Il Wave Festival, quello olandese, quasi omonimo della rassegna argentina, è un festival che si svolge ad Amsterdam, più precisamente nella parte a nord della città all’interno della riserva naturale denominata Het Twiske, una grossa distesa verde che fa da cornice al lago Stooterplas. Il Wave Festival, che in genere ha luogo in uno dei giorni successivi a ferragosto (nell’edizione 2014 la data è stata fissata per il 16 agosto) è una festa volutamente di piccole dimensioni e capienza ma anche di relativamente breve durata (13:00 – 23:00 più after wave in un’altra location poco distante), dove ad essere ricercati sono principalmente la creazione di un ambiente intimo, rilassato, di una complicità speciale tra pubblico e addetto ai controlli al di là della consolle, di un’esperienza musicale di primissima qualità.
Una line up raffinata, composta di “soli” nove ospiti internazionali, ed in grado di unire l’esperienza, quella per esempio di Steffen Bennemann, The Mole, I-F, a nuove importanti realtà come Huerco S, Voiski; una line up abile nell’alternare preziosi ed unici dj set (e tali sono stati quelli di Morphosis e Fred P nelle sue vesti techno con Anomaly) a clamorosi live set (Tin Man, Conforce). Il tutto, e va sottolineato, pensato, organizzato e riscaldato a dovere dai bravissimi resident delle due organizzazioni dietro il festival: da una parte Breakfast Club, probabilmente la colazione più movimentata che potrete trovare ad Amsterdam rappresentata da Tom Liem, Tommy Kornuijt e Jaime Frias, dall’altra, Les Enfants Terrible, una delle realtà più visionarie della capitale olandese, incarnata da Jean Pierre Enfant e Viktor Palmer. Va sottolineato se non altro perché mi sembra essere esempio, bellissimo, di sinergia tra organizzazioni, realtà cittadine, neanche tra le più grosse e rinomate in grado di dar vita ad un evento/esperienza diversa rispetto a quello a cui abituano i loro abituali clienti. La location del festival si divide in due aree, una principale Main Wave, dove un tepee funge da consolle nonché propagatore di quelle onde in certi momenti percettibili sul prato circostante, ed una secondaria (Terrace), leggermente più piccola e proiettata verso il lago. L’estrema vicinanza nonché qualità della proposta musicale offerta, ha imposto diverse visite in entrambi gli stage, alcune previste, altre meno e forse proprio per questo motivo, ancora più sorprendenti.
Ad introdurci nel festival sono gli esperimenti d’avanguardia di Morphosis a cui sono lasciate due ore per traghettare l’ancor sparuto pubblico in un viaggio complesso, articolato; un dj set dalle forme “live” dove in pochi minuti assumono consistenza quelle parole lette in una sua intervista qualche mese prima proprio qui su Soundwall: “Diciamo che per me tutto è jazz. Anche la techno”. Ed effettivamente assistiamo ad una prima abbondante parte dedicata a maneggiare e rielaborare sonorità jazz ed electro in maniera audace, imprevedibile, ed una seconda e conclusiva in cui trova maggiore espressione il suo lato più techno. A seguire è il turno del live set di Voiski. Il produttore parigino parte forte e si mantiene su alte velocità per tutta la durata dell’ora a disposizione, professando quella techno emotiva tipica delle sue produzioni e attingendo sia da alcune delle sue più recenti tracce rilasciate come “A Star In Your Head”, sia in gran parte da materiale ancora da pubblicare (ma in parte già rintracciabile all’interno del set alla Boiler Room).
La sorpresa, quella tipica sorpresa da festival ossia l’artista che non avevi programmato potesse trattenerti felice lì davanti per ore, arriva con Steffen Bennemann. Il curatore artistico del Nachtdigital nonché mente dietro la label Holger, rilascia un set pazzesco spaziando tra sonorità deep house, acid, techno, electro con estrema naturalezza. Si diverte e il pubblico lo segue, lo accompagna in quel viaggio sino all’ultimo disco. Un set ipnotico, profondo, dove la classe e l’incredibile selezione dell’artista di Lipsia ha fatto davvero la differenza.
Decidiamo di dividere la successiva ora di festival tra le due live performance proposte: prima, nel Terrace, la parte iniziale di Tin Man, dove è possibile apprezzare il lato, pur sempre acid ma più armonico e melodico del produttore californiano. Dopo, nel Main Wave, la parte conclusiva del live di Conforce più propenso verso una techno atmosferica, profonda, ipnotica, in cui si affacciano talvolta raffinate progressioni armoniche. Infine a conclusione del festival, Fred P con il suo nuovo progetto techno chiamato “Anomaly”, impegnato in un set di due ore in cui sprigiona una techno raffinata ed energetica allo stesso tempo, impeccabile al mixer, ipnotizza i presenti fino alla chiusura affidata al remix firmato Pär Grindvik di “Stone Edge”.
Il Wave Festival rappresenta una piccola ma molto bella realtà (quest’anno era la terza edizione), soprattutto se si pensa a quanto Amsterdam ha da offrire d’estate (e non solo). Un’ottima location immersa nel verde, un pubblico ed un ambiente in generale molto tranquillo, cordiale ed educato, un sound system idoneo alle esigenze ma soprattutto un’offerta musicale molto ricercata in cui a ciascun artista era dato il tempo adeguato per poter costruire il proprio set ed esprimersi così anche più liberamente. Semplice quanto efficace. Un’esperienza che, se siete come quel tipo di turista che al mare preferisce il freddo nord è altamente consigliata.
Per concludere, qualche parola sull’after party che si svolgeva all’Undercurrent e prevedeva come ospiti da una parte Fred P e Traxx, dall’altra un b2b prolungato tra Morphosis e I-F. L’atmosfera, la musica, le emozioni di quei momenti credo possano essere espresse al meglio dalle parole dello stesso Fred P. Poche forti parole che toccano un po’ tutti noi.
“Last night I played music for a audience of enthusiastic party goers.. The power went out at a peek moment… The people reacted, I reacted, we were all on the same page.. The power came back on but something was different something shifted.. It was more instance, more electric, the people wanted to go higher and further into the vortex.. The music began to come alive once more I dived deeper into the groove.. Soon I was lost in the rhythm completely taken by the music.. Feeling a different level of gratitude and humility as I came to realize once more that I am only a vessel and the picture is much bigger than I can ever imagine.. We are all here together and last night at the after party for the amazing Wave Festival I learned that some things are just written in the stars… Peace, Love and respect… FP”