Si è fatto in questi anni un gran parlare, talvolta aggrappandosi a una retorica populista di bassa lega (il termine non è usato a caso), di quanto sia importante per quella che viene definita “cultura underground” la difesa di un oggetto che ne racchiude l’essenza e l’attitudine: il disco in vinile. Per quanto questa battaglia possa essere considerata per lo più nobile, la cosa fondamentale, quella da tenere sempre a mente in modo chiaro a scanso di equivoci, è che in nessun modo la sua salvaguardia deve perdere di vista il significato e i valori alla base di questo meraviglioso oggetto. I dischi, al pari della musica stessa, hanno il compito di creare e radicare intere comunità, elevandosi a mezzo culturale principe.
I ragazzi di Disco D’Oro di Bologna, che domani festeggeranno i quarant’anni del loro store, hanno fatto loro questa idea diverse primavere fa, per questo abbiamo pensato di rendergli omaggio chiedendo ai dj in line-up per questa importante ricorrenza – Dino Angioletti, Flavio Vecchi, Gino Grasso, Luca Trevisi e Franco Fusari – quali sono i dischi delle rispettive collezioni che associano al negozio di Via Galliera e che ricordi li rendono unici.
Le loro risposte, com’era lecito attendersi, non potevano non farci venir voglia di un po’ di shopping sotto le due torri…
Alla fine degli anni ’80 i primi dischi house li importava il Disco D’Oro. In negozio arrivava una fanzine dal nome “Echoes” dove all’interno c’era una classifica con le dieci nuove uscite house. Ricordo che insieme guardavamo quella classifica e si facevano i primi ordini di dischi house.
Diverso tempo fa, non ricordo bene il periodo, ma era il P&P time relativamente al diggin; Luca, mi chiamò dicendomi : “Gino mi è arrivato questo disco, se non ricordo male sono le etichette che cerchi tu” ed io “Scherzi?!? È mio! Subito!”. Un disco che cercavo da tempo e difficile da trovare in buone condizioni. Al Disco D’Oro trovi sempre delle chicche. Grazie dell’assist guys.
Ricordo ancora il giorno come fosse ieri. Aspettavo con una certa ansia l’uscita di questo disco. Era un mercoledì…di solito l’uscita dei dischi era il venerdì ma ero in centro e decisi di passare in negozio. Entro e mi ritrovo Achille che dice: “È arrivato”…ed io: “Ma come?!? Deve uscire tra una settimana!”. E lui: “Beh…il Disco D’Oro è il Disco D’Oro”.
Questo è un disco che acquistai al Disco D’oro nei primi anni ’90 nel momento in cui fioriva il movimento acid jazz. Ci sono particolarmente legato perché, avendo sempre amato le sonorità funk, soul e jazz che ritrovavo quasi esclusivamente nei lavori anni ’70, questo disco mi ha fatto capire che erano presenti anche nelle produzioni di quel periodo, in un modo più potente!
Ho scoperto il Disco D’Oro nel 1996, appena arrivato a Bologna ed è diventato da subito un punto di riferimento costante e imprescindibile per la mia immensa passione per la musica. Grazie ai consigli ed alla competenza di Achille, non è stato difficile acquistare in questo meraviglioso negozio oltre un paio di migliaia di vinili e sono affezionatissimo ad ognuno. Ma questo disco rappresenta più di ogni altro una sintesi perfetta tra jazz, soul ed elettronica, ovvero tutti i generi che adoro.