Si torna a parlare dell’etichetta Nang! qui su Soundwall. A poche settimane di distanza dalla nostra intervista al duo Baldelli & Rocca, ci occupiamo di Brioski, un altro produttore/dj italiano che per la pubblicazione del suo album d’esordio si è accasato con la label, britannica di fatto ma decisamente “italo” per vocazione. Perfetta sistemazione per il nostro Claudio Brioschi, milanese di nascita e dj di lunga data che nelle sue produzioni si muove tra questi questi due (ed altri) mondi musicali, come ci racconta in questa intervista nella quale si parla anche della sua passione per le colonne sonore e “l’analogico”.
Il tuo album “Hype Nothing” presenta multeplici interessanti sfaccettature. Le prime due tracce, “Bang Clap” e “Daily Invasion” mi hanno fatto pensare alle colonne sonore di John Carpenter, piú in generale comunque a musiche da film. “Front Angle” in alcuni passaggi sembra addirittura ispirarsi al progressive rock degli anni ’70. Ci sono ascolti del genere nel tuo background?
Sono molto affascinato dalle colonne sonore dei film, soprattutto da quelle dei poliziotteschi italiani. John Carpenter è stato sicuramente tra i miei ascolti recenti, come anche Giorgio Moroder o Franco Micalizzi: grandi compositori di colonne sonore. Mi fa piacere che tu me lo abbia chiesto, perchè in effetti l’idea in alcuni brani tipo ‘Daily Invasion’ e anche ‘Palm Springs’ è stata quella di sonorizzare idealmente una pellicola di fine anni settanta in una chiave più dancefloor italica: pizza, spaghetti e… un pò di bacon! Front Angle è un pò questo e un pò il fatto che ho suonato e amato praticamente tutti i dischi di Emperor Machine: sono un suo grande fan. Per quanto riguarda i miei ascolti in ambito prog rock ti dirò che le sonorità di Alan Parson Project, Pink Floyd o quelle più krautrock di Tangerine Dreams, mi acchiappano molto, anche se non sono un conoscitore infervorato del genere.
“Last Day Here” e soprattutto “In My Flat” sembrano incarnare l’anima più festaiola e danzereccia del disco. C’è la tua esperienza pluriennale di dj dietro l’ispirazione per quei due brani?
Sicuramente fare il dj aiuta a tenersi aggiornato su tutte le novità e su cosa funziona in pista, anche se poi è tutto molto soggettivo quando si parla di gusto e di suoni. “Last Day Here” ha un mood da spiaggia, le percussioni e il basso forse la rendono più ballabile; “In My Flat” in effetti ha un groove che fa muovere il culo ma poi la canzone in se è un monito a starsene felicemente a casa, ahah! In sostanza l’anima danzereccia ho cercato di infilarcela un pò in tutte le tracce: indipendentemente da tutto volevo fare un album con dei brani che io per primo avrei avuto il piacere di suonare nei miei set!
Un’altra cosa che ho notato ascoltando il disco è il gran dispiego di suoni di synth vintage. So che questi sono una tua passione. Sei un collezionista?
Ho qualche synth che ho recuperato un po in giro, ma per arrivare a dire collezionista dovremmo riaggiornarci tra qualche anno, per ora sono allo step amatore accanito, diciamo così. Sono affascinato da quelli monofonici anni ’70/’80 perchè hanno un suono molto caldo, tipo l’Arp Odyssey che è tra quelli che ho usato di più nell’album o il Roland System 100 che è una vera bomba sui bassi. Anche gli effetti ed i sequencer di quel periodo sono a mio parere i più fichi.
Nei tuoi dj sets che tipo di supporto/formato usi?
Vinili, non conosco altri formati. Perchè? cos’altro c’è in giro? Scherzi a parte suono vinili e cd: l’unico modo in cui mi diverto è alla vecchia maniera insomma. Qualche volta mi è capitato di usare Serato o Traktor tramite vinile, sono molto comodi e divertenti per diversi aspetti.
A proposito, come ti poni riguardo alla ormai annosa diatriba “analogico vs digitale”?
Per me trionfa l’analogico senza pietà. Nella produzione musicale non disdegno l’uso di software e di sequencer digitali perchè ti permettono di editare e processare i lavori i maniera 100 volte più rapida rispetto al passato, ma sulla questione della qualità e profondità del suono, per me non ci sono paragoni, vince l’analogico. Nelle performance live, il digitale aiuta molto, sopratutto in termini di spazio ma anche in questo caso preferisco avere in mano ogni disco che decido di mettere o ogni strumento che è necessario suonare.
Sei anche attivo come remixer. Quali sono le tue produzioni piú recenti e di imminente uscita?
Si, i remixes più recenti e per i quali ho avuto il piacere di lavorare sono stati quello per gli Avanti (collettivo messicano) sul loro brano “Back To Rapture” e quello per Ilya Santana noto dj/producer spagnolo, per la traccia “Running To Your Love”. In usicita a breve oltre all’album Hype Nothing ci saranno il singolo “Panic” traccia presente nell’album e dei nuovi remix per Agio, Mohear, Black Strobe e Amor Fou.