Sascha Borchardt era scettico riguardo ai party techno ed eccolo ora tra gli artisti di spicco della famiglia CLR, un’etichetta che, musicalmente parlando, non va per il sottile. Da quel primo approccio con la techno inizia a prendere forma “Monoloc”. La prima produzione (“In a Haze” su Smallroom) sotto tale pseudonimo arriva però solo nel 2008 insieme alla nascita della propria etichetta Smallroom Music. In quegli anni fa conoscenza del vicino di studio, un certo Chris Liebing, che lo inserisce nella propria scuderia, con la quale ora gira il mondo nei party CLR. In occasione dell’uscita, proprio su CLR, del suo primo album “Drift”, frutto di quasi due anni di lavoro, abbiamo scambiato qualche parola con lui.
Come ti sei avvicinato alla musica da club? E quando è nato Monoloc?
Ho iniziato ad interessarmi seriamente alla musica elettronica a 16-17 anni. Prima mi interessavo solo di rock ed hip hop! Alcuni miei amici mi hanno trascinato al mio primo party techno, ed all’inizio ero molto scettico sul fatto che potessi divertirmi ad un evento come quello. Oggi penso: “grazie a Dio ci sono andato”. Son rimasto sbalordito fin dal primo minuto da ogni cosa. Le persone, la musica ed il fatto che non sembrava avere importanza chi eri e ciò che avevi. Solo un paio di settimane dopo ho avuto il mio primo incontro con due giradischi ed ho trascorso i mesi successivi cercando di mixare due dischi. Dopo la prima sensazione di successo ho iniziato a comprare dischi regolarmente. Ho fatto due lavori durante il mio apprendistato per essere in grado di permettermi tutti i vinili e per acquistare finalmente la mia prima coppia di 1210. Un anno dopo ho iniziato a suonare per una piccola stazione radio e nei bar. Ma questo non mi soddisfaceva, così ho iniziato a produrre la mia musica, e chi l’avrebbe mai detto – sono qui, 15 anni dopo, ancora a fare ed amare tutto questo!!! “Monoloc” è probabilmente nato al primo party techno che ho menzionato, ma il nome è comparso da qualche parte durante il cammino.
Come hai conosciuto Chris Liebing e come ti trovi nella famiglia CLR?
Nel 2006 ero stanco di produrre dal salotto o dalla cantina, così sono andato alla ricerca di uno studio adeguato ed ho avuto la fortuna di trovarne uno che era appena diventato disponibile nel mio quartiere a Francoforte. L’ho affittato e mi sono trovato con Chris Liebing e Brian Sanhaji come vicini di studio. Dopo un pò abbiamo scoperto i nostri interessi musicali in comune ed gradualmente ho iniziato a far parte del gruppo CLR. È stato veramente bello come tutto si sia sviluppato perché CLR è come una grande famiglia. Tutti noi abbiamo relazioni molto amichevoli l’un con l’altro, con lo stesso obiettivo e divertendoci molto assieme. Tutto questo è molto importante per me, e non credo che si sarebbe sviluppato in questo modo positivo senza quest’atmosfera incoraggiante e collettiva. Faccio parte di CLR da ormai 4 anni e mi sento in ottime mani!
Invece come procede il tuo progetto personale, l’etichetta Smallroom Music?
Ho messo Smallroom Music in pausa dall’anno scorso, poiché al momento non riesco proprio a trovare il tempo per dedicarci il 100% dell’attenzione che richiede. Forse vi saranno un paio di release nel 2013, ma non voglio promettere nulla e sarà una decisione spontanea.
Da poco è uscito il tuo nuovo album “Drift” proprio su CLR: a cosa ti sei ispirato, quale filo conduttore hai seguito per la sua realizzazione? Quanto tempo e lavoro hai dedicato a tale album?
Mi ispiro a tutto ciò che accade nella mia vita ed a tutta la musica che ho ascoltato prima e sto ascoltando ora. Dopo l’uscita di vari singoli, remix ed EP, due anni fa circa mi sono sentito pronto per iniziare a lavorare ad un album e mi sono preso tutto il tempo necessario. Questo è anche il motivo per cui non vi è molto da ascoltare di mio nel 2011. È stato molto importante per me iniziare il lavoro con la mente libera e senza fretta. Non volevo produrre tutto in una volta, che guardando indietro è stata una buona decisione perché penso che ogni traccia ha avuto il tempo e l’attenzione per maturare e diventare una singola entità. Volevo fare qualcosa che non avevo fatto finora pur rimanendo fedele alle mie radici techno ed un album mi ha dato la possibilità di realizzare questo. L’ho chiamato “Drift” perché qua e là mi sono allontanato dal mio solito suono, sperimentando nuove idee, ma penso senza diventare troppo sperimentale. L’aiuto più grande per me è stato il non avere un piano in particolare, smettere di pensare e semplicemente seguire il ritmo. In tutto ci ho messo circa un anno e mezzo per finire tutto.
Sei appena stato in Italia: innanzitutto come è andata la serata? Che differenze hai trovato rispetto alla tua Germania, come possiamo crescere in termini di club culture?
Sono sempre molto felice di poter suonare in Italia. C’è molta energia nei club e le persone amano veramente far festa. Un altro aspetto degno di nota che ho notato l’ultima volta che sono venuto a suonarvi è stato il fatto che il club era già imballato alle 23:30, una cosa che difficilmente puoi provare in Germania.
Come ti prepari per una serata? e che equipaggiamento utilizzi per i tuoi set?
Sul palco utilizzo un Mac Book Pro, Traktor Pro 2, una scheda audio Hammerfall RME ed il mio controller Allen&Heath K1. Mi preparo nel senso che dormo abbastanza prima di dormire e mangio qualcosa di adeguato. Mi reco sempre al club due ore prima del mio set per sentire com’è l’atmosfera ed il mood delle persone, per regolarmi un poco e decidere come partire col mio set. Ed a parte un sacco di acqua, mi faccio anche una birra ogni tanto.
Per concludere: quale traccia pensi che potrai suonare da qui a 20 anni?
Ci sono talmente tante tracce e non sono proprio in grado di sceglierne una.
English Version:
Sascha Borchardt was skeptical about the techno parties and here he is now among the foremost artists of the CLR family, a label that, musically speaking, it isn’t fussy. From that first approach with techno music began to take shape “Monoloc”. The first release (“In a Haze” Smallroom01) under that name comes only in 2008 with the birth of his own label Smallroom Music. In those years he met his studio neighbor, a certain Chris Liebing, which places him in its scuderia, with which he now travels the world in the CLR party. On the occasion of the release, right on CLR, of his first album “Drift”, the results of nearly two years of work, we exchanged a few words with him.
How did you approach to club music? And when is born Monoloc?
I started to become seriously interested in electronic music at the age of 16 – 17. Before I only cared about rock and hip hop! Friends of mine kind of dragged me to my first Techno party, and in the beginning I was very sceptic if I could have fun on an event like this. Today I think – thank God that I went. I was completely stunned from the first minute on – by absolutely everything. The people, the music and the fact that it did not seem to matter who you were and what you had. Only a couple of weeks later I had my first encounter with two record players and then I spent the next few months trying to mix two records. After the first feeling of success I started to buy records on a regular basis. I had two jobs next to my apprenticeship to be able to afford all the vinyls and to finally buy my first pair of 1210s. One year later I started to play for small radio stations and in bars. But this alone did not satisfy me, so I also started to produce my own music, and who would have predicted this – here I am, 15 years later, still doing and still loving it !!! “Monoloc“ was probably born on this first Techno party I mentioned, but the name just came to me somewhere along the way.
How did you met Chris Libing and how you find in the CLR’s family?
In 2006 I was tired of producing in the living room or in the basement, so I was looking for a proper studio and was lucky to find one that had just become available in my neighborhood in Frankfurt. I rented it and found myself with Chris Liebing and Brian Sanhaji as my studio neighbors. After a while we discovered our musical common ground and I gradually became part of the CLR crew. It is really nice how everything developed because CLR is like a big family. We all have very friendly relations with each other, the same goal and loads of fun together. All this is very important for me, and I don´t think everything would have developed in the same positive way without this encouraging and collective vibe. I am with CLR since four years now and I feel in very good hands!
Instead, how’s going your personal project, the Smallroom Music label?
I put Smallroom Music on hold since last year, as I currently just don’t find the time to give it the 100% of attention it would require. Maybe I will have a couple of releases in 2013, but I would not want to promise anything and will decide this spontaneously.
Recently has been released your new album “Drift” on CLR: what inspired you, which idea you followed for its realization? How much time and effort have you dedicated to this album?
I am inspired by about everything that happens in my life and all the music I have listened to before and I am listening to now. After various single, remix and Ep releases, around two years ago I just felt ready to start working on an album and I took all the time I needed. That´s also why there was not much else to hear from my side in 2011. It was very important for me to start the process with a clear mind and no rush. I did not want to produce it all in one go, which looking back was a good decision as I think that each one of the tracks has had the time and attention to mature and become an individual entity. I wanted to do something that I had not done before while still staying true to my Techno roots and the album format gave me the opportunity to realize this. I called it “Drift” as here and there I kind of drifted away from my usual sound, trying out new ideas, but I think I managed not to become too experimental. The biggest help for me was not to have a proper plan, to stop thinking and simply go with the flow. Altogether it took me around one and a half years to finish it.
You’re just been in Italy: first, how was going the gig? Which differences did you find compared to Germany and how we can grow in terms of club culture?
I am always very happy to be able to play in Italy. There is a lot of good energy in the clubs and the people really love to party. Another remarkable aspect is that when I visited you to play last time, the club was already packed at 23:30, something you hardly ever experience in Germany.
How do you prepare for a gig? and what equipment do you use for yours set?
On stage I use a Mac Book Pro, Traktor Pro 2, a Hammerfall RME sound-card and my Allen & Heath K1 Controller. I prepare in the sense that I sleep enough before I play and I also have some proper food before. I always go to the club around two hours before my set to feel the vibe and the mood of the people, to adjust myself a little to it and decide how I start my set. And apart from loads of water I have a beer once in a while.
Finally: which track you think you can play now and for the next 20 years?
There are many tracks and I can’t really pick a single one.