Chi scrive deve confessare di essere andato negli ultimi tre anni sempre più ossessivamente alla ricerca ed all’ascolto di vecchi vinili e cd di artisti come KLF, Orb, Global Communication, B 12, Pete Namlook e Mixmaster Morris che, intorno all’inizio degli anni ’90, avevano dato vita ad una specie di rivoluzione musicale raccogliendo l’eredità lasciata dalla psichedelia e dai pionieri dei synth di anni ’70, sfidando i dogmi dei dancefloor e rompendo le barriere temporali con le loro lunghe, ipnotiche e beatificanti esplorazioni sonore. Gli svedesi Sebastian Mullaert e Marcus Henriksson, ovvero i Minilogue, sembrano volere ripercorrerne le orme aggiungendo inevitabilmente un taglio tutto contemporaneo. Il loro nuovo secondo album si intitola “Blomma” ed esce per la label di Sven Väth, la Cocoon. Un lavoro questo che colpisce per l’ambizione e l’ampio respiro dei brani contenuti. Abbiamo avuto modo di intervistare il duo per farci raccontare la loro visione della musica elettronica.
Innanzitutto mi piacerebbe sapere come avete cominciato a fare musica assieme e se, dal momento che venite da tue tipi di background diversi, c’è un modo preciso in cui vi dividete i compiti quando si tratta di comporre e registrare in studio?
Sebastian: Un background è sempre presente, non è qualcosa di statico e penso che sia qualcosa che ci segue costantemente lungo il corso della nostra vita. Differenti aspetti del nostro passato sono più o meno importanti per ciò che ci succede in questo preciso momento. Io ho un tipo di formazione musicale più classica se paragonata a quella di Marcus ma è passato molto tempo da allora e non è una cosa che ha una particolare importanza quando sono in studio (anche se lo ha avuto in passato). Oggi Marcus si esprime come musicista tanto quanto me ed io sono un rave fan e dj tanto quanto lui. Come ho già detto, il tuo vissuto è sempre presente e c’è sempre un motivo per cui le cose succedono ma nel processo creativo di “Blomma” un approccio importante è stato quello di non prestare attenzione al passato ed al “perchè?” ma piuttosto unire le forze per essere capaci di vedere l’oggi, sentirlo, esserlo ed essere capaci di esprimerlo come musicisti. Quando suoniamo assieme cerchiamo di non restare imprigionati in certi ruoli o compiti precisi ma invece lasciamo che a guidarci sia il feeling del momento. “Cosa mi sento di fare ora?” In ciò che facciamo questa è una domanda più importante che il chiedersi “Chi è quello che piu si presta a fare questo ora?” Acolta e percepisci, mantieni una apertura verso il processo interiore, sii onesto verso cio che vedi e lascia che la creatività sia presente nella musica. Credo che sia piuttosto difficile parlare di queste cose, stiamo ancora imparando e scoprendo cosi tanto dentro e fuori di noi stessi (e nel momento in cui queste due dimensioni diventano una cosa sola).
Il vostro precedente album “Animals” era diviso in due parti, una dance e l’altra ambient. Con “Blomma” sembra che vi siate decisi a non scendere a compromessi e seguire la vostra creativitá, includendo per esempio senza interruzioni una traccia lunga 45 minuti. Trovo che sia coraggioso da parte vostra andare contro la corrente non applicando il vostro lavoro a nessuna formula predefinita. Avete voluto rilasciare una specie di statement? Fare con questo una specie di dichiarazione di indipendenza creativa?
Marcus: Non era nostra intenzione affermare un qualsiasi tipo di statement realizzando lunghi brani musicali senza interruzione. È stato piuttosto un naturale sviluppo nostro processo creativo credo. Nel corso degli anni abbiamo iniziato a notare che facevamo musica razionalmente piuttosto che in maniera emozionale. Abbiamo cercato di trovare il modo di essere più diretti e di esprimere i nostri sentimenti del momento. Suonando dettati dai sentimenti invece di pensare a ciò che stiamo suonando. Lasciando scorrere i sentimenti nudi e crudi e senza mediazioni… ci sembra sia più vero, diretto e soprattutto più divertente! Nelle nostre teste esistono pensieri dualistici. Buono e cattivo, sopra e sotto, destra e sinistra. Così quando componevamo la musica partendo da questo tipo di mentalità dualistica sentivamo la necessità di decidere sei cio che scrivevamo ci piaceva o no. Non che sia sbagliato pensare a cio che suona bene e ciò che suona male ma così ci si limita ad una sola dimensione dell’universo. L’aspetto temporale dell’universo. Quando sentiamo ed esprimiamo dal momento presente succede qualcos’altro, qualcosa che sta “al di fuori” della dimensione temporale. L’esperienza extra-temporale ha altre qualità se paragonata alle qualità temporali. Credo che la creatività appartenga alla dimensione extra-temporale e poter esprimere questo tipo di creatività senza usare la mentalità dualistica credo sia una benedizione.
Avete avuto totale libertà dalla parte della vostra label Cocoon o avete incontrato qualche resistenza?
Sebastian: Marcus ed io abbiamo lavorato molto nel concederci libertà, ed è stato un interessante, duro e bellissimo viaggio. Essere liberi in amore, e lasciare liberi, è un modo di condividere l’amore. Sentire di non essere libero e sentire di trattenere ed ostacolare qualcuno nel essere libero può essere duro e triste… Io ho provato entrambi e so perche amare è così bello. Dal momento in cui abbiamo preso contatto con la Cocoon quando abbiamo pubblicato l’album “Animals” non ho mai sentito nessun tipo di controllo o resistenza da parte loro. Per questo album gli abbiamo semplicemente spedito il demo e l’artwork e loro se ne sono innamorati. Sono molto grato per questa liberta, sento che la Cocoon ci ama in maniera profonda.
Mi piacerebbe sapere come avete lavorato alla produzione di “Blomma”. Mandate tracce audio in loop o registrate intere sessions live e poi eventualmente aggiungete delle nuove parti. Oppure usate altri tipi di tecnica di scrittura, registrazione e produzione?
Marcus: Durante gli anni abbiamo collezionato campioni per la nostra libreria. Questa libreria contiene ogni genere di materiale sonoro: melodie, hi-hats, linee di basso, drums, parti vocali, discorsi, abbaiare di cani, il canto degli uccelli, c’è davvero di tutto. Abbiamo raccolto tutti questi samples per tonalità e tempo. Così quando registriamo una nuova traccia usiamo questa libreria di suoni e ne facciamo un loop. Sopra il tutto aggiungiamo sintetizzatori, drum-machines ed altri strumenti. Premiano il tasto “record” e ci suoniamo sopra. A volte la registrazione va avanti per ore mentre altre abbiamo finito in una decina di minuti. Tutto dipende da quanto siamo in grado di liberarci dai nostri pensieri e qualche volta non ci riusciamo. Collezioniamo un sacco di queste registrazioni. Quando ci sentiamo di avere abbastanza materiale riascoltiamo il tutto e scegliamo le parti che ci piacciono di più. La maggior parte di questo materiale è rozzo e non editato e puo capitare che ci siano parti di una traccia mixati in maniera troppo strana così decidiamo di escluderla, ma per la maggior parte le tracce non vengono rimaneggiate. Così ciò che ascoltiamo è la testimonianza delle emozioni provate il giorno in cui abbiamo effettuato quella registrazione.
I suoni che avete usato nell’album sono molto organici, alcune parti sembrano suonate da strumenti acustici trattati mentre altre da percussioni dal vivo o perfino da campane. Ci raccontate qualcosa riguado la vostra strumentazione?
Sebastian: Il set-up principale per le nostre improvvisazioni è quello che usiamo per le esibizioni live. Per alcune sessions abbiamo aggiunto dei sintetizzatori o altri strumenti ma la maggior parte di ciò che viene suonato è quello che quello che usiamo dal vivo sul palco. In un certo senso è limitante non usare il resto dell’armamentario in studio, ma questo tipo di limitazione è stata importante per il processo creativo di “Blomma”, lasciarlo così come era. Dal vivo usiamo due tipi di set-ups simili (uno per Marcus e uno per me). Il software principale è Ableton da cui suoniamo strumenti e samples, questi vengono arrangiati ed editati con un mixer Allen & Heath Xone 4D (per ogni uno di noi), il suono viene mixato nel 4D e dentro al mixer facciamo anche entrare i synths analogici e le drum machines che usiamo.
Certe parti di “Blomma” mi hanno fatto pensare ad alcuni classici dell’ambient come Brian Eno o Tangerine Dream. Ho trovato anche una certa affinità con alcuni album recenti, per esempio l’ultimo Pantha Du Prince and The Bell Laboratory o “Voices From the Lake” di Donato Dozzy e Neel. Chi sono i vostri artisti e dischi preferiti di quel genere?
Marcus: Mi piacerebbe poter fare il nome di un favorito ma è impossibile. C’è così tanta musica fantastica e tutto ha il momento più giusto per l’ascolto. Quando ascolto musica a casa scelgo secondo il mio umore e l’ambiente che mi circonda. Brian Eno, Biosphere, diversi tipi di musica etnica hanno interessanti atmosfere ambient, il canto degli uccelli. Adesso so quale è il mio favorito… il suono della natura senza interferenze da parte degli esseri umani è il mio brano ambient preferito!
Sono intrigato dal fatto che continuate a vivere nella vostra terra d’origine, la Svezia, e più precisamente a Malmoe. Come è la scena musicale lì?
Marcus: Viviamo ad un ora d’auto di distanza da Malmoe, in campagna. Personalmente non seguo molto la scena musicale al momento, ma ho sentito che a Malmoe c’è un grosso movimento culturale se rapportato alla sua effettiva grandezza. In un certo senso Malmoe è la Berlino di Svezia.
Ho l’impressione che vi piaccia alternare tra labels, generi, progetti e collaboratori. Ci sono altri progetti e collaborazioni paralleli a Minilogue nel prossimo futuro?
Marcus: Abbiamo il nostro altro progetto Son Kite. Per quello stiamo lavorando ad un album al momento. Ci piace prendere ispirazione da ogni genere di musica e collaborazioni. Divento facilmente impaziente se faccio la stessa cosa troppo a lungo… Credo che sia perche ho bisogno di cambiamento!
Sebastian: Da quando abbiamo aperto la porta a diversi aspetti di improvvisazione musicale è diventato molto più semplice lasciarsi andare e fare si che diverse collaborazioni prendano vita. Un aspetto del essere disponibili è anche la possibilità di tenere le porte aperte e restare ricettivi, la cosa difficile è solo scegliere le porte giuste senza farsi prendere dalla fretta. Nell’ultimo paio di anni abbiamo dato vita a delle improvvisazioni con l’artista giapponese Kuni (forse organizzeremo con lui una nuova session quest’anno) e con Mathew Jonson. Quest’anno mi pare che abbiamo in programma cinque shows insieme a lui ed alcuni giorni nel mio studio in campagna. Ma come ho gia detto, lasciamo la porta aperta per quanto possiamo e qualsiasi cosa può succedere in qualsiasi momento senza che io me l’aspetti.
Promuoverete “Blomma” dal vivo? E se si, con quale tipo di show?
Sebastian: Continueremo a suonare musica live fin quando ne sentiremo il bisogno. Non diamo troppi concerti perchè sentiamo che il giusto equilibrio nella nostra quotidianità sia importante, oltre a mantenere la passione sempre viva ed i nervi ben salvi. Dal momento che il nostro live set ha lo stesso tipo di strumentazione con la quale “Blomma” è stato registrato, si potrebbe dire che presentiamo “Blomma” ogni volta che saliamo sul palco, ma il suono di questo “Blomma” cambia di volta in volta. Ogni “Blomma” (dallo svedese “Fioritura” ndr.) è la manifestazione del momento, ma il fiorire stesso va al di lá.
Ci sono remixes o edits più orientati verso il dancefloor in previsione per ciò che riguarda le tracce di “Blomma”?
Sebastian: Potrebbe essere una possibilità. Io sono disponibile.
English Version:
I must confess that in the last three years I obsessivelly looked for and listened to old records and cds from artists like KLF, Orb, Global Communication, B 12, Pete Namlook e Mixmaster Morris. Around the early ’90s they started a sort of musical revolution following the legacy of psychedelic rock and the pioneers of synth music from the ’70s, breaking dogmas and bounderies with long mesmerizing and blissfull musical explorations. The swedes Sebastian Mullaert and Marcus Henriksson aka Minilogue, seem to follow the same blueprint adding inevitably a more contemporary touch. Their new second album called “Blooma” is getting released by Sven Väth’s label Cocoon and it’s scope and ambition are immediatelly impressive. We had the chance to interview the duo to know something about their vision of electronic music.
First of all, I would like to know how did you start making music together and, since you come from two different kinds of backgrounds (a classical musical education for Sebastian, while Marcus is the out and out rave fan and dj of the duo), if there’s a precise way you share the tasks when you write and produce in studio?
Sebastian: A background is always there, the background is not something static and I think it follow us on our journey of life. Different aspects of the background are more or less important to the things happening right now. I have a more classical background compared to Marcus but it was so long ago and I don’t feel that it matter in our studio work anymore (it for sure did at some points), today Marcus expresses himself as much with instruments as I do and I dj and I´m a rave fan as much as Marcus is. Like I said, there is always a background and there is always a reason why things happens, but in the creative process of “Blomma” an important approach have been to not put attention to the past, to not pay any attention to the “why?” but gather power together to be able to look at what is now, to feel it, be it and let it be expressed through us as musicians. When we jam we try not to get stuck in certain roles or tasks but let the feel of the moment lead us. What do I feel for doing now? Is a question that’s more important in our work than “Who is most suitable to do this now?”. Listen and feel, keep an openness to the inner processes, be honest to what we see and let the flow/creativity be precent in the music. I think it’s very hard to talk about these things, we’re still learning and finding out so much more within and outside ourselves (and the moment when it merge).
In its cd’s version, your album “Animals” was divided in two halves. A “Dance” and an “Ambient” one. With “Blomma”, it seems you decided to make no compromises at all and go where your creativity was leading you, for example including an unedited 45 minutes long track. It seems to me you wanted to make a bold and brave statement, going against the grain even, not applying to any kind of pre-defined formula… What do you think about it?
Marcus: It was not our intention to make a statement by doing long unedited music. It was more of an natural development in the creative process I think. Over the years we started to notice we where thinking music more than feeling it. We started to talk about how we could be more direct and express our feeling in the moment. We wanted to play what we feel instead of thinking what to play. Letting the feelings we have inside of us come out unedited and raw… it felt more real and direct… and most important… much more fun! The thoughts in our heads are dualistic. Good and bad. Up and down. Right and left. So when we where writing out music from the dualistic thinking mind we always had to judge if we like what we where doing or not. It’s not wrong to think what is a good sound and what is a bad sound but it’s limited to only one dimension of the universe. The time aspect of universe. When we feel and express more from the present moment something else is happening… something that is “outside” of the time dimension. The experience outside time has other qualities compared to the qualities in time. I believe creativity belongs to the timeless dimension and to be able to express this timeless creativity without the dualistic thinking mind is a blessing!
Did you get total freedom from your label Cocoon or did you get any resistence from their side?
Sebastian: Marcus and I have been working a lot with giving each other freedom and it’s been an interesting, hard and also wonderful journey. To be free is love, and to let things be free is to share love, to feel when you’re not free and to feel when you hold on to something and hinder that to be free can be hard and sad… I felt both and I know why love is so beautiful. Since we first got in contact with Cocoon when we released our album “Animals” I never felt any control or any resistance from their side. For this album we just sent them the demo and the artwork and they loved it. I’m very thankful for this freedom, I feel that Cocoon love us in a deep sense.
I would love to know how you worked at the production of “Blomma”. Did you edit and loop audio tracks or did you record entire live sessions and then eventually overdub? Or did you use any other kinds of writing, recording and production techniques?
Marcus: Over the years we have collected samples to our library. This library have all kinds of stuff in it… melodies, highhats, basslines, drums, voices, talks, dogs, birds… you name it. We have put all these samples in key and tempo. So when we record a track we use this library of sounds and make a loop out of it. Then we add synthesizers, drum-machines and other instrument on top of the loop. Then we press record and then we just play. Sometimes the recording went on for hours and sometimes we did a recording in ten minutes. It all depended on how much we could let go of our thoughts and sometimes we couldn’t. We did a lot of recordings. So when we felt that we had enough material we listen to it all and picked out the parts we where feeling for. Most of the stuff is unedited and raw but sometimes there where parts of the track that had been mixed a little bit too weird and then we had to take that part out. But almost all is unedited. So what you hear is the original feeling from that day we did the recording.
The sounds you used for the album are very organic, some parts seem to come from treated acoustic instruments while others from live percussions or even bells. Can you tell us something about the gear and the instruments you used?
Sebastian: The main set up for the improvisations have been our live equipment, for some jam sessions we added a few extra synths or instruments but most of what’s been played is what we use live on stage. In some ways it was very limiting to not use the rest of the muscles in the studio, but this limitation was also important for the process of “Blomma”; to let it be as it is. In our live rig we have two quite similar set ups (Marcus one and I one). The main software is Ableton Live, from where we play software instruments and samples; these are arranged and edited with an Allen & Heath Xone 4d mixer (one each), the sound is routed to the mixer part of the 4D and into this mixer we also route all the analog synths and drum machines that we use.
Some parts of “Blomma” made me think about some Ambient classics like Brian Eno or Tangerine Dream. I found a certain affinity with more recent albums like the last Pantha Du Prince and the Bell Laboratory or with“Voices From The Lake” by Donato Dozzy and Neel. Which are your favourite artists and records when it comes to the Ambient side of electronic music?
Marcus: I would love to say one favorite but it’s impossible. There is just so much amazing music and everything have it’s own time. When I listen to music at home I choose from my mood and the mood of the surrounding. Brian Eno, Biosphere, different kinds of native music have interesting ambient vibes, birdsong. Now I know my favorite… the sound of nature without human interference is my favorite ambient track.
I’m intrigued by the fact you still live in your homeland Sweden and more preciselly in Malmoe. How’s the music scene there?
Marcus: We actually live an hour drive outside of Malmoe. In the countryside. I personally don’t follow the music scene so much at the moment. But I have heard that Malmoe have a lot of culture compared to it’s size. Malmoe is like Sweden’s Berlin in some ways.
You seem to enjoy switching between labels, genres, projects and collaborators. Are there any “extra-Minilogue” projects and collaborations in the next future to come?
Marcus: We have our other project named “Son Kite”. We’re working on an album with that at the moment. We love to get inspiration from all kinds of music and collaborations. I easily get restless if I do the same thing too long… I need change I think!?!
Sebastian: Since we opened the door for different aspects of improvisation it has become much easier to follow the flow and let different collaborations take place. One aspect of being open is the possibility to keep doors open, to be an invitation to what appears in the now and to let something enter that door; the hard point is not to rush into all the wonderful and interesting doors that you keep open. One of these improvisations we’ve done together with japanese artist Kuni (maybe we will do a new session this year) and the live improvisations we’ve done with Mathew Jonson the last couple of years. This year I think that we’ve scheduled five shows together with Mathew and a few days in my new studio in the country side. But like I said, we let the doors open as much as we can and something can happen the next day without me knowing it now.
Will you promote “Blomma” live? And if yes, with which kind of show?
Sebastian: We will continue to play live as much as we feel for, we don’t take too many gigs since we feel that the balance in our daily life is very important, and also the importance to keep the passion and nerve for playing live. Since our live set is the same as the set up “Blomma” was recorded, you could say that we present a “Blomma” each time we play, but how this “Blomma” sounds like differ from time to time… each “Blomma” is a manifestation of its time, but the blooming itself is beyond.
Are thereany remixes or more dancefloor oriented edits of “Blomma” in the pipeline?
Sebastian: That sounds like a possibility. I’m open for that.