Danny Wolfers a.k.a. Legowelt parla del suo prossimo album, “The Paranormal Soul”, dell’importanza delle principali etichette house e techno olandesi e del suo amore per i sintetizzatori italiani.
Hai appena pubblicato su Clone il tuo nuovo album “The Paranormal Soul”. Potresti parlarcene un pò per cortesia?
Beh, è una collezione di tracce che ho fatto nell’ultimo anno, un suono che abbraccia tutti gli stili che hanno influenzato la mia carriera, seppur reinterpretati con un approccio più avanzato… quindi ci son elementi Detroit techno, UK rave, Chicago house, IDM stile Aphex Twin.
Interrogato al riguardo delle bizzarre storie dietro a molti dei tuoi album, una volta hai detto: “Si, effettivamente c’è una storia dietro ad ognuna delle mie uscite”. Beh, allora, qual’è la storia dietro a “The Paranormal Soul”?
Uhmm beh questo non ha effettivamente una storia… Sto cercando di tenermi distante da questa storia di spiegare i concetti… E’ una questione che riguarda una più alta dimensione di magia e fantasia che sarebbe difficile descrivere in parole.. The Paranormal Soul è solo una collezione di tracce che ho fatto negli ultimi 1 o 2 anni e principalmente messe assieme da Serge di Clone… Gli ho dato 25 tracce da scegliere e lui ne ha fatto la sua selezione quindi in parte quest’album è anche suo figlio.
Durante la settimana dell’ADE hai suonato @ Trouw all’evento di Clone x Delsin x Rush Hour. Il fatto che il club principale di Amsterdam affidi una delle 2 serate principali del week end dell’ADE agli imprinti locali più importanti in tema di house e techno, credo la dica lunga sull’importanza che gli olandesi danno alla loro scena e sono curioso di sapere anche la tua impressione sull’attuale scena olandese.
Si è molto buona, ha radici qui sin dagli anni ’90 e credo che Clone, Rush Hour, Delsin etc… siano solo che il naturale seguito di quanto abbia iniziato a svilupparsi in quegli anni… seppur comunque non tenda a vederlo come un fenomeno musicale olandese, Rush Hour, Delsin, Creme, Bunker, IFM hanno infatti sede in Olanda ma pubblicano un sacco d’artisti internazionali ed un sacco di loro fan arrivano da tutto il mondo. E credo che il fatto che queste etichette abbiano sempre avuto una visione molto internazionale sia anche dovuto al fatto che la scena olandese sia in fine molto piccola.
Parlando dei diversi nomi sotto cui hai pubblicato musica durante gli anni, un giorno hai detto: “Nella mia mente è come se ogni progetto fosse condotto da una persona diversa”. E’ un qualcosa di dovuto allo stato emotivo in cui sei quando approcci lo studio o è un solo un espressione del tuo ben noto ecletismo?
Non so quella è probabilmente una risposta data a caso… E’ solo questione d’ecletismo, non c’è alcun particolare motivo per cui dovrei lavorare su certi progetti un giorno e su altri ancora un altro, per me è solo lavorare su qualcosa.
Tra le dozzine di tracce che hai composto, riusciresti a scegliere le 3 più importanti e dirci perchè son così importanti nello sviluppo della tua carriera?
Uhmm questa è una domanda difficile perchè non ne ho veramente idea.
Dai programmi che usavi utilizzare ai tuoi debutti alla contemporanea esplosione dei softwares digitali, che è cambiato durante gli anni nella relazione che Danny Wolfers ha con la produzione musicale?
Alla fine credo che tutto si ricongiunga, sin dagli esordi nei primi anni ’90 ho sempre usato computers. Ho iniziato con un Commodore Amiga che ancora utilizzo, è ottimo per il MIDI sequencing e le capacità di campionamento son fantastiche. Poi ho iniziato a lavorare con Atari ST ed ora ho pc’s Mac and altre cose tutte combinate con i sythetizers analogici. Io non discrimino o giudico chi usa hardwares o softwares, per me è tutto lo stesso e si ha bisogno di entrambi alla fine. La maggior parte dei synths analogici è solo un’insieme di chips di computer posti in una scatola diversa da quella di un pc.
Alcune settimane fa sei stato invitato a suonare allo showcase di Hessle Audio al Motion Festival di Bristol. Coglierei quindi l’occasione per chiederti la tua opinione sulla rinascita della scena UK e generalmente parlando, qual’è il tuo giudizio generale al riguardo dello stato di salute della scena elettronica contemporanea? La trovi in buona forma?
In tutta onestà non son molto aggiornato sulla rinascita della scena UK, son un grande fan di Actress, che è probabilmente la forma più avanzata e futuristica di musica al momento nel settore ed effetivamente si, arriva dagli UK, quindi in fine si potrebbe dire si, un sacco di cose molto emozionanti stanno succedendo.
Quali son i tuoi piani futuri dopo l’uscita dell’album ed il tour promozionale che ti vedrà girare il mondo nelle prossime settimane (ndr Legowelt sarà in Italia il 26 Gennaio ed il 9 Febbraio)?
Continuerò a girare e a suonare pressochè in tutto il mondo, quello è un qualcosa che nn si ferma mai, come il lavorare a nuovo materiale per progetti differenti… Voglio fare un album G-funk soul e sto lavorando ad un progetto latin freestyle.
Dulcis in fundo, che ci puoi dire della tua releazione con l’Italia e la sua cultura?
Mi piacciono i sintetizzatori italiani. Negli anni ’80 voi italiani producevate dei grandi sintetizzatori ma purtroppo verso i primi anni ’90 tutta l’industria a questi collegata è scomparsa. Ho appena comprato un synth BIT 99 fatto da Crucianelli e Marchetti (Crumar) nella metà degli anni ’80 e disegnato da Mario Maggio, la stessa persona che ha disegnato il leggendario, il cult ELKA synthex synthetizer… E’ veramente figo e non nascondo infatti che son ancora alla ricerca di una GEMS2 o S3, un synth italiano degli anni ’90 con alcuni bellissimi suoni space ambient.
English Version:
Danny Wolfers a.k.a. Legowelt talks about his forthcoming album “The Paranormal Soul”, of the importance of the main house and techno dutch labels and of his love for Italian synthetizers.
You’v just released on Clone your new album “The Paranormal Soul”. Could you please talk us about it?
Well its a collection of tracks I made in the past year basically, a sound that encompasses all styles that have influenced me in my career and try to make it a bit more advanced…so there is elements of Detroit techno, UK Rave, Chicago House, Aphex Twin style IDM, dreamy techno stuff.
Questioned about the bizaree back stories on the many of the albums you’ve released, once you’v sayed that: “There is a background story to every release, yes.” So, what’s the story behind “The Paranormal Soul?”
Uhmm well this one doesn’t really have a story actually… I try to move away from this exploitation story concept a bit….to a more higher dimension of deep magic and fantasy that isn’t so fabricated…the Paranormal Soul is just a collection of tracks I made the past 1 or 2 years mostly put together by Serge from Clone…I gave him like 25 tracks to choose from and he picked the album sort of its his baby too.
During the ADE week you’v played @ Trouw for the Clone x Delsin x Rush Hour event. The fact that Amsterdam’s main club gives one of the 2 main nights of the ADE week end to the most important House and Techno Dutch imprints, i think it says a lot about the importance the locals give to their own scene and i’m curios to know your take on the these days Dutch scene.
Yeah its pretty good, it has been rooted in the 90s Holland has always had a good scene for electronic dance music so the Clone Rushhour Delsin etc. is just a continuation of that I guess…but I don’t see it much as a dutch scene its more international, all these labels like Rushhour Delsin Creme Bunker IFM etc. are based in Holland but they release a lot of international artists and a lot of the fans come from all over the world…I guess the vision of these labels always has been much more international cause if the scene would be only in Holland it would be very small.
Talking about the several names under which you’v released music along the years, once you’v sayed that “in my mind every project is runned by a different person”. Is this something related to the mood you’r into when you approach the studio or is it just an expression of your well known ecletism?
I dunno thats probably just some random interview answer…by all means its just that ecletism and there is no real special why or what I will work on certain projects on certain days its just simply working on stuff.
Between the dozens tracks you’v done could you please pick the 3 most important and tell us why are they so relevant in the development of your carrier?
Uhmm thats a difficult question cause I have no idea really.
Since the programs you were used to work with at your debuts to the these days explosion of digital softwares, what has change along the years in Danny Wolfers relationship with music production?
In the end I guess it comes down to the same thing, I have used computers always in the beginning in the early 90s I started with the Commodore Amiga which I still use its great and tight for MIDI sequencing and the sampling capabilities are awesome. Then I got an Atari ST too and now I have PC’s and Mac and stuff all running combined with hardware synths…I don’t discriminate or judge about the difference between hardware and software its all the same for me and you both need it in the end. Most synthesizer hardware is just a bunch of computer chips in a different box anyways.
Few weeks ago you’v been invited to play at the Hessle Audio showcase at Motion festival in Bristol, so i’d catch the chance to ask you your take on the resurgence of the UK scene and generally talking re the these days state of the electronic music scene… Do you find it in good shape?
I really don’t know much about the resurgence of the UK scene, I am a big fan of Actress, that is probablly the most advanced new futuristic music right now and that comes from the UK so yeah lots of exciting things happening.
Which are the plans after the album release and the promotional tour which will see you touring the world in the next weeks?
Well I will be touring still playing gigs everywhere that never stops working on a lot of new material different projects….I want to make a G-funk soul album and I am working on some Latin Freestyle music.
Last but not least, what about your relationship with Italy and its culture?
Uhmm well I like Italian synthesizer. In the 1980s Italy produced some great synthesizers, that industry has completely disappeared in the late 80s/90s for some reason I just bought a BIT 99 synthesizer made by the Crucianelli and Marchetti (Crumar) factory in the mid 80s designed by Mario Maggi the same guy that designed the legendary cult ELKA Synthex synthesizer…its pretty cool I still want to get a GEM S2 or S3 an italian synthesizer from the 1990s with beautifull space ambient sounds.