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Pacemaker, il migliore amico per i dj da aperitivo

Senza entrare in discussioni che riguardano l’etica del djing e tutto ciò che ne consegue, siamo davanti ad una piccola bomba. I ragazzi di Pacemaker si erano già fatti notare quando nel 2007, al Sonar, lanciarono un piccolo device che raccoglieva tutto ciò che era necessario per poter mixare. La storia però ci ha insegnato che la tecnologia, gli smartphone e i device hanno cannibalizzato il mercato dell’hardware, costringendo tutto ciò che di base funziona su un hardware indipendente a puntare anche sui nuovi dispositivi (e di conseguenza i loro software) che ci accompagnano nella quotidianità. Basta pensare ai vari Traktor & co che hanno lanciato nel tempo le versioni iOS e Android dei propri prodotti. Pacemaker così si è trasformato in un’app che garantisce le stesse funzioni di quel piccolo sistema lanciato a Barcellona, con la differenza che può essere utilizzato con due killer products del momento: iTunes, ma soprattutto Spotify. Questa è la vera grande differenza rispetto appunto ai già citati Traktor & co.

Con un abbonamento Spotify, una rete wifi (o un abbonamento dati premium) si può quindi avere nel palmo di una mano una galleria digitale infinita per un party che può durare anche settimane. Ovviamente non è un prodotto pensato per i dj con le due lettere maiuscole, non entrerà nella quotidianità di un dj professionista… ma per chi vuole divertirsi, animare una festa in casa o creare un momento felice in compagnia dei propri amici è lo strumento (anzi l’app) perfetto.

L’interfaccia grafica è un piccolo gioiellino di design, i movimenti risultano fluidi i comandi sono ben studiati e per niente macchinosi. Una volta scaricata l’app (in modo gratuito) bastano pochi secondi per collegare il proprio account per iniziare a divertirsi. Ovviamente c’è anche qualcosa a pagamento, infatti gli effetti sono venduti singolarmente e vengono integrati nell’interfaccia una volta che l’utente li ha comprati. E’ possibile anche registrare i propri mixati, così anche i più egocentrici potranno risentire i loro scratch supersonici (provare per credere). Manca il preascolto in cuffia, ma credo che il target di riferimento potrà chiudere un occhio.

Insomma, magari la prossima volta che vi chiederanno quel pezzo assurdo che non ha niente a che fare con ciò che state passando in quel momento vi basterà effettuare una ricerca e caricare nel dock la traccia da Spotify. Dj da aperitivo, il vostro mondo ha un nuovo eroe (che da pochi minuti è anche il mio).