Con la costanza di chi mette il lavoro prima di qualsiasi sotterfugio o possibile scorciatoia, Bologna e i suoi “ragazzi” stanno lentamente tornando a fare la voce grossa, facendosi apprezzare in giro per l’Italia e imponendo il loro suono a suon di release una più sostanziosa dell’altra. Il duo Nudge (P!sta e Dumbo Beat), DJ Cream, DJ Rou e Jackie, ma anche il già più affermato Mattia Trani, sono solo alcuni dei nomi che con la loro musica stanno restituendo lustro a una città da sempre abituata a dettare le regole quando si ha a che fare con l’underground, di qualsiasi natura.
Per questa ragione è sempre bello – e stimolante – tornare sotto le due torri per dare una sbirciata ai club della città e capire se c’è qualcosa di eccitante cosa bolle in pentola. Come oggi: siete pronti ad iniziare la settimana con la musica degli Ex.society?
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che vi ha cambiato la vita? La primissima. Quella che vi ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Simone: Ce ne sono un poo’, ma ricordo che “Born Slippy” degli Underworld era sempre nel lettore CD mentre andavo a scuola e non potevo farne a meno.
Michele: Da ragazzino ascoltavo molto la radio e guardavo tantissimo MTV, e quando passavano “Canned Heat” dei Jamiroquai venivo attraversato da un brivido. Devo ammettere che ho anche cercato di imitare Jason Kay che ballava nel video, ma con scarsissimi risultati.
Passo numero due: quando avete capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della vostra vita?
Michele: Sinceramente non ricordo il momento esatto, ma ho capito tutto quando, da un giorno all’altro, mi sono ritrovato ad avere una vera e propria “vita di coppia” con la musica, fatta di litigi, discussioni, complicità e romanticismo. Gestire i propri impegni quotidiani, in base al tempo che voglio impiegare in studio, avere la musica come primo pensiero al mattino e come ultimo quando vado a letto, può sembrare un’ossessione ma è una delle pochissime cose che mi fa sentire vivo.
Simone: Molto semplicemente quando entrai la prima volta in club: le sonorità più definite, le frequenze più avvolgenti e vedere come le persone reagivano alla musica mi fece capire che quello era il posto in cui volevo stare e farne parte.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel vostro rapporto con la musica?
Simone: Non ci sono stati veri e propri momenti di crisi, abbiamo passato molto tempo a confrontarci per capire come portare avanti il nostro progetto e anche se ci sono stati momenti in cui non eravamo sempre d’accordo, siamo andati avanti.
Michele: Diciamo che vivo quotidianamente momenti di crisi, soprattutto in fase creativa, in particolare quando inizio un progetto nuovo e non riesco a realizzare nulla di soddisfacente. Trovare una soluzione o l’idea vincente diventa una vera e propria ossessione.
Forse il momento di crisi che ci accomuna, risale a circa due anni fa, quando nacque il progetto Ex.society e decidemmo di mettere in pausa momentaneamente le serate, e quindi la nostra relativa figura come dj, per concentrarci esclusivamente alle produzioni.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella vostra carriera?
Parlare di carriera ci sembra un poo’ pretenzioso anche perché abbiamo ancora tanto da fare e da dire. Essendo entrambi due ragazzi nati e cresciuti nella provincia di Bologna, ricevere messaggi di supporto da ogni parte del mondo non ci sembrava possibile. Il messaggio che ci colpì di più fu di un ragazzo tedesco che ci scrisse ringraziandoci per la nostra musica. Sapere che avevamo trasmesso delle emozioni anche a solo una persona, tanto da dirci “Grazie”, rese quel momento uno dei più importanti della nostra vita.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le vostre altre passioni? Come le sviluppate? Quanto tempo riuscite a dedicare loro?
Simone: Da qualche anno mi sono avvicinato al mondo dell’arrampicata sportiva, che mi permette di stare in mezzo alla natura e di liberare la mente.
Michele: Purtroppo il tempo da dedicare ad altro è davvero poco, ma quando posso cerco di tenermi aggiornato sulle nuove tecnologie e ovviamente da buon bolognese sono un’amante della buona cucina, ma per quello il tempo si trova sempre.
Passi perduti: quali sono finora i vostri più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Michele: Il mio più grande rimpianto è non aver continuato a studiare piano e non aver fatto conservatorio da piccolo.
Simone: A dire il vero non ho ancora avuto veri e propri rimpianti, mi sarebbe piaciuto avere più tempo da dedicare allo studio della musica.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo voi i cinque album (o brani) che consigliereste e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui volete bene o che stimate?
Simone:
Fela Kuti “Teacher Don’t Teach Me Nonsense”
Aphex Twin “Windowlicker”
Clara Mondshine “Luna Africana”
DJ Healer “Nothing To Loose”
Pete Rock “Lost & Found”
Michele:
Tony Allen ”Film Of Life”
Dave Brubeck “Take Five”
Suzanne Ciani ”The Velocity Of Love”
Ricardo Villalobos “Heike (Villalobos Mood Mix)”
Herbie Hancock “Rockit”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consigliereste?
Michele: Un libro che consiglio spesso, soprattutto alle persone appassionate di musica underground è “Last Love Parade” di Marco Mancassola. Nel libro si alterna la storia di un’amicizia tra due ragazzi che viaggiano verso le più famose capitali della vita notturna d’Europa, e interessanti cenni storici sulla nascita e l’evoluzione della musica techno.
Simone: Un libro che ho letto di recente e lo consiglio a tutti é “Le Otto Montagne” di Paolo Cognetti. Film che invece mi è rimasto molto impresso è “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora andate più orgogliosi?
Sicuramente l’ultimo EP che è in uscita in questi giorni su Dreamers Recordings. Premettiamo che fino ad ora ci siamo sempre autoprodotti, dandoci modo di fare davvero tutto quello che volevamo, quindi successivamente trovare persone che hanno creduto in noi, confermando le nostre scelte è stato davvero esaltante. Una di queste persone appunto fu Alessia Ceruti, proprietaria di Dreamers Recordings, che ascoltata la nostra seconda release ci chiese un EP per la sua nuova label.
Passi virtuali: come state vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Simone: Diciamo che non sono una persona che passa molto tempo su internet e sui social, ma credo che siano strumenti utili per la comunicazione e l’informazione. Purtroppo oggi ci sono molti casi che dimostrano un uso improprio di questo strumento e non so proprio cosa ci riserverà il futuro. Nel nostro caso mi piacerebbe parlasse la musica, che è l’unica cosa che conta per noi.
Michele: Se pensiamo a quanto sia facile grazie al web connettere persone, studiare e imparare non si può che pensare ad una cosa indispensabile. Purtroppo questo strumento nasconde un lato oscuro che fino a qualche anno fa non aveva colpito e condizionato le vite delle persone così tanto come ora. Anche se internet mette tutti sullo stesso piano rendendo tutti più “consapevoli”, “informati” e con la possibilità di esprimere la propria opinione, bisogna sempre prendere questo strumento con le pinze, dato che spesso ci mette davanti a fenomeni come i più recenti casi di fake news o delle migliaia di blogger che si improvvisano esperti di settore, demolendo il lavoro di professionisti.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui sentite più affinità, e con cui vorreste sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
La scena musicale bolognese è molto florida e per fortuna ci sono sempre più giovani musicisti. Trovo fantastico che artisti come Dino Angioletti, Fabrizio Maurizi e Ivan Iacobucci, che da ragazzini seguivamo assiduamente, ora siano diventati grandissimi amici, ma soprattutto una guida per noi e molti altri artisti. La cosa interessante di vivere in una città piena di artisti sono sicuramente gli stimoli e la voglia di fare sempre meglio. In città viene praticamente naturale fare “balotta” e confrontarsi con DJ Rou, DJ Cream, Jackie, Nudge, Jimbo, Monogram e il caro amico Ohmguru con cui abbiamo condiviso lo studio per diversi anni.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che vi è capitato di vivere?
Michele: Una decina di anni fa stavo mettendo i dischi un giovedì sera al Kinki di Bologna e dopo essermi girato per prendere un nuovo disco, un ragazzo che nessuno conosceva ha iniziato a mixare un disco, che tra l’altro aveva preso poco prima dalla mia borsa. Io non mi ero accorto di nulla fino a quel momento e quando gli feci presente dell’assurdità della cosa, mi pregò di mettere qualche disco, dato che c’erano molti suoi amici che erano venuti a sentirlo suonare.
Simone: Stavo suonando ad una serata alcuni anni fa e poco prima dell’orario di chiusura uno dei buttafuori mi fa cenno dalla pista di spegnere la musica, ma io non gli diedi molto peso e continuai a suonare. Poco dopo mi ritrovai davanti lo stesso buttafori che mi stacco la spina del mixer, interrompendo la musica e lasciando tutti di stucco.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più vi danno fastidio nella scena musicale italiana?
La speculazione che è stata fatta in questi ultimi anni sulla scena martoriando quello che in passato era così solido e godereccio. La gara ad attirare il più grande numero di avventori possibili, offrendo una scelta artistica che gira sempre intorno agli stessi nomi, ha messo in ginocchio l’intero sistema, distruggendo quelli che sono i principi fondamentali di questo ambiente, ovvero la socialità, la condivisione e ovviamente l’arte.
Passi che stai per compiere: quali sono i vostri prossimi progetti?
Stiamo lavorando alla terza release sulla nostra etichetta, che coinvolgerà altri musicisti e una bravissima cantante. C’è in cantiere anche un live, ma non sappiamo di preciso quando lo presenteremo.
Passi sinestetici: saluteci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Siamo pur sempre bolognesi!