I francesi? A volte ci sanno fare. Se l’ultimo various artists di InFinè Recordings mi era piaciuto molto, soprattutto nelle pennellate di Rone, questo remix album forse mi è piaciuto ancora di più. “Bye Bye Macadam” è già di per se un pezzo notturno, sincopato e cavalcante, una rarità in stile “The Sky Was Pink” o, per gli intenditori incontentabili e appassionati del genere, alla Punch, un pezzo di Margot (Border Community style). Ma non voglio parlarvi troppo degli altri, nemmeno dei bravissimi Juan Atkins, Aquarian e PLANkT, i tre moschettieri di questo gran bell’EP. Tre pezzi da portare sempre con voi, in borsa, in valigia, negli stramaledetti “I” qualcosa.
Comunque. In questo strano percorso che sembra più una cavalcata a ritroso che un viaggio vero e proprio vengo a sapere che Rone sta lasciando Parigi per l’agognata Berlino (si, anche lui) e allora sono costretto a pensare che si, il viaggio c’entra. O almeno la prospettiva di questo. Viaggio che esce fuori soprattutto nel pezzo riassemblato da PLANkT. Parlo del viaggio vero e proprio, col treno che va mentre fuori il mondo si da il cambio e i panorami passano anestetizzati, gli occhi fissi sul finestrino e Parigi che svanisce tra nuvole di sogni, lacrime e conflitti. “Avrò fatto la cosa giusta?” si chiederà Rone, per bocca di PLANkT.
Non che Juan Atkins sia da meno, ma è un viaggio diverso. Il grande Atkins con la sua musica ci conduce in battaglie dantesche e interstellari, un mix di vecchio, nuovo e nuovissimo che non avevo ancora sentito. Il risultato? Indefinibile con una tastiera e qualche parola, comunque bello. Ah, la chicca è la sirena, una lama che spacca perfettamente in due la traccia, una follia architettonica di assoluto pregio, un tocco geniale.
Il remix di Aquarian è il più fresco, il più commerciale dei tre: ben fatto direi, perfettamente costruito con momenti di buonissima elettronica e rigurgiti di techno dritta, quasi tenebrosa.
Nel complesso, un gran bel lavoro, assolutamente in linea con quello che, per me, dovrebbe dire la musica.