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[tab title=”Italiano”]La prima cosa che mi viene risposta quando chiedo un’opinione su Mathew Jonson è ‘la sua musica è un viaggio’. Non c’è da chiedersi il perché. Ogni brano è una costruzione, una maglia di registri che si intersecano creando architetture complesse, figlie di una progettualità maniacale. L’aria berlinese ha stinto i colori di certe sfumature, ma le nuove sonorità algide hanno rinnovato ulteriormente il suo stile personale. Jonson infatti riesce a dare ordine al caos e mantenere intatta la propria personalità. Un talento multiforme ha anche bisogno di spazio per potersi manifestare. Diversi infatti sono i progetti artistici di cui fa parte: Cobblestone Jazz, the Modern Deep Left Quartet, Midnight Operator. Allacciate le cinture quindi e scegliete la proposta di viaggio che preferite! Imperdibile il suo live a Bologna, venerdì 3 ottobre, dove lo si potrà gustare al roBOt festival, per festeggiare i 5 anni di Soundwall! Qui sotto la vostra Lonely Planet, con info condite da sense of humor q.b.!
Qual è stato il tuo approccio alla musica?
Il mio approccio è stato come quando cucino per una festa tra amici.
Come vedi oggi la scena canadese?
Mutek e New Forms sono due gran bei festival. Open Studios è valido: questo è l’unico posto in cui suonerei a Vancouver.
Adesso stai a Berlino, cos’è cambiato?
Passo in volo circa 6 ore a settimana contro le 45 di quando vivevo a Vancouver, questo perché gran parte del mio lavoro si svolge qui in Europa.
Che strumenti usi quando fai il live e come i tuoi stati d’animo influiscono sulla performance? Quello che succede quando suoni davanti alle persone è trovare una connessione e seguire i flussi di energia estemporanei o segui una sorta di tuo storytelling?
Uso qualche drum machine e synth insieme a dei controller, effetti, un computer e il mixer. Non penso a qualcosa di particolare mentre suono semplicemente lo faccio e basta. Se inizi a pensare a quello che stai facendo mentre sei nel processo creativo, per la mia esperienza, disperdi energia. Possiamo dire quello che ci pare sulla musica e i sintetizzatori ma in realtà quando si tratta di suonare niente di tutto ciò ha più molta importanza secondo me.
E quando produci? Software?
Non voglio sembrare uno che non vuole rispondere, ma il punto è che davvero ci sarebbero troppe strumentazioni da elencare. Posso dire quali sono i miei preferiti: VCS3, MKII, CS-60, Jupiter 6 e Prophet 5. Guarda, probabilmente la risposta migliore sarebbe: date un occhio al mio “Tech Talk” fatto per Slices, lo trovate su YouTube, potete farvi un’idea da soli su tutta la faccenda. Per quanto riguarda i software, uso Ableton, Logic e Soundforge.
E’ vero che hai una predisposizione per l’analogico più che per il digitale?
Mi piacciono entrambi, è che ciascuno ha differenti usi. Però utilizzo tutt’e due. Gli strumenti analogici con oscillatori, filtri e quant’altro controllabili specificatamente avranno comunque sempre qualcosa di speciale, qualcosa in più rispetto a strumentazione tipo DCO o i synth digitali. Il punto è che con gli strumenti analgofici i cambi timbrici sono morbidi, quando cambi manualmente i parametri, e questo è qualcosa che dal punto di vista del suono fa la differenza, molto più piacevole e molto più “naturale” piuttosto che quello che viene fuori quando scali i parametri in un setting digitale. L’impronta del digitale si avverte parecchio quando la risonanza è ritagliata sul filtro. Credo che il Sequential Circuits Prophet 12 è il primo synth che offra una risoluzione ad alto livello coi filtri digitali Curtis in dotazione. Va di sicuro nella giusta direzione, anche se si tratta sempre di sequenze di uno e zero versus corrente elettronica. Un altro grande problema è che non c’è un synth digitale o un DCO (l’oscillatore digitalmente controllato) che riesca a reagire bene a movimenti veloci delle manopole o del fader. Hanno sempre un po’ di lag, quindi cambi veloci non sono possibili e questa è una cosa che limita molto la tua possibilità di espressione.
Qual è il tuo rapporto con il tempo? Te lo chiedo perché più di una volta ho letto riferimenti temporali nei titoli dei tuoi pezzi. Sembra sia un argomento centrale. E pure le tue tracce, sono un trip spazio/temporale. Dove vuoi portarci?
Immagina una nave da crociera con le ali che vola intorno a una galassia fermandosi su piccoli pianeti per farsi una nuotata e sedersi in spiaggia.
I tuoi pezzi nascondono un messaggio o preferisci rimangano pura e libera interpretazione?
Alcuni raccontano delle storie, nel senso che riflettono la mia vita e altre sono semplicemente forme di espressione. Alcuni sono solo dei beats da ballare e non hanno nessun significato o scopo diverso da quello. Altre volte è più una esplorazione meditativa. Dipende da come mi sento quando vado in studio, presumo.
Quale fra i tuoi pezzi più ti rappresenta? E quale pensi abbia avuto più successo?
Tutti mi rappresentano. Sono me, alla fine. Anche quelli che non usciranno mai. Trovo difficile invece misurare il successo.
Panna cotta è il mio dolce preferito. Ora sono curiosa ma perché panna cotta?
Ho voluto scegliere un nome italiano perché Marco Carola è stato l’unico dj che ha suonato questo brano per anni ed è uscito proprio grazie a lui (e, naturalmente, per il fatto che la gente ha iniziato a mandarmi i video di YouTube di lui che la suonava, chiedendomi di farla uscire). Ho pensato però che il brano suonasse troppo simile alle altre versioni che avevo fatto a quel tempo per quello che l’uscita è stata rimandata.
La tua vena creativa non si limita ad un progetto solo. Cobblestone jazz, the Modern Deep Left Quartet, Midnight Operator e Minilogue. Come ti esprimi nei diversi progetti e che tipo di soddisfazioni ti danno? Cosa di te c’è di diverso in ognuno di questi?
In MDLQ mi concentro sul creare buona linee di basso e batterie sul palco. Siamo in quattro, lì, quindi intervengo in modo selettivo, non devo fare tantissimo. Con Midnight Operator, piazzo le strutture ritmiche sopra qualsiasi cosa mio fratello Nathan (Hrdvsion) stia creando col laptop. Con Minilogue, invece, tutti fanno tutto e ci organizziamo ad istinto, mentre suoniamo… Lì è come fare un viaggio nello spazio.
Nell’immaginario comune la vita da artista è considerata dissoluta, uso di droghe, promiscuità ecc… come vivi in questo ambiente e qual è il tuo rapporto con la normalità?
Credo che molti musicisti durante la loro adolescenza e intorno ai 20 anni affrontino tutto ciò ma dopo un po’ quello che davvero si vuole è essere sani, divertirsi e passare il maggior tempo possibile in studio. La gran parte dei ragazzi che conosco che vanno in tour in questo periodo hanno fidanzate, mogli e famiglia. Le cose elencate nella domanda passano di moda dopo un po’.
Con chi vorresti collaborare?
Rihanna o Lady Gaga.
Nella tua esperienza, quali sono il luoghi in cui hai suonato che ricordi maggiormente e perché?
Ce ne sono troppi.
Qual è un evento al quale vorresti partecipare come spettatore?
Mi piacerebbe vedere Prince in concerto. Mi sembra sempre di perdermelo quando è in tour.
Sei un collezionista di vinili? Quali sono i tuoi negozi di dischi di fiducia?
Lo sono. Compro spesso da Spacehall a Berlino perché loro hanno tutto quello che serve. La mia collezione di drum and bass è probabilmente quella che ho raccolto con maggior difficoltà fra quelle che ho. Ho iniziato a collezionare dischi dagli anni ‘90.
Etichetta che segui da sempre?
ECM.
Suonerai al roBOt questo ottobre in occasione dei 5 anni di Soundwall. Cosa ti aspetti? Come la vedi la scena in Italia?
Mi diverto sempre molto quando vengo in Italia e credo che i party siano sempre molto spassosi.
Quali sono le tue prossime mosse?
Ho in progetto molte collaborazioni. Ho appena fatto un remix con Heartthrob per Seth Troxler, ho qualcosa downtempo in corso d’opera con Magda, nuovi album in vista per Cobblestone e MDLQ. Sempre in movimento.[/tab]
[tab title=”English”]When I ask for an opinion on Mathew Jonson, the first answer is ‘his music is a journey’. It’s no wonder why. Each song is a construction, a grid of registers that intersect themselves creating complex architectures, daughters of a maniacal planning. The air of Berlin has washed the colors of some shades, but these new icy sounds renewed further his personal style. Jonson bring order to the caos and keep intact its personality. A multifaceted talent also needs space to show itself. Are in fact different artistic projects to which he belongs: Cobblestone Jazz, the Modern Deep Left Quartet, Midnight Operator. Fasten your seatbelts and then choose your best trip! Do not miss him in Bologna, Friday, October 3rd, where you can enjoy his live at roBOt festival, to celebrate the five years of Soundwall! Here below your Lonely Planet, with some info topped by a pinch of sense of humor!
What is your approach to music?
I approach it like cooking a large feast for my friends.
What do you think of the Canadian scene?
Mutek and New Forms are really great festivals. Open Studios is also something special. That’s really the only place I’m interested in playing in Vancouver.
Now that you’re in Berlin, what has changed?
I fly about 6 hours a week in vs the average 45 hours I flew while living in Vancouver. Most of my work is here in Europe.
What equipment do you use when you play live and how your moods affect performance? What happens when you play in front of people: do you want to find a connection with the crowd, following the flow or is more a storytelling?
I use a few drum machines and synths along side some controllers, effects, a computer and a mixer. I don’t really think about anything when I’m performing I just do it. If you start analyzing what you are doing while being creative in my experience it just sucks all the kinetic energy away. We can talk all we want about music and synthesizers but when it actually comes to playing the music none of it really seems to matter anymore in my experience.
What synth do you use, which tools do you use when you produce? What about the software?
I don’t want to sound uninterested in the question but actually there are too many pieces to list. My favorites though are my VCS3, Sk1 MKII, CS-60, Jupiter 6 and Prophet 5. I would say the answer is better you just check my Slices “Tech Talk” feature on YouTube and see for yourself. As for software I like Ableton, Logic and Soundforge.
Why do you have a predisposition towards the analog instruments rather than digital?
I like both analog and digital synths for different purposes. I rely on both. Analog instruments with specifically voltage controlled oscillators, filters and envelopes are very special though as the resolution will always surpass something digitally controlled like a DCO or a digital synth. Basically you hear smooth changes of timbre when perimeters change and this is much more pleasing to the ear and organic sounding than listening to a resolution between zero and one hundred and twenty seven steps in the majority of digital equipment. This digital stepping is very apparent when the resonance is turned up on the filter I think the Sequential Circuits Prophet 12 is the first synth to offer and higher resolution on the digitally controlled Curtis filters they use. Its a step in the right direction of course but it still comes down to ones and zeros vs an electrical current. Also one big problem is that there is still no digital or DCO (digitally controller oscillator) synth available that can keep up with fast fader or knob movements. They always lag behind so fast changes are not possible and this amounts to a big loss when applied to your musical expression.
What is your relationship with time? I ask it because I read more than once temporal references in the titles of your tracks. It seems to be a central topic. And even your tracks are a sort of space/time trip. Where do you want to bring us?
Imagine a cruise ship with wings that flies around the galaxy stopping at small planets to go for a swim and sit at the beach.
Your songs hide a message or you prefer that they remain pure and free interpretation?
Some have stories in the sense they reflect my life and others are simply pure forms of expression. Some are just beats to dance too and don’t have any meaning or purpose other than that. Sometimes it’s more of a meditative exploration. It just depends what I feel like doing when I get to the studio I guess.
Which of your tracks represent you better? And what do you think has had the most success?
They all represent me. They are all me after all. Even the ones that will never be released. As for measuring success I find this to be something quite difficult.
Panna cotta is my favorite dessert. Now I’m curious: why panna cotta?
I wanted to give it an Italian based name because Marco Carola was the only dj playing this track for years so it really ended up being released because of him (and of course the fact that people started sending me YouTube videos of him playing it and asking me to release it). I thought the track sounded too similar to the other releases I made at that time so it ended up being shelved.
Your creativity is not limited to a single project. Cobblestone Jazz, Minilogue, Modern Deep Left Quartet, Midnight Operator… How you express yourself in different projects and what kind of satisfaction they give you? What about you is different in each of these projects?
In MDLQ I focus on writing good bass lines and drums on stage. There are four of us up there so I try and play sparse. With Midnight Operator I bash drums over whatever my brother Nathan (Hrdvsion) is doing on his laptop. And with Minilogue we all play together and feel things out along the way. It’s more like taking a journey to outer space.
In common imaginary the life of an artist is considered dissolute, drug use, promiscuity, etc… how do you live in this environment, and what is your relationship with normality?
I think many musicians while in the teenage years and twenties go through this but after a while all you really want todo is be healthy, have fun and spend as much time in your studio as possible. Most of the guys I know that are touring these days have girlfriends, wives and families. The things listed in your question get old after a while.
Who would you like to collaborate with?
Rihanna or Lady Gaga.
In your experience, what are the venues where you’ve played that you remember the most and why?
There are too many.
What is an event that you would like to participate as a spectator?
I would like to see Prince in concert sometime. I always seem to miss it though when he tours.
Are you a collector of vinyl records? Do you have some favorite record stores?
I am. I shop mostly at Spacehall in Berlin because they have everything you need. My drum and bass collection is probably the most prized out of what I have. I’ve been collecting since the 90s.
Label that you always follow as a music lover.
ECM.
You’ll play at roBOt festival here in Italy for the 5th anniversary of Soundwall. What do you expect? How do you see the scene in Italy?
I always seem to have a great time when I come to Italy. I think the parties are a lot of fun.
Future projects. What’s your next step?
Lots of collaborations. Just did a remix with Hearthrob for Seth Troxler, have some downtempo things happening with Magda, new Cobblestone and MDLQ records. Always moving.[/tab]
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