Non sappiamo se la precisione con cui Andrea Comparin, in arte Munstac, ha scelto le parole della sua intervista abbia qualcosa a che fare con il suo modo di fare musica o se sia figlia di una meticolosità tipica del suo carattere, certo è che tanta attenzione e tanta cura non sono cosa comune. Prova di una sensibilità particolare, figlia di un legame profondissimo con una passione nata giovane e che, attraverso varie e totalizzanti fasi, l’ha portato alla nascita del progetto Munstac con cui si sta facendo conoscere tra gli appassionati e gli addetti ai lavori.
Oggi vi presentiamo questo giovane vicentino dalle idee molto chiare, certi che la sincerità di certi passaggi non passerà inosservata. Buona lettura e buon ascolto!
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Ogni fase della mia crescita musicale ha avuto i suoi pilastri, ma metto sicuramente primo fra tutti “Live at Pompeii” dei Pink Floyd. Un disco che tuttora potrei ascoltare per giorni in loop. Eterno.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Sono sempre stato molto introverso, ma anni fa molto di più: facevo fatica a relazionarmi con gli altri o a farmi capire. Ho cominciato a suonare con degli amici d’infanzia e scrivere musica per conto mio, la cosa che mi piaceva di più è che in quel modo riuscivo a comunicare, a fare sentire la mia voce e ad esprimermi in maniera naturale. È stato questo che mi ha portato ad approfondire il lato artistico. Poter comunicare con gli altri.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Non ho mai avuto veri momenti di crisi con la musica, piuttosto è sempre stata lei a salvarmi dai miei momenti difficili. Cerco sempre di imparare, dare il massimo e rialzarmi. La musica in tutto questo ha un ruolo fondamentale sia fruirla sia scriverla.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Sicuramente il primo progetto elettronico “Deeohdee”, con il quale a soli vent’anni mi son trovato a girare dischi in uno dei festival più grandi del mondo, l’Exit Festival a Novi Sad (Serbia). In quella fase con il mio socio abbiamo cercato di identificare un’estetica che rappresentasse entrambi, un suono unico, caldo e con una chiara idea in mente – epicità. Volevamo avere un’identità forte ma era tutto fatto nel privato di un garage: non avevamo grandi aspettative, volevamo solamente comporre qualcosa che durasse per sempre, ma per noi stessi. Ora viviamo in due continenti diversi ma ogni tanto andiamo avanti con un pezzo in continua estensione e durata che racchiude le esperienze delle nostre vite e quindi in continua evoluzione.
Tutto ciò che sono ora è un’estensione di quello che ho vissuto in quel periodo. Il gusto estetico, il modo di fare, l’attenzione ai dettagli. Son tutte cose che ho appreso in quel frangente e su cui mi baso per migliorare me stesso.
Poi ho registrato “Sound of Palladio” il primo EP ufficiale di Munstac uscito in vinile per la label Londinese Never Ready Records. Questo mi ha fatto avere il supporto di artisti come KiNK, Jamie Jones, Klose One, Danny Daze e MJ Cole. Nel febbraio 2017 mi sono laureato in musica elettronica presso il conservatorio di Vicenza. Lì ho potuto confrontarmi con molti artisti e persone del settore che mi hanno spronato a sviluppare estetica e mezzi compositivi.
Vado molto orgoglioso, poi, della mia residenza al Totem Club di Vicenza (soprattutto nelle serate Qùn e From Disco To Disco), nel quale ho potuto fare molta gavetta e suonare al fianco di artisti molto importanti della scena elettronica.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
In realtà non mi capita spesso di stare all’aria aperta, ma fin da piccolo ho una passione che è quella di salire nelle torri e ascoltare il suono delle campane. Il suono di questi strumenti, è estremamente complesso ed interessante infatti la mia tesi di laurea al conservatorio si è basata proprio su questo argomento. Purtroppo essendo sempre impegnato con le serate riesco ad andarci poche volte.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Come detto prima cerco di non avere rimpianti ma di imparare dal passato e uscirne più forte con una maturità che prima non si aveva. Se devo proprio trovare un rimpianto è di non averci creduto del tutto in alcuni progetti del passato che ad oggi alcuni ancora citano. Questo però mi ha portato a dedicare tutto me stesso in Munstac.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Pink Floyd “Live at Pompeii”
Prodigy “Music for the Jilted Generation”
Nicolas Jaar “Space Is Only Noise”
Hans Zimmer “Inception – OST”
Burial “Kindred EP”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Film: “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, “Mr. Nobody” e “Pi”. Invece come documentario, anche se non recentissimo, vorrei consigliare “PressPausePlay”, un bellissimo ritratto dei vantaggi e dei rischi della democratizzazione culturale
Libro: “1984” – oggi sempre più attuale
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Poter comporre la colonna effetti e sonora dei Visual Mapping della Basilica Palladiana (Vicenza). Porterò sempre nel cuore quel momento, ho avuto l’opportunità di entrare nella storia della mia città.
A livello personale il brano che ho composto per la tesi di laurea.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Riconsiglio il documentario sopracitato.
La mia ormai routine è più di quattro ore al giorno in ricerca e documentazione.
Personalmente penso che la democratizzazione culturale abbia fatto molto per noi artisti emergenti in quanto la nostra musica non sarebbe mai arrivata (almeno non così velocemente) a promoters, dj giornalisti ecc….Tuttavia se non sei all’altezza in quel momento rischi di danneggiare la tua immagine, che, senza girarci molto attorno, conta molto oggi; sia se sei della più ricercata nicchia di intellettuali sia se sei l’artista più mainstream del momento.
Consiglio solo di curare ogni singolo dettaglio, avere un’identità forte ed essere coerenti ma il tutto in maniera naturale; bisogna essere se stessi. Qualunque sia il proprio stile.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Mi tengo in contatto con molti degli artisti che sono passati per Vicenza e mando loro spesso musica per avere anche dei feedback. Daniela Mana, Elisa Bee, Claudio Coccoluto, DJ Spiller, Fango, Corrado Bucci, Cosmo, sono persone eccezionali che mi hanno dato moltissimo da vari punti di vista. Devo anche ringraziare Martelo che ha suonato parecchie tracce mie in NTS e Spatial con il quale uno remixa le tracce dell’altro sempre per la label inglese per cui produco.
Invece per quanto riguarda la mia zona sicuramente Buffa Doc Dj, Dax e Ale Forte. Comunque, oltre a loro, mi confronto moltissimo anche con i miei amici più stretti che seguono la comunicazione del mio progetto: Massimiliano Trevisan, Jonathan Hamilton e Alberto Provolo. Senza di loro non avrei fatto nulla.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Mi è capitato di suonare ad un rave in mezzo alle montagne in cui persone si arrampicavano sui tetti delle case attorno. Era selvaggio, libero, quasi primitivo. Indimenticabile.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Spesso penso che non investiamo abbastanza sulla cultura e che sempre meno strutture insegnano l’arte della musica. Ma noi resistiamo. Teniamo duro e andiamo avanti, ringrazio quei promoters che dedicano tutto loro stessi a questo. Una nota positiva: sono molto contento che ultimamente nei club si sentano più sonorità nostrane. Artisti italiani, di spessore, si stanno facendo rispettare sempre di più a livello internazionale.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Il 20 aprile uscirà per Never Ready Records un EP di Spatial nel quale c’è un mio remix. I feedback sono positivi e non vedo l’ora esca. Come Andrea Comparin sto lavorando ad un album di Colonne Sonore con organico orchestrale classico più una piccola parte di elettronica. E poi, la grande “incompiuta” con il mio amico sotto Deeohdee che uscirà quando ne saremo entrambi soddisfatti, quindi forse mai!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.