Nato a Bari e adottato già da tempo da “mamma techno” Berlino, la primissima sensazione che traspare osservando Andrea Belluzzi è l’immensa passione per quello che fa, per l’attenzione e la cura ai minimi dettagli nei suoi set e per la coerenza della sua musica. Il grande senso di umiltà che gli appartiene e l’incredibile voglia di migliorarsi giorno dopo giorno, inoltre, miscelati ad hoc con lo stile ipnotico, crudo, a tratti old-school e prettamente da dancefloor del suo suono, stanno giocando un ruolo fondamentale nella sua crescita artistica, che pian piano lo sta catapultando alla ribalta del palcoscenico italiano ed europeo.
Fondatore di Groover Platz anni fa, e più recentemente di LIMITED, per il giovane dj e produttore pugliese è tempo di grandi ambizioni, e sebbene soltanto da poco abbia potuto finalmente catapultarsi nei suoi nuovi progetti, il suo patto con la musica è destinato a rafforzarsi e a rimanere sempre più saldo nel futuro, disco dopo disco.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Devo dire che in realtà le tracce che mi hanno spinto ad esplorare i vari generi musicali a cui mi sono interessato nella mia vita sono state moltissime, e sinceramente se c’è stata una “prima” non lo so, o perlomeno non ricordo. In ogni caso, ne cito una molto volentieri. Sto parlando di una traccia che mi fece ascoltare Dozzy, quando mi ero appena interessato alla musica techno (un bel po’ di anni fa).
Donato mi chiese: “Conosci Plastikman?”. Io risposi: “Solo di nome”. Allora prese, tra gli svariati che possedeva, un disco con copertina tutta nera e una striscia viola super minimale. Premette play e mi fece ascoltare “Consumed” (da cui l’album prende nome). Non so il perché e non so come, ma quella traccia mi catturò sin dal primo ascolto. Non sono un grande fan di Plastikman in realtà e sinceramente non lo seguo per nulla, ma la particolarità che trovai in “Consumed” mi sorprese davvero. A distanza di anni, mi sento costretto a dover ammettere che ancora oggi spesso ascolto quella traccia, e che l’effetto che mi fa è rimasto intatto dalla prima volta.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
A livello artistico sono nato come dj e solo dopo anni sono diventato anche produttore. Il mio primo mix lo feci all’età di quattordici anni, ma fondamentalmente ero così piccolo che quello era per me un hobby, niente di più. Avevo tante altre cose per la testa che mi distraevano…poi però col tempo svanirono e la musica rimase. E da hobby, si trasformò in parte fondamentale della mia vita.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Un grande momento di crisi, forse quello più importante, fu appena arrivai a Berlino dove, per un motivo o per un altro, dovetti obbligatoriamente lavorare in un bar e in un ristorante. Facevo due lavori contemporanemente e per più di un anno non ho avuto né il tempo né le energie per dedicarmi alla produzione o anche solo all’acquisto di dischi. Passato del tempo però, posso dire che proprio grazie a quel momento sono riuscito ad aprire la mia prima etichetta, Groover Platz e poi in seguito anche LIMITED.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti nella tua carriera?
Senza dubbio l’apertura di LIMITED ha avuto un suo peso nella mia carriera artistica, ma anche la release su una label come Synewave è stato un passo importante ed una gran bella soddisfazione.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Ho una vita abbastanza normale direi. Mi piace molto leggere, nuotare o andare al cinema, e quando il tempo lo permette qui a Berlino, di tanto in tanto, amo anche andare a correre in un parco a due passi da casa mia, oppure andare in bici. La mia più grande passione però sono i motori: sono nato e cresciuto in un posto in cui la gente è ossessionata da motocross, kart, moto ecc. ed è inevitabile il fatto che ogni volta che torni in Italia, mi ritrovi a girare con gli amici di vecchia data in pista o sullo sterrato.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Sinceramente non ho rimpianti, sono contento di quello che ho e vado avanti così per la mia strada. Però posso ammettere di aver creduto nelle persone sbagliate in passato e che ora ne sto pagando le conseguenze. Un errore riparabile, ma che mi dà l’impressione di aver perso del tempo prezioso.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Questa è davvero una bella domanda. Rimanendo nell’ambito della techno in ogni caso consiglierei queste cinque tracce/release che a me piacciono molto:
Donato Dozzy “Gol”
Steve Bicknell “Lost Recording #3” (la prima traccia dell’info Side)
Jeff Mills “Expanded” (traccia 45 giri sul logo side)
Emmanuel Top “Acid Phase”
Morph (Damon Wild & Dennis Ferrer) “X-Ex”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Io sono un tipo che si interessa alla fisica e dunque mi verrebbe da consigliare “Come io vedo il mondo” di Albert Heinstein, credo però potrebbe risultare un tantino noioso se non si condivide la mia stessa passione. Un libro un po’ più alla portata di tutti, potrebbe essere quello scritto da Albert Hoffman: “LSD,il mio bambino difficile”. Parlando di cinema invece, potrei consigliare “Il collezionista di ossa”, un giallo/poliziesco molto ansioso con Denzel Washington e Angelina Jolie; oppure “Mr. Nobody”, un film un pò più complesso ma davvero ben fatto. Aggiungerei inoltre l’intera saga di “Star Wars”, che a mio avviso ha comunque dato un ottimo contributo al genere sci-fi.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Un risultato di cui vado davvero orgoglioso (a livello di produzione) è la release su Synewave, un’etichetta leggendaria che credo abbia dato un ottimo contributo alla scena techno.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media online…
Io credo che il web sia un ottimo mezzo di divulgazione e condivisione di informazioni se usato nel modo corretto. Dal punto di vista musicale ad esempio, si ha la possibilità di inviare una traccia o un qualsiasi lavoro dalla parte opposta del mondo con un semplice click, promuovere eventi, situazioni, dischi, ecc. senza costi o comunque a costi ridotti.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
I miei idoli di sempre sono Luke Slater e Damon Wild. Al momento, essendo per me grandi fonti di ispirazione, mi sento molto affine a loro. Apprezzo tantissimo quello che hanno fatto nel corso della loro carriera, e che fanno tutt’ora. Con Damon ci scambiamo tracce, pareri, consigli. Siamo in buonissimi rapporti dopo la release sulla sua label (Synewave). Con Luke invece ho meno contatti, però ogni tanto suona le mie tracce e questo mi riempie d’orgoglio.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Molti anni fa mi invitarono in un club a suonare techno e insieme ai promoters eravamo davvero carichissimi. Poco prima della serata, mi portarono a vedere il club però, per un sopralluogo ovviamente, e istantaneamente a giudicare dall’allestimento, i colori dei muri ecc. ebbi subito un brutto presentimento. Quando ritornai nel club a serata iniziata poi infatti, tutti i dj prima di me stavano proponendo musica prettamente house. Poco dopo arrivò il mio turno, e io iniziai a suonare techno. In mezz’ora la pista si svuotò e ballare e a godersi la musica rimasero solo i promoters. Suonai per un’ora circa e poi chiesi al dj che doveva iniziare dopo di me se aveva voglia di attaccare perché non aveva davvero senso continuare a suonare in quella situazione.
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Preferirei non parlare di questo argomento. Ogni persona/gruppo si crea la propria situazione seguendo i propri criteri e i propri principi, dunque se va bene a loro va bene anche a me.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Vorrei iniziare ad organizzare showcases di LIMITED in giro per l’Europa e non solo a Berlino, come sto già facendo, e poi concentrarmi proprio sulla mia label. Ho tanti in progetti in testa e buone releases pianificate, una delle quali sarà un vinile tutto mio. Spero che questa mia uscita riesca comunque a soddisfare il pubblico di LIMITED, anche perché non seguirà il basic-concept di della label impostato sui various artists, ma sarà la prima release ad artista unico. Mi auguro che questa novità non interrompa la serie positiva che l’etichetta sta avendo.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.