La scena vaporwave italiana è ricchissima di fermento e variegatissima: oltre a Sixthclone di cui vi abbiamo già parlato, infatti, c’è un sottobosco fervidissimo di artisti che orbitano al di fuori dei canali “tradizionali” ma si trovano principalmente su Soundcloud, Youtube e Bandcamp: tra questi, 悲しい Android – Apartment è uno di quelli che ci hanno impressionato maggiormente, con la sua miscela di Future Funk e riferimenti all’immaginario italiano di fine anni ’80.
La notizia dell’uscita imminente di un suo nuovo album, quindi, ci è sembrata un pretesto perfetto per farvene sentire in anteprima una traccia e per scambiare quattro chiacchiere con lui per conoscerlo meglio: lui si è prestato volentieri, e il risultato lo trovate di seguito: la traccia che ci ha concesso, “Love Sensations”, recupera uno dei vocal più famosi della storia della musica danzabile ma riesce a presentarlo in maniera freschissima, con lo stile estivo e solare che lo contraddistingue e che ci ha fatti innamorare delle sue produzioni.
Cominciamo dall’inizio: chi sei, da dove vieni, quanti anni hai, cosa fai nella vita?
Ciao ragazzi, prima di tutto grazie mille per questa intervista! Mi chiamo Alberto Rojch, 27 anni e vengo dalla Sardegna ma attualmente sto vivendo a Londra, nella vita meh… lavoro nella cucina di una scuola ho buoni orari e vacanze e per questo riesco a dedicarmi completamente ad Android Apartment, in ogni caso mai dire mai le cose cambiano e si evolvono in fretta, quindi chissà cosa riserva il futuro.
Ci racconti l’origine del tuo nome d’arte?
Me l’hanno chiesto in tanti perché straniti da questa scelta, ebbene, il nome viene da una puntata di Futurama dove Fry viveva nell’armadio di un’abitazione con Bender, dopo varie vicende alla fine si scopre appunto che quello che Bender considerava magazzino in realtà era l’abitazione vera e propria e viceversa per Fry. Dopo aver visto quella puntata mi sono fatto un trippone mentale stupidissimo, pensando se tutti noi umani stessimo vivendo al contrario o se il mondo fosse popolato da robot che facessero le cose al posto nostro mentre noi diventassimo i veri robot, ed ho immaginato i robot che andavano a ballare in discoteca, escono al pub a bere con gli amici, andare a scuola, etc… Inoltre Android Apartment mi suonava bene e mi faceva pensare a tutti quegli immaginari futuristici che si vedono su internet, con grandi città piene di grattacieli e metallo e l’atmosfera oscura, cosa che crea inoltre grande contrasto con il suono della roba che faccio.
Come descriveresti la tua musica, in generale? Credo che non ci andiamo tanto lontano se la accostiamo alla scena Future Funk, ma è una definizione che probabilmente ti sta un po’ stretta.
Eh bella domanda, non sono in grado di descriverla precisamente anche perché ho tante idee diverse, se la dovessi etichettare direi che sta a metà tra la French house, la nu disco e il future funk che bene o male sono tutte cose simili con alcune differenze stilistiche. Tecnicamente la metterei sotto Future funk sicuramente, ma mi piace variare un po di stile e dare un tocco più disco alle mie tracce, quindi bo diciamo che è un mischione di generi simili tra loro.
E tornando indietro nel passato, da dove arrivi, musicalmente? Quali sono stati i tuoi primissimi ascolti, da piccolo?
I primissimi ascolti da piccolo (direi intorno agli 11 anni) sono partiti sopratutto dal rap anni ’90 italiano e non e dai breakbeats (si, ero un breaker). Il primissimo disco che mi fece accapponare la pelle è stato “L’Alba” dei La Creme, dove militava un brillantissimo Jack the smoker, di quel disco mi ricordo che mi colpirono sopratutto i sample usati nelle strumentali ed è da li che iniziai ad innamorarmi ad un certo tipo di beat sopratutto se mischiato con il jazz. In seguito iniziai a scoprire tutta la scena underground e non italiana ed estera (sopratutto il buon Mf Doom, i beats di Madlib e Nujabes) e me ne innamorai totalmente. Anni dopo (verso i 17), mantenendo l’amore per il rap iniziai ad ascoltare un sacco di post-rock (uno su tutti che mi va di citare è sicuramente “Hymn To The Immortal Wind” dei Mono), screamo del periodo 90’s (dai Saetia ai Violent breakfast), l’emo (Mineral e Sunny day real estate su tutti) e dell’hardcore punk (Le Tormenta e i Grandine sopratutto). Ad essere onesto non sono mai stato innamorato della musica elettronica, mi piacevano un po i Modjo ma non li avevo nel mio lettore mp3, l’amore per l’elettronica direi che è nata proprio circa due anni fa con il Future funk (che è il periodo in cui ho appunto aperto Android Apartment) ed in seguito si è sviluppata per la musica disco, il deep house e l’electro bossa nova. Devo dire però che per la prima volta che ascoltai un brano Future funk (era un brano di Macross 82-99) ne rimasi estasiato, forse anche colpa dell'”estetica” scelta dal genere e dal fatto che sono abbastanza un amante di anime, manga e della musica asiatica in generale. Inoltre molti argomenti che trovo in questi generi di elettronica, li trovo trattati in maniera diversa nell’emo, quindi mi piaceva un sacco questa specie di contrasto tra i testi e le strumentali. Sono inoltre sicuro che ci sono molti generi di cui non sono a conoscenza che saranno pronti a rapirmi appena li scoprirò!
Come scegli le tracce da campionare? E quando produci le tue tracce, i sample sono il punto di partenza oppure li aggiungi dopo per dare ulteriore personalità? In particolare, il vocal di “Summer Paradise” ci è piaciuto davvero un sacco, da dove arriva?
Non ho un vero e proprio metodo, faccio “digging” in qualche negozio e se mi attrae la copertina mi informo, oppure su internet, amici, blogspot ecc..ecc..nel 2017 le fonti sono tante! Musicalmente invece cerco sempre un passaggio che mi emozioni tipo un giro di archi, un po di chitarra o una bella linea vocale, quando la trovo mi metto subito al lavoro, l’importante per me è che ci sia qualcosa di “melodico”, altrimenti vado avanti. Il sample è sempre il punto di partenza per me, mi piace campionare, mi piace ascoltare e mi piace modificare i vecchi brani, le aggiunte le faccio a seconda del brano, ci sono brani in cui utilizzo il sample puro e oltre alla sezione ritmica faccio il basso, brani dove aggiungo qualche synth, brani dove rifaccio tutti i giri di chitarra, brani da cui tolgo solo un break vocale, etc… quando inizio non ho mai le idee chiare, provo un po, gioco con i suoni e cerco di far uscire qualcosa che mi piaccia, inoltre inondo tutto di effetti come phasers, flangers, delay ecc…ecc… questa è una cosa che sicuramente mi porto dietro dal post-rock! Summer Paradise è un semplice remix di una traccia del buon Alan Sorrenti, un artista che mi ha sempre affascinato e che ho scoperto grazie alle cassette di mio padre, in questo caso mi piaceva molto la traccia quindi ho tagliato delle voci, fatto dei layer con la strumentale, ho usato l’intero ritornello perché ne vado pazzo e poi ho aggiunto sezione ritmica, basso ed un synth agli inizi perché mi sembrava vuota altrimenti, niente di ancestrale, ma era una traccia che spaccava già da se, aveva bisogno di una “pompatina”.
Quali sono gli artisti, italiani e non, riconducibili al Future Funk e non, a cui ti senti più vicino?
Bella domanda, difficile da dire, il future funk in Italia non è affollato di producers infatti siamo tutti amici, Alpha Centauri, Cape Coral e Robkta sono degli ottimi producers ed anche delle persone con cui ho passato delle giornate indimenticabili! Andando nella scena disco invece una grandissima ispirazione per me è Jolly Mare, adoro come ripropone i classici del passato e dimostra che con poco si riesce a rendere un brano ballabile ed ascoltabile in cuffia durante i viaggi in metro!
Raccontaci del tuo prossimo album: cosa possiamo aspettarci?
In questo album ho cercato di mettere tutte le mie influenze e di fare un sunto di questi due anni di Android Apartment, sto cercando di migliorare e curare di più la produzione tecnica quali mix e master a cui sto cercando di dedicare la massima attenzione, ho messo dei riferimenti alla cultura giapponese che mi ha portato fino a qui, al buon vecchio funk ed alla disco music americana ed europea. Il mood sarà abbastanza variabile con brani più ballabili ed alcuni più da “viaggio in autobus”, insomma ho cercato di variare un po’ e creare una sorta di concept a cui sto ancora lavorando. Insomma diciamo che quasi tutto è fatto ma ancora tutto è da fare, anche perché io sono uno che cambia ed ha nuove idee spesso e non riesco a tenere le mani in tasca! Sono però sicuro al 99% che l’uscita sarà verso i primi di Aprile ed a questa precederanno, titolo dell’ album, grafiche ed immagini varie per cui mi stanno aiutando dei cari amici!
Che piani hai per il futuro dopo l’uscita dell’album? Hai in mente qualcosa di particolare per promuoverlo, magari delle esibizioni live?
Per il futuro prevedo un piccolo cambio di rotta a cui sto già lavorando, non lascerò il sampling ma sicuramente si ridurrà a parti di pochi secondi, ho conosciuto degli ottimi cantanti e non vedo l’ora di mettere le loro voci su alcune bozze che sto preparando, sicuramente ci saranno più arrangiamenti originali e più strumenti suonati, vorrei sicuramente iniziare a farmi vedere di più live (anche perché è una delle cose che mi diverte di più suonare in live) e magari trovare delle belle occasioni qui a Londra, ma mi piacerebbe tantissimo anche in Italia. Per promuovere il disco penso che ci saranno video, release fisiche e probabilmente del merch di vario tipo, sto in questi giorni cercando una soluzione a queste cose. Infine ringrazio a tutti per essere arrivati fino alla fine (sono uno che sproloquia tantissimo, sopratutto se me ne date l’occasione), voglio ringraziare voi ragazzi di Soundwall per l’opportunità, la cortesia e sopratutto complimenti per il vostro continuo lavoro! Di cose da fare ce ne sono tantissime, ma noi siamo qui per farle e per divertirci!