Nick Monaco è qualcosa di veramente strano: pur essendo del ’90, non ha quella carica rivoluzionaria che ti aspetteresti da uno della sua età, non ha il classico atteggiamento rottamatore nei confronti della musica del passato nè il desiderio di buttare tutto all’aria e di creare qualcosa di nuovo a modo suo; piuttosto, ha la tendenza a proseguire il percorso iniziato da chi è arrivato prima di lui e a continuare lungo la strada del funk e del soul. Se a questo si unisce una gran dose di talento per il djing e un ottimo gusto per i suoni a cavallo tra il pop più raffinato e le perle nascoste più dancefloor-friendly, il risultato sono dei set godibilissimi, in cui si sculetta dall’inizio alla fine col sorriso a trentadue denti stampato in faccia e si rischia di scoprire qualche chicca semisconosciuta, come la versione originale di “Show Me Love” di Robin S con cui ci ha recentemente fatto perdere la voce a Milano.
Ciao Nick, dove sei ora?
Hey! Mi sto rilassando a casa mia a San Francisco.
Recentemente ti abbiamo visto qui a Milano prima per lo showcase della Wolf+Lamb e poi per quello della Soul Clap Records, per cui direi che ti possiamo considerare a tutti gli effetti un membro della famiglia WL+SC. Come sei entrato in contatto col gruppo, e cosa significa per te fare parte di un famiglia di artisti come questa?
Ho mandato un demo a Eli dei Soul Clap qualche estate fa. Allora vivevo a Barcellona per l’estate, senza un soldo, e non ho fatto altro che produrre musica tutto il giorno tutti i giorni per tre mesi. Lui si è innamorato di alcune tracce e ha iniziato a suonarle. Le mie tracce però erano ancora acerbe e non avevo ancora davvero trovato la mia direzione, così lui e Charlie mi hanno adottato come il loro bambino musicale e mi hanno guidato verso la luce. Non mi aspettavo in effetti di diventare parte anche della crew Wolf+Lamb, è successo come una cosa naturale. Gadi e io ci siamo conosciuti grazie a Eli, abbiamo iniziato a parlare e siamo diventati molto amici, penso sia una cosa tra persone del segno dei Gemelli. Anche lui e Zev da allora sono diventati dei mentori e delle guide per me. Questa crew dà un supporto senza fine. Abbiamo tutti una visione simile ma ognuno apporta qualcosa di così unico e speciale che quando siamo insieme siamo come gli X-men o qualcosa del genere. Siamo molto più efficaci nel diffondere il nostro messaggio quando lo facciamo insieme. Puoi entrare in contatto con la famiglia Crew Love anche sul nostro nuovo sito.
Leggendo la tua bio ho scoperto che sei del ’90: immaginavo fossi giovane, ma non pensavo così tanto. La cosa che stupisce dei tuoi set è che spesso e volentieri suoni dischi di quando eri molto piccolo, o addirittura di prima che nascessi: da dove nasce questo tuo gusto per il periodo a cavallo tra la disco e la prima house?
E’ una bella domanda! Non mi conosco ancora bene, forse dovrei suonare electro o techno o giu di lì. Ho sempre pensato di essere nato nel decennio sbagliato. Può aver a che fare col mio background hip-hop/r&b e il fatto che la musica era migliore allora, voglio dire tutto quello che esce adesso è una reinterpretazione di quei primi suoni, e allora perchè non suonare direttamente gli originali e farli suonare ancora nuovi e freschi?
L’affinità tra la tua musica e quel determinato periodo storico riporta alla mente alcune figure leggendarie del passato con le quali condividi le origini italiane, come Francis Grasso, Dave Mancuso e Nicky Siano. Ti vedi come una continuazione del loro percorso?
Credo che qualcuno della mia generazione debba prendersi la responsabilità di portare la torcia. Qualcuno deve continuare sulla loro strada ed educare i dancefloors. Tuttavia, il mio obiettivo è farlo in maniera moderna, altrimenti non ci sarebbe progresso. Quindi, è una sfida integrare il vecchio e il nuovo e fare comunque in modo che la gente si scateni. E’ un compito difficile, ma è anche nobile. Ho un’eredità pesante da raccogliere, non solo quella dei Soul Clap ma anche quella dei loro predecessori, cercando anche di restare fedele al mio messaggio e al mio sound.
Sempre parlando di passato, ho scoperto che le tue origini da dj sono legate all’hip hop e al turntablism, tanto che hai collaborato con un maestro del genere come Dj Qbert e che anche a Milano hai proposto un po’ di hip hop; com’è avvenuto poi il passaggio all’house? Trovi che ci siano dei punti di contatto, oggi, tra le due scene?
Il mio passaggio all’house è avvenuto lentamente e controvoglia. Ero arrivato a un punto oltre il quale non potevo più proseguire con l’hip-hop (letteralmente: “avevo colpito un muro di vetro”). Facevo il dj per alcuni gruppi hip-hop quando avevo circa 16 anni, e a quel tempo mi sembrava che il dj stesse diventando sempre meno importante per l’hip-hop e la scena battle/turntablism non era più così fresca, così anche se l’hip-hop è sempre nel mio cuore ho deciso che dovevo avventurarmi al di fuori per riaccendere il mio amore. Ho iniziato ad andare ai raves e ad essere esposto all’house…a un certo punto ho trovato la Dirtybird un pomeriggio di sole al Golden Gate Park a San Francisco, loro riuscivano a unire l’hip-hop e l’house in un modo davvero nuovo. E’ stato a quel punto che ho davvero iniziato a produrre house, ma lo facevo allo stesso modo in cui producevo hip-hop, principalmente usando dei samples. Vedo un legame quando suono hip-hop nei club in cui la gente si aspetta l’house e ottengo reazioni incredibili, il che dimostra che la gente lo desidera ancora.
Ascoltando i tuoi set e pensando a quello che ci siamo già detti emerge chiaramente che sei un appassionato di ricerca musicale, uno di quelli in grado di passare giornate spulciando dischi vecchi alla ricerca di chicche nascoste, ma ti abbiamo visto e sappiamo che sei anche un gran animale da party. Chi è quindi davvero Nick Monaco, un nerd musicale o un trascinatore di folle?
Questa è una gran bella domanda. Sono entrambe le cose! Sto imparando che ho bisogno di bilanciare le due cose per riuscire a essere felice. Dopo qualche giorno di party ho bisogno di stare da solo qualche giorno per ristabilire l’equilibrio e riordinare le idee. Prima di iniziare a suonare in giro ero nettamente più verso il lato nerd, ma ora ho la possibilità di scaricare sul mondo tutte le ore passate nei negozi di dischi e nella mia cameretta!
Ultimamente hai girato un po’ per tutta l’Europa: l’impatto è stato come te lo immaginavi? Che idea avevi del nostro continente da oltreoceano? E che differenze hai trovato tra qui e l’America?
Sono stato in Europa altre volte perchè mio padre è italosvizzero quindi sono venuto spesso a visitare la famiglia negli anni, ma venire in Europa da dj è una storia completamente diversa. E’ difficile generalizzare sull’Europa come è difficile farlo sugli US, ma trovo che in Europa la gente desideri quel soul Americano, che poi è il motivo per cui i party funzionano così bene. Ogni città poi ha le sue sfumature; ma alla fine la gente cerca la sensazione di realtà, è più che altro una questione di continuare a restare fedeli al proprio sound e alla propria agenda.
A questo punto, una domanda sui tuoi progetti per il futuro è inevitabile. Cosa ci possiamo aspettare da Nick Monaco per il resto del 2013?
Sto lavorando a un EP per la Double standard, sublabel della Wolf+Lamb. Poi, remixes per No Regular Play, Lee Webster, Kon, qualche edit, una collaborazione con Tanner Ross. E sicuramente anche un altro EP su Soul Clap Records!
Ultima domanda: dove hai preso quella giacca meravigliosa che avevi entrambe le volte che sei venuto a Milano?
E’ dello stilista della Crew Love, Jacques Smith (jacques-smith.com). Lo potete trovare ai party Crew Love.
English Version:
Nick Monaco really something weird: although being born in 1990, he lacks the revolutionary spirit you would expect in someone his age, he doesn’t have the typical “throw everything away” approach towards music from the past neither the desire to turn everything around and build something new his own way; rather, he has a tendency to continue along the path that has been started by others before him, and to go on along the road of funk and soul. If you merge that with a great deal of talent for djing and an awesome taste for sounds that stand on the line between the classiest pop and the most dancefloor-friendly hidden gems, the result is extremely enjoyable sets, in which you shake your hips from the beginning till the end, with a huge smile upon your face and you even risk discovering some semi-unknown pearl, like the original version of Robin S'”Show Me Love” that completely got our voice exhausted recently in Milan.
Hi Nick, where are you now?
Hey! I’m chilling at my house in San Francisco.
Recently we’ve seen you here in Milan twice, first for the Wolf+Lamb showcase and then for the Soul clap records one, so I’d say we can officially consider you a member of the WL+SC family. How did you get in touch with the guys, and what does it mean to you to be part of a crew like this?
I sent a demo to Eli (of Soul Clap) a few summers ago. At the time I was living in Barcelona for the summer, dead broke, just making music all day everyday for three months. He fell in love with a few tracks and started playing them. The tracks were still rough and I still hadn’t really found my direction, so Eli and Charlie (Soul Clap) adopted me as their musical child and guided me to the light. I didn’t actually expect to be a part of the Wolf+Lamb crew, it just happened naturally. Gadi (W+L) and I were connected through Eli. We started talking and just got really close., I think it’s a Gemini thing. He and Zev (Wolf) have since become guiding mentors to me as well. This crew provides unlimited support. We all have very similar visions but each bring something so unique and special to us, so when we come together it’s like the X-Men or something. We’re more effective at spreading our message when we do so together. You can get down with the Crew Love movement at our new site crewlove.us.
Reading your bio I discovered you were born in ’90: I figured you were young, but I didn’t think you were that young. Something that striked me about your sets is that you often play music released when you were a kid, or possibly even before you were born: where did you get the taste for the period between disco and early house?
That’s a great question! I still don’t know myself, I should be playing electro or techno or something. I always thought I was born in the wrong decade. It might have something to do with my hip-hop/r&b background and the fact that the music was better back then, I mean everything that’s made now is just a re-interpretation of those early sounds, so why not just play the originals make them new and fresh again?
The affinity between your style and that specific period brings to mind some legendary people with Italian origins like you, such as Francis Grasso, Dave Mancuso or Nicky Siano: do you see yourself as following their footsteps?
I believe someone of my generation has to be repsonsibile for carrying the torch. Someone must continue their legacy and educate dancefloors. However, the goal is to do this in a modern way, otherwise there is no progress. So, it’s a challenge to integrate the old with the new and keep people sparked at the same time. This is a difficult task, but a noble one. I have big shoes to fill… not only Soul Clap’s, but their predecessor’s, all the while staying true to my message and my sound.
Still speaking about the past, i noticed in your bio that you started djing with hip hop and turntablism and you also collaborated with a maestro of that genre like DJ Qbert besides playing some hip hop here in Milan as well; how did your move to house happen? Do you see any common points, today, between the two scenes?
My move to house happened slowly and reluctantly. I hit a glass wall with hip-hop. I was DJing for a few hip-hop groups when I was like 16, at the time I feel like the DJ was becoming less relevant in Hip-Hop and the battle/turntablism scene wasn’t as fresh as it was, my heart is always in hip-hop, but I feel like I had to venture out to re-ignite my love for hip-hop. I started going to raves and exposing myself to house… eventually I found dirtybird one sunny afternoon at Golden Gate Park in San Francisco, they were bridging hip-hop and house in a really fresh way. At that point I really started making house, but I made house the same way I was making hip-hop, sampling mostly. I see the common points when I play hip-hop at clubs where people are expecting house and I get amazing reactions, so that says that people still crave it.
Listening to your sets and thinking to what we just said I’d say that you come out as an avid music researcher, someone able to spend days among old records looking for hidden gems; however we’ve also seen you live and we know you are a great party animal. So who is Nick Monaco really: a nerdy crate digger or a relentless rave driver?
This is a great question. I’m both! I’m learning that I need to balance both in order to be happy. After I party for a few days I need a few days by myself to re-gain balance and collect thoughts. Before I was gigging I was definitely on the nerdier end of the spectrum, but now I get to unleash all those hours in record stores and my bedroom with the world!
Lately you’ve been around Europe for a while: did you find it like you imagined it? What did you think of Europe from the other side of the ocean, both clubbingwise and in general? And what differences did you see between here and the US?
I’ve been to Europe a bunch before because my dad is Swiss/Italian so I’ve always gone and visited family over the years. But going to Europe as a DJ is a completely different story. It’s as hard to generalize about Europe as it is to generalize about the US, but I find that in Europe people are craving that American soul, which is why the parties work so well. Each city is so nuanced; but ultimately people catch onto the realness, it’s just a matter of constantly pushing our sound and agenda.
At this point, a question about your future projects is inevitable. What should we expect from you for the rest of 2013?
I’m working on an ep for the Wolf + Lamb sub-label Double Standard. Also, remixes for No Regular Play, Lee Webster, Kon, a bunch of edits, and a collaboration with Tanner Ross. Definitely another ep on Soul Clap Records too!
Final question: where did you get the amazing jacket you were wearing when you played in Milan?
The Crew Love stylist Jacques Smith (jacques-smith.com). Catch him at a Crew Love party near you.