Spesso e volentieri in Giant Steps ci occupiamo di talenti che si possono tranquillamente inquadrare tra le fila di quelli che di solito si chiamano “cervelli in fuga”, italiani che pur di riuscire a coltivare la propria arte si sono trasferiti nella Londra o nella Berlino di turno: MarcoAntonio Spaventi è uno di questi, ma la sua storia ha alcune differenze con quelle che siamo abituati a sentire o a raccontare. Al posto di Londra o Berlino infatti c’è Amsterdam, e al posto di un percorso esclusivamente artistico c’è anche una professione, quella del sound engineer, di cui si parla solo raramente ma che è assolutamente cruciale nel fare in modo che le tracce che apprezziamo quotidianamente suonino come suonano; in questa professione Spaventi è senza dubbio una delle eccellenze mondiali. Tra i nomi che si avvalgono regolarmente della sua maestria nel far suonare al meglio la propria musica, infatti, ci sono pesi massimi come Tom Trago, Delta Funktionen e Juju & Jordash, ma anche etichette il cui nome passa spesso per le nostre pagine come Delsin e Dekmantel e brand al di fuori del music business come Comedy Central. Se però riducessimo la sua attività solo al mastering engineering gli faremmo un torto, visto che Spaventi Dazzurro è anche un eccellente produttore, come testimoniano le sue uscite su Secretsundaze e M>O>S fatte di quell’house croccante e sexy che siamo abituati a sentir suonare da Moodymann, o da Theo Parrish.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Scott Joplin – Maple Leaf Rag. Come capita a molti, da bambino ascolti quello che i genitori ascoltano, così mio papà suonava molto jazz e classica. Quel pezzo in particolare mi aveva colpito, esattamente quel tipo di rivelazione così inconsapevole e importante!
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Quando da bambino ho toccato i tasti del piano e ne sono rimasto immediatamente affascinato. Quella sensazione inspiegabile di poter creare dal nulla.
Passo a margine: quali sono stati I momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
La musica è per me una cosa molto emotiva e intima, ho passato diversi momenti bui nella mia vita e così la musica ne ha risentito, allo stesso tempo però è (stata) anche fonte di energia e ricrescita.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
Quando mi sono trasferito ad Amsterdam, da li è stata una evoluzione naturale che continua tuttora.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Adoro gli amici e la mia famiglia. Una bella serata a ridere e scherzare fa bene allo spirito e alla creatività, o il calore della famiglia quando torno a Roma di tanto in tanto. Poi uno cerca di essere completo il più possibile quindi sport, lettura, films, cibo e cultura… ma poiché il mio lavoro e la mia passione coincidono è difficile trovare tempo per tutto.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Nessuno. Bisogna puntare avanti, non guardare indietro.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Herbie Hancock – The Headhunters
Aphex Twin – Selected Ambient Works 85-92
The Cure – Seventeen Seconds
The Doors – LA Woman
Tribe Called Quest – Low End Theory
Poi ce ne sarebbero altri mille.
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Libro: Charles Duchassois – Flash Katmandu
Film: Blade Runner – Film e colonna sonora indimenticabili!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Deve ancora uscire, è un album che ho terminato alla fine dello scorso anno e che uscirà in un paio di mesi! Si chiama “viaggi”, ci ho messo tanto a finirlo ma ora è perfetto. Uscirà su Pizzico in italia e distribuito da Bordello a Parigi qui in Olanda.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Cerco di sfruttarne i lati positivi, Facebook per esempio è pieno di scemenze però il primo motivo per cui è nato secondo me è ancora valido, mettere la gente in comunicazione in maniera semplice ed efficiente, senza barriere di spazio o tempo. Certo bisogna metterci molto impegno per non rimanerne risucchiati (dal web in genere) e filtrare tutta l’immondizia che c’è. Però, per esempio, il fatto che si possa immediatamente trovare qualunque info su qualunque disco (vedi Discogs) e sentirlo pure, mi pare geniale no?
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ce ne sono tanti, i miei amici di Roma con cui ho iniziato, diversi amici qui ad Amsterdam e Berlino. La musica underground ha di positivo che accomuna gente con passione sincera e non con sete di fama o guadagno. Per non parlare della comunità nerd che circola intorno alle macchine vintage o ai processori per il mix e il mastering in studio.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Situazioni assurde NON musicali lasciamole perdere perché non basterebbe un libro… Musicalmente direi: qualche anno fa, facevo parte di un progetto piuttosto commerciale. Mi occupavo della parte tecnica e in qual modo artistica, suonavo sul palco con un dj. Per farla breve mi son trovato a suonare all’Heineken Music Hall qui ad Amsterdam, di fronte a 5000 persone… non scherzo, una marea di gente. E’ stata una sensazione indescrivibile, un misto di tensione, entusiasmo, incredulità ma più che altro mi ha fatto veramente capire che quel che volevo e che mi piaceva fare era suonare la mia musica, non quella di altri. Fare il dj è divertente ma son sicuro che tutti i music producer qui mi capiscono, se produci musica è diverso, è una propria espressione e il bello è poter trovarsi nella situazione di proporla ad altri, con i dischi o le esibizione live, poi se le persone son 50 o 5000 non cambia molto, vuoi sempre dare il meglio no?
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Che è un po’ chiusa, ma non è una cosa solo italiana, lo vedo in diversi paesi. Però allo stesso tempo mi pare fiorente ed è pieno di talenti!
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Uno è l’album di cui ho già detto, pronto per uscire. Poi ho un altro album in programma per la olandese M>O>S, è work in progress, poi diverse collaborazioni e qualche remix!
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Herbie Hancock “Vein Melter”. Dal disco “Head Hunters” che ho consigliato sopra. Uno dei pezzi più belli di tutti i tempi per me, così intimo, notturno e dal suono incredibile! Da ascoltare in macchina col finestrino aperto in una tiepida notte romana!