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[tab title=”Italiano”]Poche band hanno portato avanti un suono contemporaneo ed europeo negli ultimi quindici anni come i Simian Mobile Disco. Alfieri della techno anglosassone, mollemente adagiati su un confine tra pop ed elctro, simpatizzanti del prog più colto e autori di remix storici, la band ha da sempre flirtato tanto con la classifica quanto con la club culture. A due anni di distanza dall’esperimento prog di “Whorl”, il duo torna con un EP aggressivo e smaccatamente techno “Staring At All This Handle”. Graffianti tagli geometrici, accompagnati da uno splendido video in 3D, aprono un EP oscuro e violento; abbiamo incontrato il duo per una breve chiacchierata a riguardo.
Incominciamo dal vostro nuovo EP “Staring At All This Handle”. Il suono è techno ed aggressivo, il ché suona piuttosto distante dal vostro ultimo disco “Whorl”. Come mai questo cambio di marcia?
In verità, abbiamo suonato techno per anni; non solo, abbiamo messo su un’etichetta, la Delicacies, cinque anni fa, proprio per pubblicare 12 pollici di musica techno. Ti direi che questo EP è un ritorno al nostro suono classico e che Whorl è stato un progetto a se stante, tanto che volevamo usare un altro nome con il quale pubblicarlo.
Vorrei parlare del vostro ultimo videoclip. Un po’ perché è bello, un po’ perché è bizzarro e un po’ perché è pieno di riferimenti a Ettore Sottsass e alla sue installazioni come Memphis Group Art.
Abbiamo lavorato con i registi del video, Jack e Hans, per anni. L’ultimo video, che è grottesco nella migliore accezione possibile, è opera loro, non avrebbe senso che tentassi di spiegartelo! È il loro figlioccio e te lo dovrebbero squadernare loro.
Il video, però, sembra chiaramente che tratti di forme e geometrie. La techno è una musica matematica e geometrica per eccellenza. Cosa ne pensate, esiste una correlazione tra musica e forma?
Non so, sebbene capisca dove tu stia cercando di andare a parare, mi sembra riduttivo definire la musica techno come musica geometrica (sic). È vero che una certa techno più colta contiene in sé una certo grado di astrazione, ma spesso è mancanza di struttura più che altro (che è proprio la geometricità di cui parlavamo). Ciò significa che si deve analizzare la musica da un altro punto di vista, magari meno analitico, e più romantico: questa musica evoca in me un particolare sentimento? Nel cercare una risposta a questa domanda, ci si trova, di solito, a raccogliere e ad utilizzare termini che non fanno parte dell’area semantica della musica, che non sono collegati al suono in una maniera diretta. Suona un filo pretenziosa come risposta, ma va di pari passo con l’idea di forma che hai introdotto nella domanda. Credo che la questione “cosa potrebbe essere la musica” sia l’anima della techno: l’idea che cerchiamo nuovi suoni e nuovi modi indurre sentimenti nella gente attraverso questi suoni, di solito in stanze buie e poco ventilate.
Il nuovo EP contiene due remix di pregevole fattura. Il primo ad opera di Perc il secondo per mano di Volt-Face, entrambi hard techno come suoni. Come sono nate queste collaborazioni?
Niente di particolarmente rilevante qui, sono due artisti che amiamo e siamo felici che collaborino al nostro progetto.
Come vi presentate dal vivo? Avete macchine o laptop?
Lo spettacolo da vivo è una specie di mini studio portatile: abbiamo un synth e una batteria elettronica ciascuno, più giocattoli con cui fare rumori e suoni. È come registriamo i nostri dischi, per cui ha senso che sia come offriamo il nostro spettacolo dal vivo. Sicuramente è divertente, ma è anche faticoso portarsi dietro tutti questi strumenti e cavi…
Torniamo rapidamente a “Whorl”. Titoli come “Dandelion Spheres”, “Sun Dogs”, “Z Space”, “Calyx” o “Casiopea” hanno un fascino da fantascienza anni ’60. Vi siete ispirati a qualche autore in particolare, magari della tradizione anglosassone?
Whorl è stato composto sapendo che saremmo stati in un deserto in mezzo al nulla, quei nomi ci parevano evocativi per un disco scritto e composto in un luogo isolato.
Quando nel 2007 siete usciti come Simian Mobile Disco, la scena musicale europea aveva un assetto completamente diverso: Parigi era la capitale della musica, Berlino le stava dietro, mentre Londra sembrava persa. Le cose sono cambiate con la crisi del 2008, e Londra ha conosciuto un vero e proprio revival. Cosa succederà, in termini di music business europeo, nei prossimi anni?
Guarda, sono l’ultima persona a cui dovresti porre la domanda. Non me ne frega niente dell’industria discografica, a me interessa solo la musica. Detto ciò, c’è nell’aria questo sentimento condiviso che, insomma, l’industria discografica abbia fatto la fine che meritava… crudeli etichette che succhiano come sanguisughe artisti di poco valore… Da un altro punto di vista, se firmi un contratto per un’etichetta indipendente, non avrai a che fare con questi vampiri, bensì con gente appassionata e volenterosa, gente che ci mette impegno e che suda sette camicie per far diventare l’artista conosciuto e fargli guadagnare qualche soldo… Questa gente non merita di essere condannata, anzi tutt’altro, se solo potessero guadagnare anche loro qualche soldo in più, sarebbe più giusto… Per quel che riguarda Simian Mobile Disco, a parte alcune eccezioni, abbiamo sempre avuto a che fare con gente onesta e gran lavoratori.
Parliamo del Brexit (vi tocca, mi spiace). Londra, proprio in virtù del multiculturalismo, presenta un suono preciso e peculiare, dato dalle diverse influenze culturali dovute ad una massiccia immigrazione. Che ne sarà di questo suono?
Il Brexit è una merda, ma i londinesi non si fanno fregare facilmente.
Quale capitale europea potrebbe prendere il posto di Londra, nel caso l’Inghilterra esca dall’Europa e dia un giro di chiave all’immigrazione?
Berlino è sempre valida, ma Londra non si lascerà sorpassare facilmente.
Nel corso degli anni avete lavorato con molti artisti, esiste qualcuno ora con cui vorreste collaborare attualmente?
L’unica cosa che vorrei fare ora è far suonare i miei synth al meglio![/tab]
[tab title=”English”]Few bands have embodied the spirit of the British techno like the Simian Mobile Disco. The music of the duo has always been on the line between several influences: techno, pop and electro, making the band suitable for the dance floor as well as for the radio stations. After the prog experiment “Whorl” the band is now back with a techno and muscular EP named “Staring At All This Handle”, featuring a beautiful video in 3D graphic and a couple of remixes. We met the band for a brief chat about it.
Let’s start from your new record “Staring At All This Handle”. The Sound of the tune is pretty techno and quite muscular. It sounds more like your earlier records than the latest Whorl. Why this change of gear in term of sound?
We have been playing techno for ages and set up our label, Delicacies, 5 years ago to put out techno 12s between albums. Whorl was always a standalone project, we even considered doing it under another name, so the move towards techno isn’t really a big change. I guess that the current techno scene that’s drawing influence from industrial and less clubby electronica is really interesting at the moment and we are influenced by that?
I want to talk about the video. I know has been directed by Jack Featherstone. What-s the meaning behind it? I can see some Ettore Sottsass? Memphis Group art installations in it. Any particular reason?
We have been working with Jack and Hans for years. They are super talented and totally get what we do. The recent video, which is grotesque in the best possible way, is Jack’s baby and it would be silly for me to attempt an explanation.
The video is about shapes and forms. Techno music is the most geometrical of all the music genres. Is there a correlations between geometry and music? What-s your thought about this philosophical topic?
I think that’s a little reductive but I kind of see where you are going with it. I think that the less ‘Doof’ end of techno has a certain abstract quality to it, often it lacks a clear key or a traditional structure. This means you need to evaluate it in a less analytical way, quite simply: does it invoke a feeling? In this situation you find yourself making seemingly berserk statements to describe it, using terms that don’t relate to sound. It’s kind of pretentious but it goes hand in hand with the idea of pushing the form. I feel like the question ‘what could music be’ is at the heart of this sort of techno, the idea that we search for new sounds and new ways to make those sounds invoke feelings in people in poorly ventilated rooms late at night.
In the EP there are a couple of remix by Perc and Volt-Face, both of them very techno in the stylistic choices. How did this collaboration start?
Not much to say here, both are fantastic artists and I’m dead happy that they were up for getting involved.
How does the live show work? Is it just the two of you? Could you please describe us your stage during the live set?
Really the live show is just a portable studio. We have a synth each and a drum machine each and some noise toys. It’s how we record and so it makes sense that it’s how we play. It’s a chore to drag around all the gear but it’s fun to play.
“Dandelion Spheres”; “Sun Dogs”; “Z Space”; “Calyx”; Casiopea” and the main title “Whorl” remind clearly to some spacerelated context. During the 60s, British literature and cinema produced the most influent products in this genre. Did you have anything specific reference in mind while you were naming these songs?
Whorl was done knowing we would go to record it in the desert with all the psychedelic trimmings that go with that. These names just stuck during the process, they seemed suitable to take on the trip.
In 2007, when you came out, things were pretty different in terms of music business. Where do you think the European scene is going? Which direction, if it exists, the European sound is taking?
The last person you should ask is me. I actively avoid all of that stuff, the music industry is an industry, I like music not industry. That said, there’s been a kind of collective sense that the music industry got what it deserved, evil labels that were bleeding artists dry etc.. To present the other side of the argument, if you sign with a nice, independent label then you won’t be dealing with evil greedy suits, you will be dealing with passionate music lovers that spend every waking hour trying to make it possible for you to make more music. These people don’t deserve to be condemned, they deserve praise. Every single one of them could be earning more money for less effort and the are fully aware of this; they do this because they care. With a few notable exceptions all of our record label dealings have been with awesome people.
Let’s talk about London. What-s your position about the brexit? London, because of this massive immigration and multiculturalism, has its own sounds, how would you describe this sound? What would happen to this sound if UK leaves the EU?
Brexit is a fucker but Londoners are not about to start dancing around a maypole.
What city in Europe would you think could be the next London? Where the music business is currently moving? Do you think that the Berlin hype is fading out?
Berlin is still wonderful, as is London.
You have worked with several famous artists during the last decades, whit whom would you like to work now? Any specific young artist?
Currently I just want more time to spend learning how to make the synths do interesting things.[/tab]
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