Daniel non abbia finito proprio tutti i colori che è solito usare.
Quello che mi ha messo in forte crisi non è il gusto, che sicuramente non è un parametro di giudizio oggettivo, ma il non riuscire a capire come il disco possa essere così al di sotto delle chiare potenzialità del suo autore. E’ una cosa voluta? Tutti gli artisti cambiano, a tutti capita anche di scivolare. Stento però a credere che “Groove Eimer” sia quello che di meglio abbiano da proporre Mehlhart e Monique Musique.